Norme e Tributi
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Norme e Tributi

Tregua fiscale sugli avvisi bonari anche per le liquidazioni periodiche Iva

di Giovanni Parente e Gianni Trovati

Giorgetti a Telefisco: nuovi aiuti contro il caro bollette

Il ministro Giorgetti al question time: rientrano nella sanatoria con le sanzioni al 3% anche le somme richieste da controlli con le Lipe

1 febbraio 2023
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4' di lettura

La sanatoria degli avvisi bonari prevista dalla legge di Bilancio 2023 è applicabile anche alle liquidazioni periodiche Iva (Lipe). A fornire il chiarimento è stato il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, durante il question time di giovedì 1° febbraio alla Camera in risposta a un quesito formulato da Fratelli d’Italia (primo firmatario Tommaso Foti). Giorgetti ha risposto anche sul tema dei frontalieri a un’interrogazione di Azione-Italia Viva (prima firmataria Maria Chiara Gadda), alla luce della fine - avvenuta il 31 gennaio 2023 - dell’intesa con la Svizzera sullo smart working per il periodo Covid. Si profila un emendamento in uno dei provvedimenti all’esame del Parlamento per una diciplina temporanea sul telelavoro con effetto retroattivo dal 1° febbraio 2023in attesa che venga definitivamente approvato il disegno di legge sul nuovo accordo firmato il 23 dicembre 2020 con Berna sull'imposizione dei lavoratori frontalieri e sul protocollo di modifica della Convenzione Italia-Svizzera per evitare le doppie imposizioni.

La sanatoria avvisi bonari

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Il tema degli avvisi bonari è molto sentito dai professionisti, tanto è vero che sono numerosi i quesiti arrivati a riguardo al forum di Telefisco 2023. Il problema è capire se anche le somme derivanti dal controllo delle liquidazioni periodiche Iva potesse essere ricompreso nel perimetro della sanatoria degli avvisi bonari prevista dalla manovra che consente di applicare una sanzione scontata del 3 per cento. La risposta arrivata da Giorgetti è stata affermativa. «L'agenzia delle Entrate ha chiarito, con la circolare 1/E del 13 gennaio 2023, che la definizione in argomento si applica, a prescindere dal periodo d'imposta, a tutte le rateazioni regolarmente intraprese in data anteriore al 1° gennaio 2023 per le quali, alla medesima data, non si è verificata alcuna causa di decadenza».

Nessun intervento normativo

Di conseguenza, ha sottolineato il ministro dell’Economia, non è «necessario, intervenire con iniziative normative in quanto rientrano nell'ambito applicativo della definizione agevolata anche le somme dovute a seguito del controllo delle comunicazioni dei dati delle liquidazioni periodiche Iva, di cui all'articolo 21-bis del decreto-legge n. 78 del 2010, il cui pagamento rateale è ancora in corso al 1° gennaio 2023».

Giorgetti ha puntualizzato anche che «il controllo eseguito su tali comunicazioni, infatti, è eseguito ai sensi dell'articolo 54-bis del Dpr 633 del 1972 – che, come noto, prevede che la liquidazione dell’imposta dovuta venga effettuata con procedure automatizzate sulla base dei dati e degli elementi direttamente desumibili dalle dichiarazioni presentate e di quelli in possesso dell’anagrafe tributaria – e i relativi esiti sono comunicati ai contribuenti al pari di quelli risultanti dal controllo delle dichiarazioni».

Infine è stato sottolineato come «l’agenzia delle Entrate ha già fornito indicazioni in tal senso alle proprie strutture territoriali».

Il caso dei frontalieri in smart working

Sulla fine dell’accordo con la Svizzera in relazione allo smart working dei frontalieri per l’emergenza Covid, Giorgetti ha ricordato che «tale accordo era stato stipulato per tener conto delle misure eccezionali poste in essere per far fronte alla situazione straordinaria determinata dalla pandemia».

Nel frattempo ha superato il primo esame parlamentare (al Senato) il Ddl di ratifica del nuovo accordo Italia-Svizzera del 23 dicembre 2020 relativo all'imposizione dei lavoratori frontalieri con un protocollo che modifica la Convenzione tra la Repubblica italiana e la Confederazione svizzera per evitare le doppie imposizioni. «Il protocollo aggiuntivo - ha rimarcato Giorgetti» al predetto Accordo contempla, al punto 3, il “potenziale ulteriore sviluppo del telelavoro” per i “frontalieri”».

In tale contesto, «il Governo ha già avviato interlocuzioni con la controparte elvetica – che, da parte sua, ha manifestato la propria disponibilità al dialogo – per definire, a breve, la possibilità di utilizzare a regime le nuove modalità di prestazione dell'attività lavorativa, sperimentate durante il periodo della pandemia, anche dopo la cessazione del periodo emergenziale».

Disciplina transitoria

Ma in attesa del via libera parlamentare definitivo al Ddl di ratifica, Giorgetti ha comunicato che è in arrivo un emendamento del Governo «finalizzato a disciplinare in via transitoria, fino all'approvazione della legge di ratifica in precedenza richiamata, l'attività lavorativa svolta dai “frontalieri” in modo da definire da chiarirne la portata normativa». L’emendamento sarà presentato dal Governo in uno dei provvedimenti all’esame delle Camere e si punta proprio a un regime ponte sul telelavoro con effetto retroattivo dal 1° febbraio 2023 fino alla ratifica del Ddl.

Fondi di coesione

Altro tema al centro del question time alla Camera è stata la ripartizione delle risorse ancora disponibili a valere sul Fondo per lo sviluppo e la coesione 2021-2027. All’interrogazione del Pd (primo firmatario Piero De Luca), Giorgetti ha risposto che sui fondi di coesione «sono in corso ulteriori analisi, che si prevede di concludere entro il corrente mese febbraio, i cui risultati costituiranno da un lato la base di una specifica relazione sullo stato di attuazione delle poltiche di coesione che verrà messa a disposizione del Parlamento e dall’altro il punto di partenza per procedere, anche in ragione dei risultati della programmazione relativa al 2014-20, a una più razionale ed efficiente ripartizione delle risorse relativo al nuovo periodo di ripartizione».



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