di Andrea Fontana
La Borsa, gli indici del 17 marzo 2023
5' di lettura
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Nonostante gli interventi per mettere in sicurezza Credit Suisse in Europa e First Republic Bank negli Stati Uniti, i mercati finanziari hanno vissuto una nuova seduta all'insegna delle vendite e le Borse europee hanno chiuso la settimana con un altro netto calo: Piazza Affari (FTSE MIB) è stata tra le peggiori e la performance odierna porta a -6,6% il bilancio di una settimana nera segnata prima dal crack di Silicon Valley Bank e delle banche regionali Usa e poi dal caso dell'istituto elvetico. Madrid (IBEX 35) ha perso quasi il 2%, gli altri indici almeno un punto percentuale.
"Anche con tutte le misure intraprese dalla Fed, dal Tesoro americano, dalla BoE, dalla Banca nazionale svizzera e dalle banche Usa per stabilizzare la situazione, stiamo vedendo che i mercati sono in difficoltà" commenta Craig Erlam di Oanda davanti al -8% di Credit Suisse, per il quale si ragiona su un riassetto che coinvolga Ubs, e al -24% di First Republic nonostante i 30 miliardi di dollari messi a disposizione da 11 banche americane.
Sull'andamento della sessione ha pesato anche la volatilità innescata dalle cosiddette «tre streghe», la scadenza trimestrale dei future sugli indici e delle opzioni su indici e azioni.
Ubs è in trattativa per acquistare tutta o parte di Credit Suisse. Lo riporta il Financial Times citando alcune fonti, secondo le quali i consigli di amministrazione delle due banche si incontreranno separatamente nel fine settimana per valutare l’operazione. La banca centrale svizzera e la Finma, l’autorità di regolamentazione del mercato, stanno orchestrando le trattative nel tentativo di rafforzare la fiducia nel sistema finanziario.
E' di Piazza Affari la performance peggiore in Europa nella settimana nera delle banche che ha visto il crack di Silicon Valley Bank seguito dalle tensioni sulle banche regionali Usa e dalla bufera sul Credit Suisse. Il Ftse Mib, che conta nove titoli su 40 del settore banche e risparmio gestito, ha ceduto complessivamente il 6,6% seguito dall'Ibex35 di Madrid che ha perso il 6,1%. Per Londra flessione superiore al 5%, per Francoforte e Parigi superiore al 4%. Da inizio anno comunque Milano resta in rialzo del 7,5%.Il titolo maggiormente penalizzato a Piazza Affari e' stato Bper (-16,9%), mentre Unicredit e' scivolata del 14,6%. A livello europeo l'indice del comparto bancario ha perso l'11,5%.Il "fly-to-quality" che ha portato a vendere titoli del settore del credito per spostarsi sui governativi ha spinto in basso i rendimenti del Bund tedesco, con il decennale passato da 2,496% a 2,107%, e ne hanno beneficiato anche i BTp con la scadenza a 10 anni passata da 4,324% a 4,051%.
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Nell'ultima sessione settimanale, il comparto bancario è stato ancora il più penalizzato: -2,6% il sottoindice Stoxx600. A Milano Finecobank,Unicredit e Banca Mediolanum le più colpite dalle vendite. Cadute superiori al 4% per Santander a Madrid e Ing ad Amsterdam. Sul listino milanese, da segnalare la caduta di Iveco Group e di Telecom Italia, quest'ultima con buoni volumi di scambio (270 milioni di pezzi trattati) poiche' il contesto finanziario in deterioramento, i tassi in rialzo e i tempi ancora lunghi per il dossier rete contribuiscono a far scendere l'appeal per gli investitori. Pochi i titoli che si salvano: Saipem ancora tra i migliori dopo le raccomandazioni di Morgan Stanley, StMicroelectronics in una seduta di tenuta per i tecnologici, piatta Eni che varerà un piano di buyback da almeno 2,2 miliardi di euro e invariata A2a.
In rosso Wall Street (Dow -1,19%, S&P 55 -1,10%, Nasdaq + 0,74%) dove permangono le preoccupazioni sulla stabilità del sistema bancario. Il titolo di First Republic Bank ha chiuso in pesante calo (-33%) dopo il recupero della vigilia dovuto al piano di salvataggio da parte di un consorzio formato da undici banche, che hanno garantito 30 miliardi di dollari di liquidità; l'istituto ha però sospeso la distribuzione dei dividendi. Il crollo di First Republic si ripercuote sugli altri titoli delle banche regionali, come Zions Bancorp, Comerica e KeyCorp. Male anche i titoli delle banche che hanno garantito il sostegno a First Republic Bank, come U.S. Bancorp e JPMorgan Chase.
Intanto, Svb Financial Group, la holding a cui faceva capo Silicon Valley Bank, ha presentato a New York la richiesta per il Chapter 11, ovvero l'amministrazione controllata. La società ha comunicato di avere circa 2,2 miliardi di dollari di liquidità e che sta valutando alternative strategiche per Svb Capital, Svb Securities e gli altri asset e investimenti, che hanno già attirato un significativo interesse.
A marzo, gli statunitensi si stanno dimostrando meno ottimisti sull'economia rispetto al mese precedente. L'indice preliminare sulla fiducia redatto mensilmente dall'Università del Michigan è stato pari a 63,4 punti, dopo i 67 registrati alla fine di febbraio; le attese erano per una conferma dei 67 punti. La componente che misura le aspettative per il futuro è scesa da 64,7 a 61,5, quella sulla situazione attuale e' scesa da 70,7 a 66,4.
Chiusura in rialzo per lo spread BTp/Bund in un contesto ancora di generale flessione per i rendimenti della curva euro, dove i titoli di Stato della Core Europe hanno performato meglio dei 'periferici'. A fine seduta, il differenziale di rendimento tra il BTp decennale italiano (Isin IT0005518128) e il pari scadenza tedesco si è attestato a 193 punti base dai 191 punti della chiusura di ieri. In netto calo il rendimento del BTp decennale italiano che ha segnato un'ultima posizione al 4,05% dal 4,15% dei riferimento della vigilia.
Sul mercato valutario, euro in rafforzamento dopo che la Bce ha alzato i tassi di altri 50 punti base: la moneta unica vale 1,066 dollari ed è indicata anche a 140,97 yen, mentre il rapporto dollaro/yen è a 132,13(133,00). In netta discesa il prezzo del petrolio: il Wti sul contratto di aprile è in flessione a 67,3 dollari al barile, mentre la consegna maggio sul Brent arretra a 73,5 dollari. Per il greggio si è chiusa la peggiore settimana dal primo aprile, perso il 13%.
Cala a 42,7 euro per megawattora il prezzo del gas naturale sulla piattaforma Ttf di Amsterdam.
Tokyo chiude in rialzo in scia a Wall Street
La Borsa di Tokyo ha chiuso in rialzo, trainata dal rimbalzo del giorno prima a Wall Street, dove gli investitori hanno accolto con favore l’intervento delle banche americane a sostegno dell’establishment finanziario, alleviando la preoccupazione generale. L’indice di punta Nikkei ha guadagnato l’1,2% a 27.333,79 punti, ma è sceso del 2,9% per l’intera settimana. L’indice Topix ha guadagnato venerdì l’1,15% a 1.959,42 punti. A Hong Kong, l’indice Hang Seng sale dell’1,1%. La Banca centrale europea da parte sua si è detta pronta a intervenire se necessario per “preservare la stabilità finanziaria” nella zona euro. Un altro focolaio era stato precedentemente messo sotto controllo con l’impegno della banca centrale svizzera, a prestare fino a 50 miliardi di franchi svizzeri in contanti al Credit Suisse.
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Andrea Fontana
Redattore Radiocor
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