Food
Pubblicità

Food

La guerra in Ucraina fa balzare i prezzi di grano e mais: l’allarme del settore agroalimentare

di Emiliano Sgambato

Immagine non disponibile
(Vadim - stock.adobe.com)

(Vadim - stock.adobe.com)

Il rischio forniture si innesta sui forti aumenti registrati nei mesi scorsi sul fronte materie prime, oltre che sul fronte energetico e sugli scioperi degli autotrasportatori

24 febbraio 2022
Pubblicità

3' di lettura

Non solo caro-petrolio e gas: sotto la spinta dell’attacco della Russia all’Ucraina i prezzi del grano sono balzati del 5,7% in un solo giorno, raggiungendo il valore massimo da 9 anni a 9,34 dollari a “bushel” (staio, unità di misura internazionale pari a circa 35 litri, equivalenti a poco più di 27,2 kg di grano e 24,5 kg di mais, ndr), in base ai dati di chiusura del mercato future della borsa merci di Chicago, punto di riferimento mondiale delle materie prime agricole.

«L’aumento delle quotazioni delle materie prime – sottolinea la Coldiretti – ha interessato anche i prodotti base per l’alimentazione degli animali negli allevamenti, come la soia che ha raggiunto il massimo dal 2012 e mais che è al massimo da otto mesi».
A preoccupare i mercati è il fatto che il conflitto tra i due Paesi possa frenare le spedizioni dalla Russia e bloccare le spedizioni ucraine dai porti del Mar Nero con un crollo delle disponibilità sui mercati mondiali, con il rischio di inflazione su beni di consumo primario. «Un’emergenza mondiale che riguarda direttamente l’Italia – ricorda Coldiretti – Paese deficitario che importa il 64% del proprio fabbisogno di grano per la produzione di pane e biscotti e il 53% del mais di cui ha bisogno per l’alimentazione del bestiame».

Pubblicità

«Non è da escludere un'ulteriore stretta da parte di Mosca delle importazioni di prodotti agroalimentari dagli Stati membri dell'Unione attestate a circa 7 miliardi di euro nel 2020. E rischiamo – aggiunge il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – di non avere a disposizione le quantità necessarie di fertilizzanti per i prossimi raccolti. E il blocco dell'attività nel porto di Odessa potrebbe far collassare il mercato internazionale dei cereali». L’Ucraina – ricorda Confagricoltura – è il terzo esportatore di cereali a livello globale. La Federazione Russa è al primo posto, anche se ha attuato già dallo scorso anno una limitazione delle esportazioni per contenere l'aumento dei prezzi all'interno.
«Le imprese agricole continueranno a fare il massimo sforzo per garantire la continuità dei cicli produttivi e il regolare svolgimento delle consegne – assicura il presidente di Confagricoltura –. Alle istituzioni della Ue e al nostro governo chiediamo però il varo di misure straordinarie di supporto adeguate alla gravità della situazione in atto. Ci aspettiamo una chiara indicazione già dall'odierna riunione straordinaria del Consiglio Europeo. Nessuna impresa può reggere l'aumento dei costi già acquisito e l'ulteriore corsa verso l'alto che potrebbe scattare nelle prossime settimane, se non ripartiranno rapidamente le trattative diplomatiche per la soluzione della crisi».

«Quanto sta accadendo in Ucraina – afferma Ivano Vacondio presidente di Federalimentare – si sta ripercuotendo anche sul nostro Paese come un terremoto che vede le industrie alimentari nell’epicentro». Anche il costo del gas, indica Federalimentare, è lievitato di un ulteriore 30% nelle ultime ore, mentre il prezzo dei cereali è aumentato nella notte di 50 punti alla borsa merci di Chicago. «A questi aumenti spaventosi si aggiunge la follia degli scioperi dei trasportatori in diverse regioni italiane che riteniamo assolutamente inopportuni in una situazione già così drammatica. Molte aziende del Centro-Sud – continua Vacondio – come i mulini, sono già fermi già da lunedì e altrettanti pastifici e aziende che producono prodotti della filiera del pane hanno dovuto bloccare la produzione per mancanza di materie prime».

«È un momento delicato e dobbiamo evitare che questa crisi internazionale possa ripercuotersi su consumatori e agricoltori – dice Gianluca Lelli, amministratore delegato di Consorzi Agrari d'Italia –. Abbiamo il dovere di evitare che qualche speculatore, puntando ad acquistare materie prime agricole a prezzi più bassi, costringa gli agricoltori a svendere il prodotto addirittura sotto i costi di produzione, esplosi a causa del caro energia e degli incrementi di concimi e mangimi».

L'Ucraina, secondo i dati Coldiretti, ha un ruolo importante sul fronte agricolo con la produzione di circa 36 milioni di tonnellate di mais per l'alimentazione animale (5° posto nel mondo) e 25 milioni di tonnellate di grano tenero per la produzione del pane (7° posto al mondo) mentre la Russia è il principale Paese esportatore di grano a livello mondiale.

Riproduzione riservata ©
Pubblicità
Visualizza su ilsole24ore.com

P.I. 00777910159   Dati societari
© Copyright Il Sole 24 Ore Tutti i diritti riservati
Per la tua pubblicità sul sito: 24 Ore System
Informativa sui cookie  Privacy policy