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Unicredit apre le porte a 725 giovani, di cui 125 esperti digitali

di Cristina Casadei

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(Imagoeconomica)

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Raggiunto l’accordo con i sindacati sul ricambio generazionale previsto dal piano che porterà anche 1.200 uscite volontarie e la conferma per mille apprendisti. Al via un’Academy digitale per riqualificare i lavoratori

27 gennaio 2022
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3' di lettura

Unicredit si prepara alla trasformazione digitale su cui nel piano industriale Unlocked 2022-2024 ha previsto 2,8 miliardi di investimenti e a una nuova staffetta generazionale, dopo che è stato raggiunto l’accordo con Fabi, First, Fisac, Uilca e Unisin. L’intesa prevede infatti 1.200 uscite su base volontaria, ma soprattutto 725 assunzioni di giovani e la conferma di mille apprendisti. Si tratta quindi di 1.725 nuovi posti di lavoro stabili, «ossia 525 in più delle 1.200 uscite - sottolinea una nota della Fabi -. Con 1.200 esodi e 725 ingressi viene raggiunta una percentuale di copertura delle cessazioni di servizio pari al 60%, mai raggiunta finora nel settore bancario». Confermate inoltre le 775 assunzioni che rimanevano da fare del piano Team 2023. «È un accordo di forte discontinuità rispetto alla precedente gestione di UniCredit: viene confermata, soprattutto, l’importanza dell’Italia per il futuro del gruppo e, pur in un piano industriale di rilevante trasformazione in chiave digitale, viene data centralità alle lavoratrici e ai lavoratori, confermando che il fattore umano, nel settore bancario, non può essere in alcun modo superato dalle nuove tecnologie», dice il segretario nazionale della Fabi, Mauro Morelli.

L’accordo riguarda le ricadute occupazionali del piano industriale Unlocked 2022- 2024 e prevede un primo blocco di 950 uscite che saranno gestite con pensionamenti e prepensionamenti, solo su base volontaria, attraverso il Fondo di solidarietà, compensate dalle prime 475 assunzioni. Seguirà poi una seconda “finestra” di uscita per 250 lavoratrici e lavoratori, sempre su base volontaria, compensata con 250 ingressi.

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I nuovi ingressi saranno destinati per l’83% alla rete, cioè 600 unità, mentre il restante 17%, ossia 125 persone, sarà assegnata all’area digital, il cui sviluppo è uno dei punti del piano e avverrà anche grazie alla creazione di un’apposita Academy, sempre in Italia, per la riqualificazione di tutti i lavoratori. Come spiega la banca in una nota il nuovo Piano avrà come punti di riferimento all’interno del perimetro italiano innanzitutto la centralità del ruolo sociale di UniCredit in Italia, dove ci sono fortissime radici e l’intenzione di contribuire a creare le condizioni per favorire l’auspicato rilancio strutturale dell’economia del Paese in termini di sostegno e attenzione al territorio, al tessuto produttivo e alle famiglie. A questo si aggiunga la centralità del cliente, che va di pari passo con quella della filiale per garantire un alto livello di presidio del territorio, poi la semplificazione organizzativa e efficientamento dei processi, per liberare tempo per il contatto con il cliente, con l’obiettivo di aumentare la capacità di fare business. Tra gli obiettivi c’è poi l’efficienza nei costi a vantaggio di investimenti nelle filiali ed in trasformazione digitale, per rendere UniCredit competitiva. L’amministratore delegato Andrea Orcel si dice molto soddisfatto per l’accordo raggiunto con i sindacati che ha ringraziato «per il confronto costruttivo e il loro significativo contributo al risultato ottenuto. Quest’accordo è una dimostrazione dell’approccio che abbiamo adottato in questi negoziati arrivando a un risultato positivo per i nostri dipendenti. Si tratta di un traguardo che ci consentirà di rafforzare ulteriormente la nostra vicinanza ai territori in modo socialmente responsabile e favorire un importante ricambio generazionale, anche in vista dei nuovi investimenti digitali che ci attendono, in linea con gli obiettivi di rilancio previsti dal piano UniCredit Unlocked».

Positiva la valutazione di tutte le sigle. Per la Uilca è importante «il rilancio operativo delle filiali e la conferma della cnetralità del gruppo in Italia». Dalla First Cisl spiegano che «il sindacato è pronto a fare la sua parte in questa nuova fase se le relazioni continueranno ad essere improntate alla condivisione strategica ed alla valorizzazione delle competenze delle lavoratrici e dei lavoratori».

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