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Elezioni regionali, cosa svelano i flussi a Milano rispetto a 2022, 2021 e 2018

di Marco Alfieri

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(IMAGOECONOMICA)

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Chi avevano votato alle precedenti tornate gli elettori milanesi di Fontana, Majorino e Moratti? Le elaborazione di YouTrend per il Comune di Milano

17 febbraio 2023
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3' di lettura

Milano da qualche tempo fa storia a sé nelle vicende elettorali. Dopo tangentopoli, per quasi vent'anni, è stata capitale indiscussa del centrodestra e del berlusconismo egemone grazie ai sindaci Formentini (Lega), Albertini e Moratti (Forza Italia). Eppure, a partire dal 2011, naviga controcorrente e in splendida solitudine rispetto al vento del nord, saldamente ancorato a destra. Nel governo della città, prima con Giuliano Pisapia poi con Beppe Sala (arrivato al secondo mandato), ma anche nelle altre tornate elettorali.

Ad esempio alle Politiche dello scorso settembre Fratelli d'Italia ha trionfato in tutta Italia ma non nel capoluogo lombardo (Pd primo partito cittadino con il 26,1% dei consensi davanti alla formazione di Giorgia Meloni che ne raccoglie il 18,3%). La storia si ripete alle ultime regionali. Il governatore leghista uscente, Attilio Fontana, conquista largamente il mandato bis al Pirellone ma in città viene sconfitto nettamente dal candidato di centrosinistra, Pierfrancesco Majorino (46,8% vs 37,6%).

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Ma se Milano è una specie di grande villaggio di Asterix immerso nella Gallia romana (leggi centrodestra), per chi avevano votato alle precedenti tornate gli elettori milanesi di Fontana, Majorino e Letizia Moratti?

Grazie ai dati per sezione disponibili sul sito del Comune di Milano, YouTrend ha potuto elaborare i flussi elettorali tra le Regionali 2023 comparate con le Regionali 2018, le Comunali 2021 e le Politiche 2022.

Ovviamente i dati non sono da assolutizzare, per via dell'altissima astensione (in città ha votato solo il 42,1% degli aventi diritto, praticamente in linea con il dato regionale), ma tra i votanti attivi le indicazioni che emergono sono interessanti.

«I flussi elettorali mostrano infatti che, rispetto alle comunali del 2021, l'astensione ha colpito maggiormente gli elettori di Sala, ovvero l'elettorato del centrosinistra», analizza Lorenzo Pregliasco, direttore di YouTrend. Non solo. Tra chi aveva votato il sindaco di centrosinistra «circa un voto su cinque è andato a favore di Letizia Moratti, soprattutto nella zona centrale della città».

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Segno di una parziale sovrapposizione degli elettorati tra quei ceti moderati residenti nei quartieri benestanti del capoluogo lombardo. Se invece facciamo il paragone con le precedenti Regionali del 2018, «l'astensione è stata fortissima tra chi aveva votato per l'allora candidato del Movimento 5 Stelle Violi: quasi 8 elettori su 10 hanno scelto di astenersi in queste elezioni (ricordiamo che in questa tornata il partito di Giuseppe Conte appoggiava Majorino e non esprimeva un suo candidato, ndr)».

Viceversa il presidente Fontana, pur vincendo ampiamente a livello regionale, in città ha subito un maggiore travaso verso l'astensione rispetto al centrosinistra. Majorino ha così vinto nettamente a Milano grazie ad una maggiore mobilitazione dell'elettorato Pd e al fatto che «quasi sei voti su dieci andati a Giorgio Gori nel 2018 (allora candidato presidente, ndr) sono rimasti nel centrosinistra», spiega Pregliasco.

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Per la cronaca: circa un elettore su cinque di Gori a Milano questa volta ha premiato Letizia Moratti, che nella sua città va meglio che nel resto della regione (13,8% vs 9,8%) pur senza sfondare.

In questo senso Milano si conferma davvero un'entità “extra-territoriale” rispetto al resto d'Italia ma anche alla regione di appartenenza. Il luogo dove la dicotomia città/dimensione urbana versus contado/provincia si amplifica al massimo e dove il voto a sinistra cresce proporzionalmente all'aumento del reddito imponibile, al numero di laureati e di stranieri residenti.

Per dire: Majorino ha battuto Fontana anche in altri 3 capoluoghi di provincia (Bergamo, Brescia e Mantova), ma mai con un distacco di quasi 10 punti come a Milano. In conclusione: «Il Pd ha tenuto bene anche rispetto alle Politiche di settembre, confermando oltre l'80% dei suoi voti milanesi» - continua Pregliasco - «mentre meno del 70% degli elettori di Fratelli d'Italia alle Politiche hanno riversato il proprio consenso su Fontana».

Da questo punto di vista, le maggiori difficoltà in città le ha incontrate senza subbio il Cinque Stelle. «A Milano - conferma Pregliasco - ben tre quarti di chi aveva votato il partito di Conte alle Politiche è rimasto a casa».

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