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Dutch Design Week, così 2600 designer immaginano il mondo post Covid

di Enrico Marro

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Il maggior evento nordeuropeo compie 20 anni tornando dal vivo con un tributo alla Triennale di Milano del 1968. Ecco le opere più intriganti

25 ottobre 2021
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4' di lettura

È una Dutch Design Week particolarmente ispirata quella che soffia sulle sue prime venti candeline, tornando dal vivo dopo l’edizione virtuale del 2020. Con il consueto approccio sperimentale e futuristico, il maggior evento nordeuropeo del settore - che quest’anno dal 16 al 24 ottobre ha portato a Eindhoven, in Olanda, oltre 2600 designer e 355mila visitatori da tutta Europa in decine di location sparse ovunque - si è focalizzato sul mondo post Covid, dal ripensamento degli spazi per abitare e lavorare al rapporto con la natura e i suoi biomateriali, fino alle sfide della nuova mobilità.

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Nella sua 20° edizione, la Dutch Design Week torna dal vivo con oltre 2600 designer e 355mila visitatori. Questa è una delle aree all'aperto della Strijp-S, il quartiere creativo di Eindhoven (foto Max Kneefel)

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Gli ambasciatori

L’architetto Floris Alkemade, già presidente del board dei consulenti del Governo olandese, Natsai Audrey Chieza, fondatrice di Faber Futures e la designer Christien Meindertsma sono i tre ambasciatori di un’edizione che si intitola “The Greater Number”: una profonda riflessione critica in chiave post pandemica della società dei consumi, ma allo stesso tempo un dichiarato omaggio alla Triennale di Milano del 1968, intitolata proprio “Il grande numero” e rimasta celebre perché occupata da studenti e operai il giorno stesso dell’inaugurazione, il 30 maggio 1968 (e rinviata di settimane).

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The Exploded View Beyond Building, una casa modulare assemblata in tre giorni con oltre cento diversi biomateriali

La «casa circolare»

Uno dei cuori pulsanti della manifestazione è la Strijp-S, il quartiere creativo di Eindhoven nato dal recupero dell’ex area industriale della Philips, sulla quale si affaccia il Bosco Verticale olandese di Stefano Boeri appena inaugurato in versione “social housing”.

Nell’area all’aperto spicca l’affascinante “casa circolare” costruita da Biobased Creation: realizzata con metodi costruttivi basati sulla modularità, The Exploded View Beyond Building è un vero e proprio “catalogo” di oltre cento biomateriali diversi.

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All'interno della “casa circolare” ecco i morbidi pannelli esagonali fonossorbenti dell'italiana Mogu, fresca di un round di finanziamenti da 1,1 milioni di euro.

Vivere tra i biomateriali

«Noi infatti la consideriamo una mostra a forma di casa», scherza il co-fondatore Lucas De Man, spiegando come sia possibile assemblare in un paio di giorni un edificio perfettamente abitabile con materiali ricavati da funghi, acque di scarico, alghe, avanzi di cibo e fango.

Tra i fornitori anche l’italiana Mogu (che significa “fungo” in cinese), fresca di un round di finanziamenti da 1,1 milioni di euro, con i suoi morbidi pannelli esagonali fonossorbenti e le eleganti piastrelle per pavimenti, entrambe in micelio.

Sempre nell’area all’aperto della Strijp-S è stata creata “Plug-in-City”, prototipo di città circolare in cui a dominare è il riutilizzo continuo degli oggetti: durante i nove giorni della Design Week questi spazi hanno accolto concerti, workshop, lezioni e pranzi collettivi.

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Le mille sorprese all'interno della mostra “Labyrinth: The Art of Changing Direction”, realizzata da Floris Alkemade riprendendo la pianta del labirinto della Reggia di Versailles (foto Cleo Goossens)

Il Labirinto di Versailles

Molto intriganti i quattro padiglioni del Klokgebouw, sempre nella Strijp-S. In questo enorme edificio bianco sormontato da una torre con un orologio azzurro troviamo “Labyrinth: The Art of Changing Direction”, opera di Floris Alkemade: una mostra che si snoda in ampi spazi riprendendo la pianta del labirinto della Reggia di Versailles e soprattutto esplorando, tra mille sorprese nascoste dietro a ogni angolo, nuovi modi di osservare il mondo, ripensarlo e agire. Appunto “cambiando direzione”, se necessario.

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Due le location di Isola Design District quest’anno: Pennings Foundation e Schellens Fabriek, per un totale di quasi mille metri quadrati, con le mostre “Only Good News” e “Isola Talents Factory”.

C’è anche Isola Design District

A Eindhoven è tornata anche Isola Design District, costola del Fuorisalone nata per promuovere nuovi volti del distretto milanese, presente in due locations (Pennings Foundation e Schellens Fabriek, per un totale di quasi mille metri quadrati) con le mostre “Only Good News” e “Isola Talents Factory”.

I progetti si sono concentrati sul “meno”, ovvero meno consumo, meno produzione e quindi meno rifiuti, trovando allo stesso tempo “più” prodotti sostenibili e di valore.

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L’esposizione “Things that Matter”, ospitata nei padiglioni Microlab Hall, che esplora le relazioni tra individui e oggetti nel mondo post-pandemico

Nuove dimensioni del lavoro

Intime e personalizzate sono poi le nuove dimensioni del lavoro immaginate da un team di designer sudcoreani e olandesi nell’esposizione “Living and Working from Home”.

Studio Kontou x Dayoung Hwang, per esempio, ha creato una scrivania modulare in grado di stimolare diverse posture ed esperienze durante la giornata, anche con l’aiuto di sensori e profumi, all’insegna della personalizzazione estrema per cercare ogni giorno di conferire una nuova identità a luoghi dove il lavorare si sovrappone all'abitare.

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Alcune creazioni del designer olandese Tim Teven, realizzate deformando acciato inox con una pesante pressa, esposte nella colossale area ex industriale Sectie-C

Quando è il metallo a sorprendere

Intrigante anche Sectie-C, colossale area ex industriale più in periferia dove una fondazione privata affitta in permanenza a prezzi calmierati ex magazzini a un ecosistema di 250 imprenditori creativi con i loro studi.

Tra gli arredi d’interni affascinanti le creazioni in metallo di Tim Teven, realizzate in acciaio inox deformato usando una pesante pressa, e le sorprendenti “sedie destrutturate” in plastica bianca di Pierre Castignola, riassemblate da modelli diversi per mettere in discussione il concetto di brevetto e proprietà.

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Le “Textile Shaped Ceramics” ideate dallo Studio Simone Post per Cor Unum, uno dei più sofisticati produttori di ceramica olandesi, per conferire agli oggetti le stesse qualità tattili dei tessuti.

Se il design ispira l’industria

Nella Fuutlaan Hall, un grande business park ricavato dai vecchi magazzini che costeggiano i binari non lontani dalla stazione ferroviaria, la mostra “Cabinet of Collaboration” si è concentrata sul rapporto tra design e industria.

Oltre a Water, la collezione di tessuti creata dallo studio olandese Byborre per Natuzzi, spiccano le “Textile Shaped Ceramics” ideate dallo Studio Simone Post per Cor Unum, uno dei più sofisticati produttori olandesi, che conferiscono agli oggetti di ceramica le stesse qualità tattili dei tessuti grazie a tecniche di produzione inedite.

Da una collaborazione tra Monasch (storico produttore di tappeti ora parte del gruppo Best Wool) e i designer Jos Kranen e Johannes Gille è invece nato Elements, tappeti in cui colori e tessuti vengono miscelati con nuove tecniche in modo da creare solo pezzi unici e ultrapersonalizzati.

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Globalance World, uno dei progetti vincitori dei Dutch Design Awards: è una piattaforma online, aperta a tutti, che monitora il flusso mondiale di investimenti e ritorni relativi alla sostenibilità.

I Dutch Design Award 2021

Tra i 24 vincitori dei Dutch Design Award 2021, divisi in varie categorie, spicca Globalance World, la “Google Earth per gli investitori”, commissionata dalla zurighese Globalance Bank allo studio olandese Clever Franke: è una piattaforma online, aperta a tutti, in grado di rendere accessibile in tempo reale il flusso mondiale di investimenti e ritorni relativi alla sostenibilità, con l’obiettivo di migliorare il decision making finanziario.

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Il Graduation Show della Dutch Design Academy, con oltre 180 progetti finali di bachelor (laurea triennale) e di master (specialistica) (foto Cleo Goossens)

Giovani talenti

Come sempre, la Dutch Design Week rappresenta uno dei migliori palcoscenici europei per i giovani talenti. Il Graduation Show della celebre Dutch Design Academy dà la possibilità di ammirare i progetti finali di bachelor (laurea triennale) e di master (specialistica) di oltre 180 studenti, ma nel Klokgebouw sono presenti anche le migliori opere di altre scuole, come la Royal Academy of Art dell’Aia.

Nella Microlab Hall nella Strijp-S sono invece esposti i lavori di United Matters, la collettiva permanente del famoso college londinese Central Saint Martins. Da non dimenticare anche la mostra Envisions, dove i giovani designer italiani Giorgio Gasco e Gianmaria della Ratta hanno esposto i loro specchi Castingland dalle sorprendenti forme, creati fondendo il peltro delle cornici direttamente nel vetro.

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