di Marta Casadei
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Sono passati 70 anni da quando, nel 1952, un maestro artigiano arrivava al Ponte di Rialto con un carretto di calzature fatte a mano, ispirate alla lontana tradizione delle friulane, pantofole “della festa” assemblate a mano dalle donne del Friuli con materiali di riciclo - velluti dei teatri abbandonati dopo la guerra e copertoni di bicicletta come suole - e poi utilizzate dai gondolieri (perché non rovinavano il legno).
È stato proprio il prodotto: colorato, comodo, ben fatto e 100% made in Italy (il marchio poggia su una filiera molto corta) ad aver affascinato Stuart Parr (prima) e Paul Deneve (poi), imprenditori che nell’aprile 2021 hanno rilevato Piedàterre, il marchio che rappresenta l’evoluzione di quel carretto d’inizio anni Cinquanta. I due, partendo da un’eredità preziosa, ne stanno sviluppando il potenziale su scala internazionale. Complice il momento di estrema popolarità delle friulane che da Venezia sono arrivate in tutto il mondo (anche grazie ai social).
Un modello in tweed per l’autunno 2022
«Mi sono imbattuto in Piedaterre anni fa, mentre mi trovavo a Venezia e ho subito pensato che fosse un brand interessante: volevo concentrarmi su un unico progetto da sviluppare e ho pensato fosse quello giusto. Così sottoposto l’idea a Paul Deneve», spiega Stuart Parr che nel frattempo ha lasciato gli Stati Uniti - dove ha lavorato per anni come produttore cinematografico - per stabilirsi proprio in Laguna.
Da quel colpo di fulmine e da quella telefonata, a distanza di circa tre anni, è nata la nuova fase del progetto Piedàterre: «Il nostro è un business monoprodotto - spiega Deneve, che ha un background di peso in aziende di tecnologia (Apple) e moda (Saint Laurent) - e questa è la sua forza. Si tratta di un prodotto molto speciale, tanto che clienti da tutto il mondo per anni si sono messi in coda davanti al piccolo negozio di Rialto per acquistare le friulane Piedàterre. Noi abbiamo voluto “reingegnerizzarle” per renderle ancora più confortevoli: dopo il Covid camminare è diventato un’abitudine sempre più diffusa nel mondo, con un’impatto positivo sull’ambiente e sulla salute, e abbiamo pensato di renderle più comode proprio per camminare».
Un’edizione speciale con i tessuti della storica Tessitura Luigi Bevilacqua di Venezia
Per farlo Deneve e Parr si sono rivolti agli esperti della calzatura made in Veneto che hanno migliorato il comfort senza cambiare in nessun modo l’estetica. «La friulana continua ad essere una calzatura unisex, 100% made in Italy, apprezzata da una clientela sofisticata e adatta a contesti diversi e penso che questo sia in linea con i desideri della nostra clientela, cioè quello di passare dal lavoro a una cena senza doversi cambiare le scarpe», dice Parr. E magari andare dall’ufficio al ristorante camminando.
Accanto all’investimento sul prodotto - non solo sul piano tecnico, anche su quello creativo con lanci periodici di nuovi colori e materiali, dal cashmere al tweed - Parr e Deneve si stanno concentando sull’esperienza di shopping. A partire dai luoghi: allo storico negozio aperto a Rialto negli anni Cinquanta hanno affiancato un flagship store che si trova a Campo Santo Stefano, a Venezia. E dai format: un temporary shop nell’iconico Hotel Du Cap Eden Roc, in Costa Azzurra, e uno a Forte dei Marmi. Il prossimo step potrebbe essere Milano.
Marta Casadei
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