di Pierangelo Soldavini
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Lasciamo perdere fenomeni folkloristici ed estemporanei come dogecoin, shiba inu e altri memecoin. L’intero comparto delle criptovalute nel 2021 ha cambiato faccia sulla spinta dell’allargamento dei confini e delle nuove applicazioni.
Lo testimoniano le valutazioni delle maggiori valute: se pensate che bitcoin sia l'asset che abbia guadagnato di più quest'anno vi sbagliate di grosso. In realtà è stata sopravanzata di gran lunga da Binance Coin, balzata nel corso dell'anno al terzo gradino tra la criptovalute a maggior capitalizzazione. E non senza motivi.
Vediamo le cifre messe insieme da Arcane Research, società di analisi dedicata al mondo cripto. Bitcoin ha guadagnato il 73% - facendo comunque meglio dell'S&P500 (+28%) e dell'oro (-7%) -, ma ancora meglio ha fatto ethereum, la seconda criptovaluta che ha guadagnato il 455%, e soprattutto Binance Coin, balzata al terzo posto grazie a un rotondo balzo del 1.344% con una capitalizzazione totale pari a 87 miliardi di dollari.
Il risultato è che il bitcoin ha perso decisamente terreno rispetto alle altcoin, mentre l'espansione dell'ecosistema cripto spinge le alternative coin sulla base degli utilizzi legati soprattutto agli smart contract e alle applicazioni di finanza decentralizzata. «Mentre bitcoin ha mostrato una sua solidità nel 2021, abbiamo visto un costante flusso di capitali riversarsi sulle altcoin», affermano gli analisti di Arcane Research.
La criptovaluta numero uno rimane tale con una capitalizzazione di 910 miliardi dollari (sui 2.250 miliardi delle oltre 16mila criptovalute esistenti), ma il suo peso all'interno del totale delle valute digitali è crollato dal 70% a inizio anno al 40% attuale.Mentre ethereum è cresciuto al 20% e Binance Coin al 9,5%, dati che indicano concretamente il cambio di passo che c'è stato quest'anno, con l'evoluzione del mercato sulla base di elementi concreti e di applicazione delle criptovalute.
Se bitcoin rimane ancorato al suo valore di “oro digitale”, ma con tutti i suoi limiti di funzionalità, ethereum ha veleggiato sull'onda del suo ruolo di protocollo già pronto per gli smart contract, i contratti che si autoeseguono al verificarsi di determinate condizioni e che non hanno quindi bisogno di alcun intermediario, come si conviene nel criptomondo.
Gli smart contract sono utilizzati per la creazione degli Nft, i token non fungibili, e dei protocolli di finanza decentralizzata (DeFi), due strumenti che sono esplosi nel corso dell'anno.
Si spiega cosi anche la performance di Binance Coin (Bnb), la valuta collegata a Binance, il più grande exchange al mondo per volumi. E la valuta che viene utilizzata per Binance Smart Chain, la piattaforma blockchain che supporta smart contract utilizzati soprattutto per la DeFi emersa come una delle principali concorrenti di ethereum.
Non è un caso che anche Solana, altra criptovaluta utilizzata per smart contract da finanza decentralizzata, abbia visto decuplicare le proprie quotazioni nell'anno.
L'evoluzione dell'ecosistema cripto punta quindi a una crescita complessiva delle applicazioni scatenando quella che Arcane indica come la corsa degli “Eth-killer”, indicando l'insidia al primato di ethereum negli smart contract.
Intanto si guarda già al metaverso e alle valute per gaming che potrebbero essere i prossimi grandi ambiti di espansione per la criptovalute.
Pierangelo Soldavini
Vicecaporedattore
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