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Giro d’Italia: Bernal stacca tutti, affonda il giovane Evenepoel

di Dario Ceccarelli

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(LAPRESSE)

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Il colombiano, sempre scortato dai fidi granatieri dell'Ineos, ha messo alle corde i suoi più diretti avversari attaccandoli dopo 70 chilometri

19 maggio 2021
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3' di lettura

In vino veritas. Nella tappa di Montalcino, una tappa da far girar la testa per gli sconquassi che produce passando per le strade bianche nelle colline del vino, emergono le prime verità di un Giro d'Italia sempre più frizzante e spettacolare.

Un Giro che fa emergere giorno dopo giorno nuovi protagonisti, quasi tutti giovanissimi e pronti a mettersi in evidenza. Ragazzi come lo svizzero Mauro Schmid, classe 1999, che conquista la vittoria precedendo in volata dopo 162 chilometri di fuga il varesino Alessandro Covi, 23 anni, anche lui della Nouvelle vague di un ciclismo sempre più svincolato dalle rigide gerarchie degli anni precedenti alla pandemia.

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L’affondo della maglia rosa ai rivali

Ma la vera notizia, che arriva da Montalcino, non è la vittoria di questi due ragazzi partiti in fuga con altri nove corridori pochi chilometri dopo la partenza di Perugia. La vera novità, in chiave di classifica, è il nuovo affondo che la maglia rosa Egan Bernal assesta alla concorrenza. Il colombiano, sempre scortato dai fidi granatieri dell'Ineos, ha infatti messo alle corde i suoi più diretti avversari attaccandoli dopo 70 chilometri nei vari tratti di sterrato di un percorso che non ha mai permesso di rifiatare.

La prima vittima, quella più significativa, è il giovane belga Remco Evanepoel, l’avversario più temuto da Bernal, che alla fine perderà 2 minuti e 8” retrocedendo al settimo posto in classifica generale. Un pesante ridimensionamento quello del belga che, fino a questa tappa, sembrava in continuo crescendo nonostante fosse tornato per la prima volta in corsa dopo il drammatico incidente al Giro di Lombardia in cui si era fratturato il bacino. Sei mesi di stop sono tanti ma il giovane Remco, indiscutibile talento, dava l'impressione di avere ampi margini di miglioramento.

Lo scatto della Ineos

Forse proprio per questo la Ineos, il Super Team di Bernal, arrivata al primo tratto di sterrato, ha dato una fortissima accelerata, una sgommata che ha messo subito in affanno il giovane Remco e il russo Vlasov che però alla fine riuscirà a contenere i danni perdendo solo una ventina di secondi dalla maglia rosa. È in questo tratto che Ganna, sempre devastante nelle sue accelerazioni, rischia di finire a gambe all'aria. Ma il piemontese riesce con uno spericolato equilibrismo a mantenersi in sella.

In un vortice di polvere succede di tutto. Ma il momento critico per Evenepoel è a una ventina di chilometri da Montalcino, negli ultimi due sterrati, dove sotto la spinta di Gianni Moscon, il belga va definitivamente in crisi scagliando via in un impeto di rabbia gli auricolari con cui dall'ammiraglia della Deceuninck lo esortavano a non mollare.

Ma il belga non è stato l'unico ad andare in crisi. Negli ultimi cinque chilometri si staccano anche Vincenzo Nibali e purtroppo anche Giulio Ciccone che, alla fine, perderà 1 minuto e 47”. Un brutto colpo per l'abruzzese che in classifica generale ora scende all'ottava posizione dietro Evenepoel. Finora Ciccone, assistito da Nibali, era riuscito a contenere i danni in attesa delle grandi salite dell'ultima settimana. Adesso le cose si complicano, anche se è presto per bocciarlo definitivamente.

Yates contiene i danni

Chi contiene i danni è invece Simon Yates che alla fine dei conti perde solo 26 secondi conservando il quinto posto a 1 minuto e 22” da Bernal. Il britannico, memore del Giro 2019, quando dopo aver portato a lungo la maglia rosa è crollato nel finale, adesso gioca a nascondino. Fa il sornione. Comunque è da tener d'occhio. Bernal, sempre più in palla, getta acqua sul fuoco. «La strada per vincere è ancora molto lunga. Bisogna tenere i piedi per terra e rimanere sempre concentrati». Tutto vero, comunque il colombiano può contare sul supporto di una squadra - la Ineos - che è una vera corazzata, sempre sul pezzo e sempre pronta a colpire gli avversari appena li vede al gancio. Bernal fa bene a schermirsi, però il suo potere si consolida. Non siamo ancora a un uomo solo al comando, ma poco ci manca. Vedremo. È bastata una tappa, mossa come un prosecco (più che un rosso di Montalcino) a rovesciare tanti giudizi. Era un giro aperto, con un governo ballerino, adesso siamo pronti per una lunga presidenza. È proprio il Giro d'Italia.

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