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La vicenda senza fine di Mps: Visco indagato (per la procura bresciana è un atto dovuto)

di Sara Monaci

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Il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco (foto Ansa)

Il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco (foto Ansa)

L’indagine a seguito dell’esposto di Bivona, consulente di fondi e azionisti, già grande accusatore dei pm, indagati a Brescia per competenza territoriale su Milano

22 febbraio 2023
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2' di lettura

Il governatore di Banca d’Italia Ignazio Visco risulta indagato a Brescia per false comunicazioni sociali nell’inchiesta che riguarda Mps. Ma la stessa procura parla di un atto dovuto, dopo aver confermato la notizia anticipata da La Verità.

L’iscrizione arriva dopo l’esposto depositato da Giuseppe Bivona, fondatore di Bluebell Partners, consulente di fondi e azionisti e considerato il grande accusatore nei confronti della procura di Milano ritenuta inerte su Piazza Salimbeni. Si tratta di un fascicolo nato dopo la querela, depositata a Roma l’1 maggio 2021, in cui Bivona critica il governatore Visco e l’ex presidente della Consob Giuseppe Vegas «per aver prestato con atti commissivi ed omissivi» il proprio apporto determinante alla realizzazione di quel «disegno criminoso» e di quel «piano delinquenziale» attuato dagli ex amministratori di Banca Monte dei Paschi di Siena Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, condannati in primo grado a Milano per falso in bilancio e manipolazione informativa.

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Ma la vicenda va chiarita ulteriormente. Il fascicolo bresciano è quello che riguarda i procuratori milanesi che hanno seguito l’inchiesta principale di Mps, accusati sempre da Bivona di aver impropriamente chiesto l’archiviazione di Profumo e Viola.

I due manager - arrivati successivamente al presidente Giuseppe Mussari e al dg Antonio Vigni, i due veri protagonisti dell’inchiesta madre su Mps, assolti in appello - sono stati oggetto di un “balletto” tra inquirenti: prima i procuratori avevano chiesto l’archiviazione, ma poi il gip, attraverso l’imputazione coatta, li ha portati a processo (con una condanna in primo grado). Intanto anche la procura generale nel 2017 aveva disposto nuovi accertamenti, a integrazione di quanto già aveva fatto dalla procura della Repubblica.

ll processo prosegue ora il suo corso. L’accusa è di false comunicazioni sociali, visto che secondo le indagini i manager non avevano contabilizzato in modo chiaro le perdite dei derivati dal 2015 in poi, usando l’espediente di una semplice postilla al bilancio per chiarire i rischi, ritenuta insufficiente.

La richiesta di archiviazione di Profumo e Viola ha però spinto Bivona a denunciare l’operato dei pm alla procura competente, Brescia, dove da un anno risulta anche indagato per la stessa ragione Francesco Greco, ex capo della procura di Milano. È qui che adesso compare anche Visco, sempre su accusa di Bivona.

Ma anche lo stesso Bivona era stato oggetto di un’inchiesta da parte della procura di Milano tra il 2020 e il 2021, poi archiviata su richiesta degli stessi pm per «preclusione di strumenti investigativi» (il giudice aveva negato le intercettazioni). L’accusa per Bivona era di insider trading e aggiotaggio.

Insomma, chiusa l’inchiesta principale con l’assoluzione di tutti gli imputati in via definitiva, la vicenda Mps ha prodotto almeno altri 4 dossier aggiuntivi (la vicenda di Profumo e Viola; l’esposto contro gli inquirenti e Visco; il nuovo filone sugli npl a Milano; l’inchiesta contro il grande accusatore Bivona), ma senza certezza del risultato.


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