di Marzio Bartoloni
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Di fronte al virus che rialza la testa spinto dalla più contagiosa sottovariante Omicron 2, si riapre il dossier della quarta dose. Il nuovo booster per ora è stato offerto da circa un mese a una platea di circa 800mila pazienti fragili, ma ministero della Salute e Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, hanno cominciato a esaminare la possibilità di estenderlo anche ai “grandi anziani” e cioè alle persone di età più avanzata, come già stanno facendo alcuni Paesi come Israele, Francia e Inghilterra che la stanno offrendo agli over 75 o agli over 80. Il nodo però è il tipo di vaccino, perché per alcuni tecnici sarebbe meglio aspettare un nuovo vaccino
Come detto in questi giorni i tecnici del ministero della Salute e dell’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, stanno riaprendo il dossier quarta dose finora riservata ai pazienti più fragili e immunocompromessi. «Verificheremo nei prossimi giorni se estenderla a fasce di popolazione più anziana. L’evidenza scientifica - ha confermato il ministro della Salute Roberto Speranza - ora non ci dice quarta dose per tutti, ci dice che bisogna approfondire e valutare se serve protezione a fasce anagrafiche più alte». La quarta dose, o nuovo booster, potrebbe essere infatti offerta nelle prossime settimane agli over 75-80, come già stanno facendo alcuni Paesi. Ma la valutazione è ancora aperta, anche perché parte dei tecnici suggeriscono di aspettare un nuovo vaccino studiato appositamente su Omicron, in modo da fare da scudo anche per il contagio oltre che per la malattia severa. «Purtroppo il vaccino, sebbene protegga contro le complicazioni gravi della malattia, nella maggior parte delle persone ha durata piuttosto limitata per quanto riguarda la protezione contro le infezioni», ha spiegato Andrea Crisanti, direttore Dipartimento di Microbiologia molecolare dell’Università di Padova a 24 Mattino su Radio 24.
Nei ragionamenti che si stanno facendo anche all’Ema, l’Agenzia Ue del farmaco, oltre che in Italia c’è il nodo di quale vaccino impiegare. Quello attuale è infatti stato realizzato sul ceppo originale del virus di Wuhan e anche con la variante Omicron mostra di essere efficace nel difendere dalle forme gravi, anche se meno dal contagio. Considerazioni dell'Ema, basate su studi fatti in Israele, dicono tra l’altro come la quarta dose fatta in tempi molto ravvicinati alla terza nella popolazione generale non ha quell'effetto che si pensava potesse avere. Il discorso però è diverso per i più fragili e quindi anche gli anziani che potrebbero aver bisogno di un richiamo anche prima del prossimo autunno. Per lo stesso Crisanti è necessario cambiare paradigma: «Più che bloccare la trasmissione bisogna proteggere i fragili, perché tutti questi decessi che vediamo ogni giorno purtroppo non sono persone che non hanno fatto il vaccino». «Penso che farò anche io la quarta dose - spiega il microbiologo - perché inizio ad essere anche un po’ vecchietto»
Proprio nei giorni scorsi Moderna ha presentato domanda alla Fda americana per una seconda dose di richiamo del proprio vaccino anticovid. Una richiesta che riguarda l'inoculazione su tutti i soggetti adulti oltre i 18 anni. La domanda presentata da Moderna segue le analoghe richieste di Pfizer e BioNtech, che però si erano limitate ai soli soggetti ultrasessantacinquenni. Moderna ha presentato la richiesta basandosi sugli studi condotti da Israele e dagli stessi Stati Uniti sulla sotto variante di Omicron. Intanto è già cominciato il percorso a tappe che porterà alla messa a punto di un vaccino universale contro i coronavirus: vi si sta dedicando personalmente anche il direttore dell'Istituto nazionale per le malattie infettive (Niaid) degli Stati Uniti, l'immunologo Anthony Fauci, che sta studiando nuove tecnologie basate su nanoparticelle e spray nasali. «Ci arriveremo passo dopo passo - ha spiegato l’immunologo americano - non avremo un vaccino universale al primo colpo, sarebbe troppo ambizioso, ma quello che possiamo fare è partire da un vaccino pan-SarsCoV2 che protegga da tutte le varianti Alfa, Beta, Gamma, Delta e Omicron. Il passo successivo sarà un vaccino pan-Sarbecovirus, che protegga non solo da SarsCov2, ma anche da SarsCoV1 e altri virus che possono evolvere in infezioni umane».
Marzio Bartoloni
vice caposervizio
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