di Gianni Rusconi
Villa La Massa Verrocchio (Firenze)
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Il settore dell’hospitality continua ad essere sotto pressione. Al caro energia che incombe sui bilanci delle imprese del settore dell'hospitality, già provati dagli effetti della pandemia, si aggiunge il conflitto tra Russia e Ucraina. Per tornare ai livelli di presenze record del 2019 bisognerà andare oltre il 2022. Quest'anno, infatti, la perdita ipotizzabile del giro d'affari complessivo generato dal turismo interno potrebbe attestarsi intorno al 15/20% rispetto al consuntivo di tre anni fa mentre sarà sicuramente più lento il recupero del turismo internazionale.
Le indicazioni che emergono da un recente rapporto realizzato da AlbergatorePro, community che accoglie oltre 9.500 operatori, per analizzare lo stato del settore ricettivo nel biennio 2020-2021 parlano chiaro. E due sono le cifre dalle quali simbolicamente ripartire, a distanza di due anni dal primo lockdown: 63 miliardi di euro di mancati incassi nel 2020 legati al consumo turistico interno e 207 milioni di presenze dall'estero in meno registrate in quello che, senza dubbio, va considerato come l'annus horribilis per il turismo italiano. A pagare maggiormente dazio alle restrizioni sono state, nel corso del 2021, le città italiane con più di 250mila abitanti: se nel 2019 queste avevano registrato circa un quinto delle presenze turistiche su base nazionale, l'anno passato hanno incassato una riduzione della domanda superiore al 71% contro -38,4% della media nazionale, ma recupera leggermente nel confronto con il 2020 (+3,0% le presenze). Male è andata anche alle località con un turismo a vocazione prevalentemente montana (in flessione del 42,1%), mentre hanno tenuto le destinazioni affacciate sui laghi e sul mare (meno 22% e 25% rispettivamente). Peggio è andata infine ai comuni a vocazione culturale, storica, artistica e paesaggistica, che hanno chiuso il 2021 con una perdita del 35% rispetto al 2019.
Firenze
La pandemia ha trasformato il mondo dell'hôtellerie ed a cambiare sono state soprattutto le modalità di pianificazione delle vacanze, con una crescita sensibile delle prenotazioni (in un caso su tre gestite via telefono) effettuate direttamente nelle strutture. Come ampiamente dimostrato anche dai dati registrati dalle piattaforme digitali del travel, la “booking window”, ovvero i giorni intercorrenti fra la data di prenotazione e quella di check-in, si è ridotta notevolmente, passando dai 54 giorni del 2019 ai 37 del 2021. È invece aumentato, comprensibilmente, il numero delle prenotazioni last minute o last second, che nelle città d'arte sono arrivate al 30% del totale, e di conseguenza anche i costi delle strutture: l'incremento medio di prezzo tra tariffa di partenza e il prezzo massimo applicato, per la stessa camera e per la medesima data, si attesta oggi al 28%, con punte di rincaro del 100% toccate in alta stagione. Il consiglio per chi vuole organizzare le prossime vacanze in Italia, come spiega Gian Marco Montanari, amministratore delegato di AlbergatorePro, è quindi quello di «prediligere prenotazioni anticipate per una maggiore libertà di scelta tra le diverse tipologie di alloggio per usufruire di prezzi più convenienti ed evitare i rialzi last minute applicati anche da strutture prive di particolari servizi. E dove non è possibile prenotare in anticipo occorre puntare sulla velocità di conferma una volta ricevuta un'offerta interessante da parte dell'hotel».
Dall'edizione 2022 di Duco Travel Summit, l'evento internazionale dedicato al turismo di alta gamma tenutosi la scorsa settimana a Firenze, sono giunte indirettamente conferme del fatto che i numeri delle presenze pre-pandemia sono ancora lontani ma è emersa anche una rinnovata energia per tornare ad attrarre gli ospiti stranieri nelle strutture di fascia alta italiane. «Il settore del lusso – come ha osservato il Presidente di Enit, Giorgio Palmucci - dovrebbe essere il primo a ripartire. Esperienze personalizzate e ricche di ogni possibile comfort fanno sì che il luxury travel avrà un'impennata nel corso degli ultimi anni anche per le nuove tendenze dettate dalla pandemia e saranno l'incentivo per richiamare nuovamente i viaggiatori big spender». L'interesse per le bellezze e le attrazioni culturali ed artistiche della Penisola evidenziato dai turisti americani nella prima parte del 2022 lascia in tal senso ben sperare, vista l'impennata di richieste effettuate online (volo e alloggio) per trascorrere una vacanza in Italia. Roma, ma anche Milano, Venezia, Firenze, la Costiera Amalfitana e Sorrentina, Palermo, il lago di Como sono alcune delle mete più gettonate e a far ben sperare gli albergatori sono soprattutto le prenotazioni aeree confermate dagli Usa, che sono letteralmente decollate fra febbraio ed aprile rispetto allo stesso periodo del 2021.
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