Ucraina, i soldati di Kiev cercano di respingere i russi a Soledar
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Che non sarebbe stato un Natale di pace era scontato, adesso possiamo dire che non è stato neanche un Natale di tregua. La tregua unilaterale annunciata da Mosca per il Natale ortodosso è stata infatti rotta dai raid e dalle accuse reciproche. Il Cremlino assicura di aver osservato il cessate il fuoco nonostante le violazioni ucraine. Kiev accusa i russi di aver ucciso due civili nel Donetsk nelle ultime 24 ore. Secondo gli 007 ucraini Putin è pronto a ordinare la mobilitazione di ben 500mila coscritti a gennaio in aggiunta ai 300mila richiamati a ottobre.
In questo clima cupo si sono svolte le celebrazioni del primo Natale ortodosso in tempo di guerra, sia a Mosca che a Kiev. Putin ha assistito da solo alla messa di mezzanotte nella Cattedrale dell’Annunciazione del Cremlino, rompendo la tradizione di partecipare alla liturgia in pubblico. Lo zar ha ringraziato la Chiesa russa e le sue organizzazioni per «sostegno ai soldati» al fronte. Mentre il patriarca Kirill ha rilanciato la tesi che russi e ucraini siano un «unico popolo» di una «grande nazione dal Mar Bianco al Mar Nero». A Kiev centinaia di fedeli hanno partecipato aduna storica celebrazione nel Monastero delle Grotte, da poco passato alla Chiesa ucraina indipendente dopo essere stato sotto la giurisdizione del Patriarcato di Mosca.
Insomma: la guerra in Ucraina continua, al di là dei cessate il fuoco effimeri. Si prevede un inverno difficile e la Casa Bianca ha appena annunciato altri aiuti militari a Kiev per tre miliardi di euro; la Germania invierà i carri armati Marder ed il sistema missilistico Patriot, la Francia i carri da combattimento Amx-10 RC e anche l’Italia si appresta a fare la propria parte con il sesto decreto - il primo del Governo Meloni - che potrebbe vedere la luce nelle prossime settimane. Del tema hanno discusso il consigliere per la Sicurezza nazionale americana Jake Sullivan e Francesco Talò, il consigliere diplomatico della premier italiana Giorgia Meloni. Il punto sarà fatto alla prossima riunione dell’Ukraine defense contact group (il cosiddetto «formato Ramstein», cui partecipano circa 50 Paesi «donatori»), in programma per il prossimo 20 gennaio. Si valuta di dotare Kiev di uno scudo anti-missile.
In terra ucraina, gesto simbolico ma non troppo quello compiuto dal presidente Volodymyr Zelensky che, proprio in occasione del Natale, ha firmato un decreto per l’applicazione di sanzioni economiche contro 119 celebrità russe che hanno sostenuto la guerra. Lo riportano i media locali aggiungendo che l’elenco riguarda cantanti, attori e personaggi televisivi russi. Zelensky ha tolto poi la cittadinanza a 13 sacerdoti per «propaganda filorussa», scatenando la protesta di Mosca. Il presidente ucraino ha ribadito che «la tregua è falsa», la pace ci sarà «solo quando i russi saranno espulti».
La guerra in corso ma si ragiona anche sulla «storia» che dovrà essere scritta a guerra finita. La comunità internazionale, con la fine delle ostilità che continua a non vedersi all’orizzonte, tenta una nuova accelerazione su un tema centrale della guerra, quella dei crimini perpetrati da Mosca. L’idea è quella di convocare conferenza internazionale sui crimini di guerra in Ucraina, da tenersi a marzo, poco dopo il primo anniversario del conflitto che ha sconvolto l’Europa. L’iniziativa di Londra va incontro a quanto, già sul finire del 2022, l’Ue ha provato a mettere sul tavolo: da un lato l’istituzione di una «Norimberga» per l’Ucraina e dall’altro uno schema giuridico che permetta a Bruxelles di confiscare i beni russi congelati. La riunione che si terrà a marzo a Lancaster House sarà presieduta dal vicepremier britannico - e segretario di Stato per la Giustizia - Dominic Raab e dal ministro per la Giustizia e la Sicurezza olandese Dilan Yeşilgoz-Zegerius.
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