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Bevande analcoliche: servono incentivi per far ripartire i consumi fuori casa

di Silvia Marzialetti

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(IMAGOECONOMICA)

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Secondo un report di Censis e Italgrob gli italiani sono pronti a riprendere a frequentare bar e ristoranti, ma ora c’è l’allarme inflazione: l’appello di Assobibe.

29 marzo 2022
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3' di lettura

«Sostenere i consumi per far ripartire l’Horeca (bar e ristoranti, ndr)»È l’appello lanciato da Giangiacomo Pierini, presidente di Assobibe (produttori di bevande analcoliche), dal Rimini Expo Centre, dove si è tenuto l’International Horeca Meeting. Nonostante il rapporto presentato da Censis e Italgrob (l’associazione dei distributori hôtellerie-restaurant-café) dipinga un quadro di grande “affezione” dei consumatori, per il fuori-casa si prospetta un anno ancora difficile e pieno di incertezze.

Quasi 4mila imprese, più di 60mila addetti e un fatturato pari a 17 miliardi di euro nel pre-pandemia, il comparto ha chiuso il 2019 con un crollo verticale del 40%. A distanza di tre anni la crisi non è rientrata. «Ancora oggi scontiamo l’annus horribilis dei lockdown e delle restrizioni più severe», commenta il presidente dell’Associazione che rappresenta i produttori di bevande analcoliche in Italia – . Secondo le nostre rilevazioni, c'è stato un recupero marginale nel 2021 rispetto al periodo pre-pandemico, ma per alcuni prodotti il 2021 ha segnato ancora un -24% rispetto al 2019».

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A sottoperformare, in particolare, sono stati i cole ed energy drink (in calo tra il 23% e il 25%), penalizzati da minori occasioni di pasti fuori casa e dal persistere delle chiusure del canale notturno. Meno drammatici, ma pur sempre negativi, i dati nel canale moderno, dove le bevande gassate hanno messo a segno una performance piatta rispetto al 2019 e un -1% rispetto a 2020, con aranciate e gazzose che soffrono di più (da -5% a -11%).

«Se potevamo riporre le speranze di rialzare la testa quest’anno, il caro bollette e l’impennata del costo delle materie prime allontanano ulteriormente l’orizzonte di una ripresa – prosegue Pierini –. In questo contesto rilanciare i consumi fuori casa è vitale per i nostri settori, anche attraverso la riduzione del cuneo fiscale e la cancellazione delle nuove tasse previste tra pochi mesi».
Il presidente ha poi sottolineato la necessità di un piano strutturato di interventi a sostegno delle aziende, che escono da due anni pandemici estremamente duri. «Confidiamo in un intervento deciso da parte del Governo, anche attraverso una riduzione temporanea dell’Iva sugli alimenti, che traghetti i consumi in questa fase fortemente inflattiva, sostenga la crescita economica e supporti le aziende al fine di poter superare al meglio le incertezze che stanno caratterizzando questo periodo».

Il rapporto Censis-Italgrob conferma quanto sia forte il legame dei consumatori con il mondo che ruota intorno all’Horeca. Negli ultimi due anni il 68,2% degli italiani ha avuto nostalgia dei momenti di convivialità trascorsi nei locali pubblici; il 71,1% della popolazione afferma che tornerà con uguale o maggiore frequenza a fare colazione fuori casa nei bar o nelle pasticcerie, il 68,9% nei ristoranti o in trattoria, il 65,9% in wine bar, enoteche o brasserie. Già oggi all’88,4% capita di pranzare o cenare negli esercizi pubblici e al 64,5% di incontrarsi con amici e colleghi per un aperitivo. Ristoranti e trattorie sono la prima opzione degli italiani per i pranzi o le cene con gli amici nel tempo libero: 52,2%.

Una spallata al settore negli anni del lockdown è arrivata anche dallo smart working: dal rapporto emerge infatti come, nei giorni di lavoro in presenza, il 53% dei lavoratori preferisca optare per un pranzo in un locale pubblico, piuttosto che consumare un pasto in ufficio.

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