Pechino 2022: terza medaglia azzurra con Fischnaller nello slittino
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Arianna Fontana da record. Con l’oro nei 500 metri raggiunge quota 10 medaglie olimpiche in carriera ed eguaglia la fondista Stefania Belmondo. Dopo l’argento di Federica Brignone nello slalom gigante ai Giochi olimpici invernali di Pechino 2022, la pattinatrice italiana (dopo essere caduta in avvio di gara nella seconda partenza dopo una prima anticipata) ha vinto la finale dei 500 metri individuali femminili portando a 5 le medaglie olimpiche vinte fin qui dai nostri azzurri.
Intanto, proprio dai Giochi olimpici invernali in corso in Cina, arrivano notizie su Peng Shui, la tennista cinese che era scomparsa, creando grande preoccupazione a livello internazionale: ha già incontrato il presidente del Comitato olimpico internazionale (Cio) Thomas Bach, secondo quanto ha annunciato la stessa tennista cinese in un’intervista a L’Equipe, in un hotel nella bolla olimpica.
Arianna Fontana entra dunque nella storia. La pattinatrice azzurra si è confermata campionessa olimpica nei 500 metri di short track (letteralmente pista corta, è un tipo di pattinaggio su ghiaccio basato sulla velocità). L’azzurra, già argento nella staffetta mista, ha vinto con il tempo di 42.488 e ha preceduto l’olandese Suzanne Schlting e la canadese Kim Boutin) bissando il successo ottenuto a PyeongChang 2018.
Per la spedizione italiana si tratta del primo oro in questa edizione dei Giochi Invernali, la quinta medaglia in assoluto. Con questo successo l'atleta di Sondrio tocca quota 10i medaglie olimpiche, eguagliando come detto Stefania Belmondo come atleta italiana più medagliata di sempre nei Giochi Invernali. Il primato assoluto appartiene allo schermidore Edoardo Mangiarotti a quota 13.
«Arianna sei nella storia! Mi hai commosso». Così il Presidente del Coni, Giovanni Malagò, a caldo dopo l’oro olimpico di Arianna Fontana. «Che sofferenza! Ho vissuto questa finale totalmente in apnea, nella mia stanza, non potendo ancora essere lì, al tuo fianco, a palpitare e gioire con te - aggiunge il numero 1 dello sport italiano -. Con questa decima medaglia hai raggiunto Stefania Belmondo al top delle atlete azzurre più medagliate nella storia dello sport italiano. E sai bene che non è ancora finita. Ti ringrazio per quello che hai fatto e per quello che farai. Il Coni sarà sempre al tuo fianco. Complimenti ad Anthony e alla Federazione per quanto hanno fatto in questi 4 anni di duro lavoro. Arianna, sei la più grande di tutti i tempi e possiamo dire che oggi ti meriti 10 e lode!».
È la quarta medaglia italiana ai Giochi. Quattro anni fa, a Pyeongchang, Brignone aveva vinto il bronzo. L’oro va invece alla svedese Hector, il bronzo alla svizzera Lara Gut-Bherami. Federica Brignone, che era terza dopo la prima manche, ha chiuso la gara con un ritardo di appena 28 centesimi dalla svedese Hector. L’altra azzurra in gara, Elena Curtoni, ha chiuso al 20° posto mentre Marta Bassino non aveva completato la prima manche per una caduta. Nel finale della gara attimi di paura per una brutta caduta della statunitense Nina O Brien, caduta dopo aver inforcato una delle ultime porte prima del traguardo.
«Una Federica strabiliante, eccezionale - ha commentato il presidente del Coni Giovanni Malagò -, una medaglia di grande valore, al di là del colore. Sapevamo che questa era una delle sue carte da giocare in questi Giochi e lei si è confermata al top. Sapevamo che lei voleva fortemente una medaglia a queste Olimpiadi e per ora ha centrato la prima. Si è ripetuta a distanza di 4 anni, ribadendo, come sempre, di essere una garanzia».
«Un argento vinto di testa - le prime parole di Federica Brignone dopo l’argento conquistato nel gigante - ed è la cosa che mi inorgoglisce di più. Oggi con mio fratello Davide ci siamo detti che la mia confidenza era cresciuta, non avevo mai fatto due manche così solide in questa stagione in gigante; avevo sempre fatto qualche errorino ed invece oggi ho messo tutto insieme. Questa medaglia mi dà una grande tranquillità e mi toglie un grande peso perché venire all'Olimpiade è bellissimo ma è anche uno stress quando sai di poterti giocare delle medaglie».
«Un argento incredibile. Con tutta l'attesa - ha continuato l’azzurra - è stato difficile mantenere alta la concentrazione sullo sciare. Tre giorni fa quando ho messo gli sci su questa neve per la prima volta, ho subito pensato che fosse una neve mai vista in Europa. Ho cercato di abituarmi, cercare di capire cosa fosse il meglio su questa neve e ho capito che se avessi condotto le curve sarei stata più veloce sopra il palo. Essendo una mia qualità, in questi giorni ho cercato di concentrami su questo. Oggi, quando ho messo i bastoni fuori dal cancelletto ho pensato a fare proprio questo, cercando di stare calma - ha raccontato Brignone -. Nella seconda manche ero lì a pensare che potevo giocarmi la medaglia e ho cerato di sgombrare il campo dai pensieri negativi concentrandomi sullo sciare».
Quinto posto finale per Emiliano Lauzi nella finale olimpica dello slopestyle freesnow maschile al Genting Snow Park di Zhangjiakou. Il ventottenne valdostano di origini milanesi ha chiuso con il punteggio di 80.01, frutto di una strepitosa prima run che lo ha visto esibire tutto il meglio del suo repertorio. L'azzurro si è dovuto arrendere nella finale a 12 al canadese Max Parrot, primo con l'inavvicinabile punteggio di 90.96. Alle sue spalle la medaglia d'argento è andata al padrone di casa, il 17enne Yiming Su seguito dall'altro canadese Mark McMorris.
Niente podio per l’Italia invece nella discesa libera maschile. Dopo i rinvii del 6 febbraio per il forte vento la prima medaglia olimpica del programma di sci alpino è dello svizzero Beat Feuz che vince l’oro con l’azzurro Dominik Paris che si deve accontentare del 6° posto. «Ho fatto del mio meglio - ha detto lo sciatore italiano -, ho dato il massimo. Uno ci spera fino alla fine, ma non ce l’ho fatta. Guardando i video si può capire dove migliorare, io ho dato tutto ma non è stato abbastanza. Ho perso un po’ nella parte centrale, ho commesso un piccolo errore però non pensavo di perdere così tanto. Alla fine però è andata così. Il supergigante di domani? So - ha risposto l’azzurro - di non essere in gran forma in superG, però chi lo sa, ogni tanto da un giorno all’altro le cose cambiano».
Paris infine si è complimentato con il vincitore Beat Feuz. «Negli ultimi anni è stato il miglior discesista, ha conquistato coppe e ha vinto tutto - ha concluso - Si vede che è l’atleta più completo».
«Abbiamo cenato insieme sabato e abbiamo avuto una bella discussione e uno scambio di vedute», ha detto Peng, che ha anche annunciato il suo ritiro dallo sport. «Mi ha chiesto se sto pensando di gareggiare di nuovo, quali sono i miei progetti, cosa ho intenzione di fare e altro», ha aggiunto, insieme al capo dello staff capo del Comitato olimpico cinese Wang Kan. Peng ha detto che non era mai «scomparsa».
«Non sono mai scomparsa, tutti potevano vedermi», ha aggiunto Peng, a colloquio con un media occidentale per la prima volta dalla sua ricomparsa pubblica e dal tumulto causato dal messaggio del 2 novembre (rimosso dopo mezz’ora) sui social di denuncia degli abusi sessuali subiti dall’ex vicepremier Zhang Gaoli.
«Cos’è successo? Ho già risposto a questa domanda, durante un’intervista a Shanghai oltre che tramite un’e-mail alla Wta e in altri casi. Questo post ha dato origine a un enorme malinteso da parte del mondo esterno. Spero che non si distorca più il suo significato. E spero anche che non si aggiunga altro clamore», ha precisato la tennista, ex numero 1 al mondiale di doppio.
«Non sono mai scomparsa. È solo che molte persone mi hanno mandato messaggi ed era del tutto impossibile rispondere a così tanti messaggi. E io non ho mai detto che qualcuno mi avesse aggredito sessualmente», ha aggiunto Peng spiegando di aver cancellato il post su Weibo, il Twitter in mandarino, perché lo «voleva» lei e che il motivo della sua mancanza di comunicazione con la Wta era un malfunzionamento del computer.
«Con i miei amici più cari sono sempre rimasta in stretto contatto. Ho discusso con loro, ho risposto alle loro e-mail, ho discusso anche con la Wta», mentre è sempre meglio non mescolare sport e politica, un tema dei messaggi del governo cinese durante la saga. «Vorrei dire prima di tutto che i sentimenti, lo sport e la politica sono tre cose ben distinte. I miei problemi sentimentali, la mia vita privata, non devono essere coinvolti nello sport e nella politica. E lo sport non deve essere politicizzato perché, quando lo è, il più delle volte equivale a voltare le spalle allo spirito olimpico e va contro la volontà del mondo dello sport e degli atleti», ha continuato.
Peng ha anche chiarito perché ha scelto di comunicare con il presidente del Cio Thomas Bach, piuttosto che con Steve Simon, a capo della Wta, l’associazione del circuito professionisto mondiale del tennis femminile: «non ho scelto nulla. Come tutti, ho visto la dichiarazione sul sito ufficiale della Wta. Era molto insolito per me, perché avrei dovuto avere bisogno di assistenza psicologica o cose del genere? Ma se gli psicologi Wta non riuscivano a contattarmi e pensavano che fossi scomparsa, penso che sia un po’ esagerato. Quindi, dopo aver letto questa dichiarazione, ho risposto io stesso al presidente della Wta Steve Simon». Per quanto riguarda la vita di Peng dai primi di novembre? «È come dovrebbe essere, niente di speciale».
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