di Andrea Biondi
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Nelle more della separazione della rete Tim, il primo vero scorporo della rete in Italia arriva in casa Wind Tre. Dove l’infrastruttura ora ha un altro azionista di maggioranza: il fondo svedese Eqt Infrastructure che ha siglato un accordo per acquisire una partecipazione del 60% nella società di nuova costituzione che possiederà e gestirà la rete mobile e fissa dell'operatore italiano di telecomunicazioni. La transazione, si legge in una nota, «avviene sulla base di un entreprise value di 3,4 miliardi di euro». L’intero gruppo Eqt nel 2022 aveva 210 miliardi di euro di asset under management. Il fondo fa parte, attraverso la holding Investor AB, dell’impero della potente famiglia svedese Wallenberg (banchieri, industriali, politici, diplomatici), che include nella propria orbita giganti come ABB, AstraZeneca, Ericsson, Electrolux.
La società, si legge ancora «fornirà servizi di connettività wholesale a Wind Tre e ad altri operatori di telefonia mobile italiani, diventando il principale player per copertura e capacità di rete mobile del Paese, gestendo così una parte essenziale dell‘infrastruttura digitale nazionale». E si tratta di una rete all’avanguardia visto che «alla fine del 2022 già copriva circa il 67% dell’Italia con ricezione 5G».
«Abbiamo lavorato a stretto contatto con Ck Hutchison per sviluppare questa transazione innovativa nel settore delle telecomunicazioni. Eqt crede fermamente nella logica strategica di separare le infrastrutture e i servizi degli operatori di telefonia mobile e consideriamo questo investimento come un modello per future operazioni con operatori in altri mercati europei», ha commentato Francesco Malvezzi, Managing Director e Head of Italy del team di advisory di Eqt Infrastructure. La transazione è soggetta alle consuete approvazioni normative e si prevede che si concluda entro sei-nove mesi.
A passare nella nuova società della rete saranno 2mila dei 6.500 lavoratori della telco di proprietà della conglomerata di Hong Kong, Ck Hutchison. E nulla hanno potuto lavoratori stessi e sindacati per opporsi all’operazione, contro la quale i dipendenti Wind Tre hanno scioperato lo scorso 4 maggio. Di «scelta totalmente sbagliata che non ha alcun razionale industriale, ma mira a fare cassa per fronteggiare le evidenti storture di un modello di mercato delle telecomunicazioni folle» aveva parlato in quel frangente Riccardo Saccone, Segretario Nazionale Slc Cgil.
Intanto, in contemporanea con l’annuncio della vendita del 60% della società della rete al fondo Eqt, Wind Tre annuncia anche un’acquisizione. L’ambito è quello della offerta di cybersecurity per il mercato Business con l'acquisizione del 70% di Rad, specializzata in soluzioni di cybersicurezza, progettate e realizzate per rispondere alle esigenze di protezione informatica sia delle grandi aziende sia delle piccole medie imprese. «L'acquisizione di Rad – afferma Gianluca Corti, ceo di Wind Tre – rappresenta un ulteriore importante investimento della nostra azienda e dell'azionista in Italia. In particolare, conferma la volontà di Wind Tre di continuare a puntare sulle eccellenze tecnologiche del nostro Paese per offrire servizi sempre più evoluti e diversificati, anche in ambito B2B, nonché per supportare la digitalizzazione delle imprese e delle pubbliche amministrazioni».
Andrea Biondi
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