dal nostro corrispondente Beda Romano
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BRUXELLES – La Commissione europea annunciato oggi che nonostante ritardi le operazioni di ricollocamento dei rifugiati arrivati in Italia e in Grecia proseguono, a due anni dalla decisione del Consiglio nel 2015. Alcuni paesi sono oggetti di procedura di infrazione, in particolare la Polonia, la Repubblica Ceca e l'Ungheria per violazione del diritto comunitario; ma altri stati membri, come Malta o la Lettonia, hanno accolto pienamente le loro quote di migranti assegnate a suo tempo.
Secondo gli ultimi dati, sono state redistribuite 24.676 persone (vale a dire 16.803 dalla Grecia e 7.873 dall'Italia). Il mese di giugno ha visto oltre 3mila ricollocamenti, un record, ha spiegato oggi l'esecutivo comunitario. In tutto devono essere ricollocate 160mila persone in due anni. La Commissione ha fatto notare che Malta, la Lettonia e la Norvegia (un paese dello Spazio economico europeo che ha deciso di partecipare volontariamente alla redistribuzione) hanno accolto le rispettive quote.
Come detto, tre paesi dell'Europa orientale si sono finora rifiutati di partecipare al ricollocamento e sono quindi oggetto di una procedura di infrazione. Proprio oggi, l'avvocato generale della Corte europea di Giustizia ha respinto il ricorso di Slovacchia ed Ungheria, considerando legittimo il ricollocamento di rifugiati deciso dal Consiglio nel 2015. L'opinione di Yves Bot non è vincolante, ma solitamente la magistratura comunitaria segue la decisione dell'avvocato generale.
Nella sua comunicazione di oggi, la Commissione europea esorta l'Italia a facilitare la redistribuzione dei rifugiati. Vi sono 25mila cittadini eritrei arrivati in Italia, ma per ora solo 10mila sono stati registrati per essere oggetti di una procedura di ricollocamento nell'Unione europea. La decisione di redistribuire rifugiati è stata presa nel 2015 e vale per due anni. Bruxelles sottolinea che dovranno essere ricollocati tutti coloro arrivati entro il 26 settembre 2017.
Nel frattempo, prosegue anche il reinsediamento sul territorio comunitario delle persone ancora presenti in paesi terzi. Delle 22.504 persone da reinsediare, 17.179 persone sono già state trasferite nei paesi di destinazione. Reinsediamento e ricollocamento provocano problemi sociali e politici, ma anche tecnici e burocratici che la Commissione europea cerca di risolvere con il crescente coinvolgimento delle agenzie comunitarie Easo e Frontex.
La comunicazione di oggi dell'esecutivo comunitario giunge in un momento delicatissimo. L'Italia sta dando battaglia per modificare il diritto d'asilo e soprattutto i piani operativi di due missioni di salvataggio in mare dei migranti: Triton e Sophia. Nei due casi, l'obiettivo è di regionalizzare le operazioni e permettere alle navi di sbarcare le persone non solo in porti italiani. Per ora, il governo italiano è isolato. L'Europa vuole in questo momento concentrarsi sul frenare i flussi in arrivo.
Beda Romano
Corrispondente
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