di Paco Guarnaccia
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Le Olimpiadi di Tokyo, rimandate dal 2020 al 2021, sono in calendario dal 23 luglio fino all'8 agosto e la grande macchina organizzativa è già a pieno regime. Macchina di cui Omega è parte fondamentale per la sua lunghissima tradizione con i Giochi Olimpici e, di fatto, uno dei ruoli più importanti: è il cronometrista ufficiale. A Tokyo lo sarà per la 29ª volta. La prima è stata alla decima edizione che si tenne a Los Angeles dal 30 luglio al 14 agosto del 1932. E' stata una prima volta per Omega, ma anche per i Giochi che mai fino ad allora si erano avvalsi di un'azienda privata per fissare i tempi degli atleti in gara. Dalla Svizzera partì quindi un cronometrista con una valigia piena di 30 cronografi certificati dall'Osservatorio Astronomico di Neuchâtel. E, oltre ai 10''3 del velocista americano Eddie Tolan nei 100 metri piani (da sempre la gara più attesa) a Los Angeles il team di cronometraggio fissò altri 16 record mondiali con una precisione molto vicina al decimo di secondo. Un risultato nel risultato che non passò inosservato e che fu solo il primo capitolo di una lunga collaborazione ricca di innovazioni. Come quella che Omega ha introdotto a Londra 1948: una camera fotofinish arricchita con cellule fotoelettriche. Detto anche “Magic Eye”, questo sistema venne utilizzato per districare eventuali disaccordi su chi avesse tagliato per prima il traguardo. Cosa che ovviamente successe. All'arrivo della finale del 100 metri due americani, Harrison Dillard e Barney Ewell, con 10''3 avevano segnato lo stesso tempo. Alla fine lo scatto del Magic Eye fu inequivocabile e la medaglia d'oro prese la direzione del collo di Dillard.
Il marchio svizzero ha realizzato anche il sistema per il cronometraggio del nuoto.
Poi, ancora, ecco la strumentazione realizzata da Omega per cronometrare le gare di nuoto: dagli altoparlanti inseriti ai blocchi di partenza al touchpad alla fine di ogni vasca che per essere azionato necessita di una pressione tra 1.5 e i 2.5 kg ma che, anche se il tocco è leggero, permette comunque ai tecnici del brand di arrivare al timing esatto avvalendosi di una videocamera velocissima in grado di fissare 100 immagini al secondo. Sempre di Omega è ovviamente anche la futuristica pistola starter elettronica che è stata usata per la prima volta alle Olimpiadi Invernali di Vancouver 2010. Da quel momento, basta con i revolver e la polvere da sparo, ma ecco una pistola flash con scatola sonora collegata a degli altoparlanti posizionati dietro ogni atleta. Quello che succede ora al via è sintetizzabile con: una luce, un suono e l'immediata accensione del cronografo. Tornando all'oggi, non va dimenticato che Omega realizza orologi e infatti ha lanciato diverse novità legate alle Olimpiadi di Tokyo.
La pistola starter sviluppata da Omega e introdotta per la prima volta ai Giochi Olimpici Invernali di Vancouver 2010. Premuto il grilletto emette una luce, suona e fa partire il cronometro.
L'ultima è un Seamaster Diver 300M Tokyo 2020 con cassa in acciaio di 42 mm di diametro sulla quale si trova una lunetta in ceramica blu con le indicazioni per calcolare i tempi di immersione. Il quadrante è in ceramica bianca decorato con motivi a forma di onde. I riferimenti all'evento sportivo sono sul fondello in vetro zaffiro che ne mostra il logo e svela anche il movimento automatico Omega Co-Axial Master Chronometer 8800 certificato da METAS (Istituto Federale Svizzero di Metrologia).
I tre orologi che Omega ha realizzato per Tokyo 2020 . Da sinistra, il Seamaster Aqua Terra 150M Tokyo 2020 (2.020 esemplari, 6.300 euro); il Seamaster Diver 300M Tokyo 2020, i cui colori sono ispirati al simbolo dei Giochi Olimpici di Tokyo 2020 (5.600 euro) e il Seamaster Planet Ocean 600M Tokyo 2020 Limited Edition (2.020 pezzi, 7.500 euro).
Precedentemente la casa orologiera aveva lanciato un Seamaster Aqua Terra Tokyo 2020 Limited Edition (2.020 pezzi), e il Seamaster Planet Ocean Tokyo 2020 Limited Edition (sempre in 2.020 esemplari). Omega è sempre pronta a scattare dai blocchi di partenza e nella sua tradizione c'è sempre stata la velocità nell'innovare.
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