di Davide Madeddu
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Dalla telemedicina al turismo. È la quarta rivoluzione avviata dalla fibra e che vede protagonista Open fiber in campo con nuove iniziative per aumentare le risorse. In questo percorso non manca lo sviluppo dei piccoli borghi, la lotta allo spopolamento dei piccoli centri e l’agricoltura . «Le mete turistiche vengono decise online e le aree che non hanno questo collegamento rischiano di essere tagliate fuori dal turismo internazionale». È la premessa con cui Fabio Tamburini, direttore del Sole 24 ore ha aperto l’evento “Italia digitale. Il valore della connettività e l'impatto sul territorio”, organizzato dal Sole 24 ore in collaborazione con Open Fiber.
«È arrivato il momento di superare ogni resistenza e aumentare gli sforzi – ha aggiunto Tamburini – e di dare una spallata per costruire una rete a banda larga anche nelle zone e a fallimento di mercato». Per Riccardo Giovannini, partner di EY, che ha rimarcato l’importanza della sostenibilità, “da subito” si sono registrati gli aspetti positivi legati alla connettività e alla banda larga».
«Nei piccoli centri, dove era in corso un processo di spopolamento, si è registrato un aumento netto di nuovi residenti – ha detto –. C’è stato un miglioramento delle attività gestionali della pubblica amministrazione e dell'attività delle imprese». Poi altre iniziative come il progetto “Meglio”, destinato alle aree sismiche che serve ad acquisire elementi sismici e a consentire una più rapida diffusione dei dati e che va a vantaggio della collettività, oltre all'importanza nella telemedicina.
La sfida, iniziata cinque anni fa, oggi è quasi vinta. E Franco Bassanini, presidente di Open Fiber non ha avuto dubbi: «I risultati si vedono – ha detto – ci sono 12,7 milioni unità immobiliare raggiunte, quasi 8 milioni nelle città. Più del 90 per cento è commercializzabile». Le maggiori difficoltà però si registrano nelle cosiddette aree bianche dove ci sono i maggiori problemi di origine burocratica.
«Oggi siano a più di due terzi di realizzazione del piano industriale nelle aree nere, siamo invece a metà del piano industriale ma un po' meno come unità immobiliare e commerciabili nelle aree bianche». Poi il capitolo aree grigie “parteciperemo alle gare” e le difficoltà legate alla mancanza di personale «escavatoristi e giuntisti di fibra ottica».
«Siamo in un momento di cambio della struttura azionaria, che si concluderà tra qualche settimana – ha aggiunto -. Siamo al lavoro, con i nuovi azionisti, per un nuovo piano che consentirà di rispondere alla di domanda fibra nelle aree grigie». Il piano originale di Open Fiber prevede 7,1 miliardi di investimenti – di cui il project financing è pari a 4,7 miliardi - per cablare 19 milioni di unità immobiliari, di cui 12,7 milioni già coperte.
A guardare positivamente alla fibra e all’infrastruttura che arriva anche nelle campagne Massimo Giansanti, presidente di Confagricoltura: «Per fortuna che c'è stata Open Fiber che ha portato la fibra nelle campagne perché altrimenti non ci sarebbe stata alcuna opportunità. Oggi l’agricoltura viaggia con la tecnologia e ha bisogno di infrastruttura e connettività».
E poi l'elemento Covid che in questo viaggio verso il cambiamento ha avuto la funzione di acceleratore, come sottolineato da Emanuela Ciapanna, Capo del Settore Concorrenza e mercati regolamentati, Dipartimento Economia Statistica, di Banca d’Italia. «Già dieci anni fa si guardava al primo digital divide – ha detto –. Il Covid è stato uno choc di domanda digitale di portata mondiale ha avuto il ruolo e il vantaggio di portare in maniera coordinata ad adottare le tecnologie digitali per continuare a svolgere le proprie attività».
Dello stesso avviso anche Maximo Ibarra, Ceo Engineering che ha sottolineato: «la pandemia ha accelerato un percorso organico che sarebbe successo magari nel 2023». Poi un passaggio: «Ogni incremento negli investimenti nella fibra ottica del 10 per cento e fa crescere il pil in una percentuale che va dall'1 al 2%”».
Trasformazione e cambiamento. «Oggi stiamo vivendo una fase molto importante dal punto di vista civile dell'umanità con due grandi trasformazioni – ha sottolineato Pierluigi Sassi, presidente di Earth Day Italia:-digitale sostenibilità».
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