di Luca Tremolada
2' di lettura
Possono memorizzare migliaia di libri, hanno una durate della batteria che si misura in settimane e li puoi serenamente leggere anche alla luce del Sole. Gli e-reader sono nati come schermi da lettura, contenitori di parole progettati per un utente preciso che sa quello che vuole.
Anche per questo apparentemente sembrano il dispositivo più impermeabile all’innovazione. Da fuori, quando sono spenti, sembrano tutti uguali: tavolette grigie, con schermi in bianco e nero, leggeri abbastanza da essere tenuti a lungo con una mano.
In realtà dal 1996 quando è nata la tecnologia e-ink molto è cambiato. I lettori di ebook sono diventati dispositivi più resistenti e leggeri, si sono aperti agli audiolibri e in alcuni casi hanno adottato il pennino per poterci scrivere sopra. Sono attenti all’ambiente e non fanno concessione all’intrattenimento audio-video. Nel tempo diventati il prodotto più radical chic dell’elettronica di consumo.
L’ultimo arrivato, presentato alcuni giorni fa, è la secondo generazione dell’e-reader della canadese Rakuten Kobo. Diciamo che il concorrente più forte di Kindle che ad oggi controlla questo mercato. Kobo Elipsa 2E è più grande (display da 10,3 pollici), ha un pennino nuovo (Kobo Stylus 2) che si attacca magneticamente e consente anche di accedere a Dropbox, a Google Drive (prossimamente) e di importare documenti ed esportare gli appunti personali per condividerli.
Viene presentato come l’e-reader più attento all’ambiente di sempre. È realizzato con oltre l’85% di plastica riciclata, con il 10% di plastica proveniente dagli oceani. La novità è che hanno realizzato una nuova cover di plastica riciclata (97%) per fare addormentare l’e-reader quando è chiuso. Viene venduta a parte e non costa poco (69 euro).
Anche Kobo Elipsa 2E non è a buon mercato (399 euro a partire dal 19 aprile). Di buono ha il pennino. Nel corso della nostra prova abbiamo apprezzato la funzione di prendere appunti, sottolineare, segnare note, fare un disegnino. Per chi è abituato a leggere e sottolineare per studiare o anche solo per condividere con qualcuno quello che si appreso il pennino è diventato una funzionalità fondamentale. Anche nell’apparente immobilismo degli e-reader.
Luca Tremolada
Giornalista
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