di Camilla Colombo
Un ritratto di Pina Amarelli.
4' di lettura
LA MIA ICONA DI STILE
Mi sento abbastanza sicura di me, mi piace essere me stessa, anche se ho sempre ammirato lo stile di Chanel, da cui mi sono fatta ispirare. Tanti anni fa, sono stata scelta proprio dalla maison francese come testimonial d'eleganza e immagine di donna che lavora. Accadde anche con Longines: vinsi per due volte il premio dell'Eleganza.
Cappotto in cashmere, con cintura e monile, BRUNELLO CUCINELLI.
L'ULTIMA COSA CHE HO ACQUISTATO E LA PROSSIMA CHE HO ADOCCHIATO
In questo ultimo periodo, fra Covid e ripresa del lavoro, non ho fatto acquisti particolari. Ho adocchiato un bel cappotto di Cucinelli, ma non è ancora il momento. Poi il sogno, che rimane nel cassetto, è la borsa Birkin di Hermès. Mi piace essere elegante, ma sempre nell'ambito della sobrietà.
Columbus Circle, a New York City.
UN POSTO INCREDIBILE IN CUI HO VIAGGIATO NEGLI ULTIMI ANNI
Sono legatissima a Parigi, perché sono stata, unica donna finora, presidente dell'Association Internationale d'Entreprises Familiales & Bicentenaires. È una città che già amavo, ho dimestichezza con la lingua sin da bambina: quando mi sono ritrovata a presiedere un'importante associazione di industriali è stato un momento molto gratificante. Sono appassionata anche della Germania, perché spesso ci vado per lavoro e conosco bene la lingua. E poi New York, che ora abbiamo messo un po' in sottofondo a causa della pandemia: ci sembra quasi impossibile poterci tornare!
L'app Google News.
IL PRIMO SITO O LA PRIMA APP CHE VEDO LA MATTINA
Guardo su Google le ultime notizie e il meteo: la sede di Amarelli in Calabria si trova in una zona fra campagna e mare dove conoscere le condizioni del clima è meglio, soprattutto quando piove. Poi consulto le varie rassegne stampa: Cavalieri del Lavoro, banche, essendo stata presidente di una piccola banca e consigliera della Banca Popolare dell'Emilia Romagna, Comitato Leonardo, di cui faccio parte del direttivo.
Un dessert del ristorante Don Alfonso, a Sant'Agata sui Due Golfi.
L'ULTIMO PASTO CHE MI HA COLPITA
Ho girato praticamente tutti i ristoranti migliori del mondo, perché ho fatto la giornalista pubblicista e scritto per il Gambero Rosso. Il mio posto del cuore, però, è Don Alfonso, a Sant'Agata sui Due Golfi, un luogo d'arte e d'eccellenza, ma semplice. Ho avuto l'occasione di mangiare da Alain Ducasse, un nostro cliente, come tanti altri chef, e da Joël Robuchon, ma in Francia non si respira la semplicità tipica dell'Italia. Un altro chef che ricordo con entusiasmo è Gualtiero Marchesi, che ci ha iniziato alla cucina raffinata.
UNA SCOPERTA RECENTE
Da poco ho un bellissimo incarico, totalmente onorifico presiedo, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il comitato per gli anniversari d'interesse nazionale. Ho scoperto una vastità di eventi importanti, da far conoscere ai giovani per una consapevolezza del passato utile alla costruzione del presente.
Borsa in pelle, con perle, strass, metallo dorato, argentato e finitura rutenio, CHANEL.
IL MIGLIOR SOUVENIR PORTATO A CASA DA UN VIAGGIO
Direi un po' di tutto. Quando si compravano ancora a Parigi le borsette di Chanel, ne avevo una collezione e le acquistavo con piacere, per cui oggi vivo di rendita. Quando si andava a New York, si prendeva sempre qualcosa da Ralph Lauren per quel look sportivo, ma elegante, che andava bene in campagna. Mi è sempre piaciuto acquistare porcellane in Germania e bicchieri di diversa fattura, adatti alle degustazioni.
COSA NON PUÒ MANCARE NEL MIO FRIGORIFERO
Di sicuro non manca mai qualche buona bottiglia di vino bianco di alta qualità del Nord, del Prosecco e dell'Aperol per fare uno Spritz. Poi il Parmigiano o dei filetti di salmone, a seconda del tocco che si vuole dare.
L’interno del Teatro San Carlo, a Napoli.
L'ULTIMA MUSICA ASCOLTATA
Mi piace molto la musica classica: avendo una casa a Napoli, sono abbonata al Teatro San Carlo. Quando mi devo rilassare e ho bisogno di una classica leggera, scelgo Le Quattro Stagioni di Vivaldi, che sono di facile effetto, o qualche concerto di Chopin.
Sublimage La Crème Lumière, CHANEL.
CHE COSA NON MANCA MAI NELLA MIA BEAUTY ROUTINE
Sono una fedelissima di Chanel, soprattutto creme per il viso che mi danno dei risultati apprezzabili. Non ho ceduto alla chirurgia plastica, perché ogni espressione del volto rappresenta un'esperienza vissuta.
I LIBRI SUL COMODINO
In questo momento ho Il Pane Perduto di Edith Bruck e un simpatico libro dal titolo La biblioteca di Parigi di Janet Skeslien Charles. Ho dei libri che durano anni, anche perché ho due case, una a Napoli e una in Calabria. Lì, ad esempio, ho da quando ha vinto il Premio Strega, La scuola cattolica di Edoardo Albinati. Quando siamo in campagna, spesso si sta tutti insieme, si beve qualcosa in giardino o davanti al camino, si arriva a letto stanchi e si legge meno.
Una tazzina di caffè.
UN PIACERE A CUI NON SO RINUNCIARE
Il caffè amaro la mattina.
Confezione di liquirizia AMARELLI, in edizione limitata, che riproduce la scultura luminosa “Il volto degli altri”, realizzata dall'artista Marco Lodola ed esposta al museo Amarelli.
L'ARTISTA CHE COLLEZIONEREI SE POTESSI
Fra qualche giorno sarò ospite di Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, che invidio molto per la sua bella collezione. Sarà l'occasione per visitare, ad Alba, la mostra dedicata ad Alberto Burri, in corso alla Fondazione Ferrero (fino al 30 gennaio 2022, ndr), di cui ammiro le creazioni. In campo fotografico, mi piace molto Mimmo Jodice. I casi della vita mi hanno portato a conoscere un artista speciale, Marco Lodola, che realizza sculture illuminate e ha fatto anche delle vetrine per Dior. Ci ha consacrato una sua opera, a forma di una nostra scatoletta, esposta nel Museo Amarelli: è una grande scultura luminosa con tanti volti indefiniti colorati. Questa interpretazione della scatoletta, firmata Marco Lodola, arriverà presto anche sul mercato in un'edizione limitata.
“Amarelli. Una storia di innovazione dalle nobili radici”, Pina Mengano Amarelli, Rubbettino Editore.
SE NON FACESSI QUELLO CHE FACCIO, FAREI…
Ho già cambiato pelle varie volte, volevo fare il magistrato quando le donne non potevano accedere alle cariche della magistratura, perché volevo rompere il tetto di cristallo. Avevo fatto dei concorsi, stavo iniziando come avvocato, poi, per una serie di eventi familiari, mi sono trovata imprenditrice: è stata una soddisfazione grande e una svolta importante nella mia vita. Durante il periodo di lockdown, ho scoperto un altro lato di me: ho scritto un libro sulle vicende della famiglia e dell'azienda, Amarelli. Una storia di innovazione dalle nobili radici, ed è venuto molto bene. Quando l'ho visto presentato in televisione, mi è parso un grande successo per una persona che non vive di scrittura.
SE NON VIVESSI DOVE VIVO, VIVREI…
Non mi dispiacerebbe Roma, anche se è una città difficile. Ma sono contenta così, ho una bellissima casa a Rossano, un palazzo del Quattrocento, parte delle Dimore Storiche Italiane, e una piccola casa a Napoli che si affaccia direttamente sul golfo.
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