di Celestina Dominelli
Draghi: rinnovabili unica strada, per gas via dalla Russia
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Il governo continua a spingere sull’acceleratore per imprimere un’ulteriore sterzata allo sviluppo di nuovi impianti rinnovabili. Spesso bloccati dalle pastoie burocratiche degli iter autorizzativi. Così ieri, mercoledì 5 ottobre, dal Consiglio dei ministri, su proposta del premier Mario Draghi, è arrivato il via libera a un blocco di 8 progetti per una potenza complessiva di 314 megawatt. Il presidente del Consiglio ha quindi esercitato il potere che gli consente di velocizzare il percorso autorizzativo sostituendo, come stabilisce uno degli ultimi decreti approvati dal governo (il Dl 50 del 2022), «a ogni effetto il provvedimento di valutazione d'impatto ambientale (Via)».
Nel dettaglio, si tratta di tre progetti da realizzare in Puglia, tre in Basilicata e due in Toscana: un impianto eolico nei comuni di San Mauro Forte, Salandra e Garaguso per 72,8 MW; un impianto eolico nei comuni di San Paolo di Civitate e Poggio Imperiale (31,35 MW); un impianto eolico “Serra Palino” nei comuni di Sant’Agata di Puglia e Candela (48 MW); un impianto eolico “Venusia” nei comuni di Venosa e Maschito (36 MW); un impianto agri-ovi-fotovoltaico “Copertino” nei comuni di Copertino e Galatina (60 MW); un permesso di ricerca finalizzato all'impianto pilota geotermico “Cortolla”, nel comune di Montecatini Val di Cecina (5 MWe); la proroga del termine di validità del provvedimento di valutazione di impatto ambientale per la realizzazione dell'impianto eolico nei comuni di Muro Lucano, Bella e Balvano (55,8 MW); un impianto pilota geotermico “Castelnuovo”, nel comune di Castelnuovo Val di Cecina (MWe).
Sempre il Cdm ha poi sbloccato una delle tessere di un’altra infrastruttura cruciale per la diversificazione energetica e per l’ulteriore arrivo di volumi aggiuntivi di gas grazie all’aumentata capacità di trasporto proveniente dai punti di entrata della rete nazionale dei gasdotti ubicati nel Sud Italia: la “linea Adriatica” dei gasdotti che si snoda lungo il versante adriatico dell'Appennino. In sostanza, il governo ha garantito il superamento del diniego espresso in conferenza di servizi da Abruzzo e Umbria in modo da consentire la prosecuzione del procedimento di autorizzazione per la costruzione e l’esercizio del metanodotto Sulmona – Foligno che costituisce uno dei cinque tratti della nuova infrastruttura per la quale Snam ha previsto un investimento di 2 miliardi di euro.
Celestina Dominelli
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