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A febbraio i falchi Bce frenano il rally, a Milano (+3%) brilla la galassia Agnelli

di Flavia Carletti ed Enrico Miele

La Borsa, gli indici del 28 febbraio 2023

Nel mese, tra i migliori titoli del Ftse Mib si sono distinti Iveco Group (+19%) e Stellantis (+15%). Nella seduta del 28 febbraio, Milano (+0,12%) salvata dalle banche e da Saipem

28 febbraio 2023
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5' di lettura

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Il rally delle Borse iniziato con il 2023 frena a febbraio, che comunque mantiene un bilancio positivo per i listini continentali. Dopo l'effervescenza di gennaio, le maggiori preoccupazioni degli investitori sull'andamento dell'inflazione e le conseguenti mosse delle banche centrali hanno frenato gli indici europei che vedono, tra i principali, l'Ibex35 di Madrid maglia rosa con un +4% mensile (+14,2% da inizio anno) con la banca spagnola Santander miglior titolo dell'Eurostoxx 50 (+16,2% a febbraio). Bene anche il Ftse Mib di Milano (+3,3% nel mese e +15,9% da inizio anno), seguito dal Cac40 di Parigi (+2,6% e +12,3%), dal Dax40 di Francoforte (+1,6% e +10,4%), dal Ftse100 di Londra (+1,3% e +5,7%) e dall'Aex di Amsterdam (+1% e +9,3%). A livello settoriale, nel mese di febbraio si sono distinti soprattutto l'Auto (+6,4%) e le Banche (+6%), quando le Materie prime hanno messo a segno la peggiore performance (-6,2%). A Piazza Affari, nel mese contraddistinto dalla pubblicazione dei bilanci 2022, i migliori titoli del mese sono stati Iveco Group (+19,1%), Tim (+17,2%) e Stellantis (+15,2%), quando le vendite hanno colpito in particolare Eni (-5,4%), Nexi (-5,1%) e Diasorin (-4,3%).

Martedì 28, Milano +0,12% in seduta cauta per i tassi

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Nella seduta di fine mese, sui mercati europei è tornata a pesare la paura che la stretta monetaria duri più del previsto, colpendo l’economia del Vecchio Continente. A rinnovare questi timori hanno contribuito i dati dell’inflazione, a sorpresa più alta delle attese sia in Spagna che in Francia, segno che le “ricette” della Bce stiano funzionando solo in parte nella lotta contro la corsa dei prezzi (e questo potrebbe spingere la Banca centrale europea a intensificare la stretta, come ribadito anche dal suo capo-economista Philip Lane). E così nell’ultima seduta di febbraio, il cui bilancio per i mercati resta in ogni caso positivo, i listini si sono mossi in preda alla volatilità. Il Ftse Mib è salito dello 0,12% quando il Cac40 di Parigi è sceso dello 0,38%, il Dax40 di Francoforte dello 0,11%, l'Aex di Amsterdam dello 0,54%, quando Wall Street viaggia contrastata. A Londra il Ftse100 ha perso lo 0,74%, senza effetti dall’accordo post-Brexit sull’Irlanda del Nord. Oltre a Milano, ha fatto eccezione al rialzo anche Milano e Madrid (+0,87%), grazie agli exploit dei bancari, che beneficiano più degli altri comparti di un’ipotesi di una Bce più aggressiva.

Cautela a Wall Street, verso mese negativo

Si muove cauta Wall Street, dopo la seduta positiva di ieri. Il Dow Jones è in calo, quando S&P500 e Nasqad si tengono a galla. Gli indici, dopo aver chiuso venerdì scorso la peggior settimana del 2023 a causa dell'accelerazione dell'inflazione a gennaio, registreranno un febbraio negativo. Prima dell'ultima seduta del mese, infatti, il Dow Jones risulta, a febbraio, in calo del 3,5%, mentre S&P 500 e Nasdaq sono in ribasso rispettivamente del 2,3% e dell'1 per cento. Tra i tre maggiori indici, il Dow Jones è l'unico in negativo dall'inizio dell'anno. I mercati sono sicuri che la Federal Reserve proseguirà con una strategia ancora aggressiva contro l'inflazione, portando i tassi d'interesse ben oltre il 5%, dove saranno mantenuti a lungo.

Usa, deficit bilancia commerciale peggio delle stime

Il deficit commerciale degli Stati Uniti, secondo la lettura preliminare, è aumentato a gennaio del 2% rispetto al mese precedente. Stando a quanto annunciato dal dipartimento del Commercio, il deficit della bilancia commerciale è salito a 91,5 miliardi di dollari, contro attese per 91 miliardi. La stima preliminare tiene conto solo dei beni. Sul fronte macro, inoltre, a dicembre, prezzi in calo per le case negli Stati Uniti rispetto al mese precedente (-0,8%) per il sesto mese consecutivo e rallentamento dei rialzi annuali. Secondo l'indice Standard & Poor's/Case-Shiller, il dato relativo alle venti maggiori città è salito del 4,6% rispetto a un anno prima, dopo il +6,8% di novembre; le attese degli analisti erano per un +5,2 per cento. In calo e peggio delle previsioni la fiducia dei consumatori: secondo il Conference Board, gruppo di ricerca privato, è scesa dai 106 di gennaio (rivisto dall'iniziale 107,1) a 102,9 punti, contro attese per un dato a 108,5 punti. Sotto le stime anche l'attività manifatturiera nell’area di Richmond, in Virginia: l'indice redatto dalla Federal Reserve di Richmond è sceso da -11 a -16 punti, con gli analisti che attendevano un dato a -5 punti

Inflazione francese e spagnola sorprendono al rialzo

Nel Vecchio Continente hanno sorpreso al rialzo i dati sull'inflazione francese (7,2% da 7% precedente ed atteso) e spagnola (6,1% da 5,9% e vs 5,7% atteso). «I dati hanno portato il mercato a prezzare quasi 150 punti base di rialzo dei tassi Bce entro fine anno, il che significherebbe un target rate al 4%», notano gli analisti di Mps Capital Services.

A Piazza Affari Mps paga l'uscita di Axa. Bene Saipem

A fine seduta, il Ftse Mib vede in testa Saipem (+2,8%) dopo i conti migliori delle previsioni. Bene anche Fineco (+1,8%), Intesa Sanpaolo (+1,1%) e UniCredit (+1,4%). A sorpresa è anche il risiko bancario a tornare protagonista, con Banco Bpm (+1%) che ha smentito l’ipotesi di una fusione con Mps (-8,1%), a sua volta crollata dopo l’addio di Axa dal capitale. La compagnia francese ha reso noto di aver ceduto 100 milioni di azioni, pari a circa il 7,94% del capitale della banca senese, con un accelerated bookbuilding riservato a investitori istituzionali a 2,33 euro per azione, incassando così 233 milioni. Axa, che mantiene un residuale 0,0007%, aveva sottoscritto la quota nel corso dell'aumento di capitale dell'istituto lo scorso ottobre a 2 euro per azione. In fondo al segmento principale hanno chiuso Terna (-2,4%) e le multiutility.

Dati inflazione spaventano mercato, Bund al top dal 2011

Chiusura in lieve calo per lo spread BTp/Bund in un contesto di generale rialzo per i rendimenti dei titoli di Stato dell'Eurozona. I dati sull'inflazione di Spagna e Francia diffusi in mattina hanno superato nettamente le attese degli operatori, rinfocolando i timori per una politica monetaria più aggressiva sui tassi da parte della Bce. L'effetto più immediato è stato una sensibile traslazione verso l'alto per la curva europea dei rendimenti, senza particolari distinzioni tra bond della 'Core europe' e dei Paesi periferici dell'Eurozona. Il Bund tedesco ha segnato un corposo rialzo, pari a 8 punti base, che lo ha portato sui massimi dal 2011 (al 2,71%) per poi ripiegare leggermente nella seconda parte della seduta. Leggermente meglio ha fatto il BTp benchmark decennale che ha contenuto i rialzi nell'ordine dei 7 punti base. L'effetto combinato dell'aumento dei rendimenti ha determinato un leggero restringimento dello spread BTp/Bund a fine seduta. Il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (Isin IT0005518128) e il pari scadenza tedesco ha segnato un'ultima posizione a 183 punti base dai 184 del closing di ieri sera. In lieve aumento il rendimento del BTp decennale benchmark che ha terminato gli scambi al 4,46% dal 4,43% della vigilia.

Euro torna sopra 1,06 dollari. Gas in calo, petrolio in rialzo

Sul mercato dei cambi, l'euro passa di mano a 1,0613 dollari (da 1,0590 ieri in chiusura) e a 144,45 yen (da 144,31), mentre il rapporto dollaro/yen è a 136,12 (136,27) mentre la divisa britannica si attesta a 1,21 contro il biglietto verde. In rialzo il petrolio con il contratto sul Wti consegna Aprile a 77,42 dollari al barile (+2,1%) e quello sul Brent di pari scadenza a 83,9 dollari (+1,67%). Scende, infine, dell'1,4% a 46,7 euro al megawattora il prezzo del gas naturale ad Amsterdam.


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