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Inps, le pensioni anticipate costano 121,6 miliardi

di Marco Rogari

Pensioni, il governo al lavoro per modificare Opzione donna

Gli «anticipi» assorbono il 58,9% del costo complessivo per prestazioni strettamente previdenziali, ma la percentuale scende al 37% nel caso dei nuovi trattamenti liquidati nel solo 2022

29 marzo 2023
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2' di lettura

Il confronto tra governo e sindacati sulla nuova riforma previdenziale e, soprattutto, sul “dopo-Quota 103” si è di fatto bloccato.

Ma il tema della flessibilità in uscita resta tra i più dibattuti. In ogni caso, prima di individuare l'eventuale soluzione, l'esecutivo dovrà tenere conto della situazione attuale. Dall'ultima rilevazione del Coordinamento generale statistico attuariale dell'Inps emerge che le pensioni d'anzianità e anticipate erogate dall'Istituto a tutto il 1° gennaio 2023 assorbono ben 121,6 miliardi: quasi il 53% del conto totale da circa 231 miliardi per prestazioni pensionistiche.

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La percentuale sale al 58,9% prendendo in considerazione i soli assegni “strettamente previdenziali”, che in tutto costano 206,6 miliardi, ma scende al 37% nel caso dei nuovi trattamenti liquidati nel solo 2022 per un importo totale di 14,2 miliardi, 5,2 dei quali appunto destinati agli “anticipi”.

Oltre 5 milioni di pensioni anticipate Inps

I dati dell'ultima rilevazione degli esperti dell'Istituto guidato da Pasquale Tridico confermano che al 1° gennaio 2023 le pensioni di anzianità e anticipate (5.022.600) sono in netta prevalenza rispetto a quelle di vecchiaia (4.380.315). Il grosso arriva dalla gestione dei lavoratori dipendenti: oltre 3,3 milioni di assegni, ai quali si aggiungono quelli delle gestioni dei lavoratori autonomi (più di 1,7 milioni).

Quasi 223mila i nuovi «anticipi» liquidati nel 2022

Per le sole nuove pensioni liquidate dall'Inps nel 2022 si riduce, fino quasi a chiudersi, la forbice tra «anticipate» e «vecchiaia».

Nel primo caso i trattamenti sono 222.722 (il 30,8% di tutti gli assegni “strettamente previdenziali”) per un costo di 5,26 miliardi (il 50,1% degli importi complessivi delle prestazioni prettamente pensionistiche), mentre quelli di vecchiaia sono 222.111 (sempre 30,8%) per una spesa superiore ai 2,6 miliardi: il 25,2% della categoria strettamente previdenziale, nella quale rientrano 10,5 milioni di prestazioni, cui vanno aggiunti altri 3,6 nuovi trattamenti di tipo “assistenziale”.

Liquidato a lavoratori uomini il 74,3% delle pensioni anticipate

L'Osservatorio Inps mette in evidenza come a tutto il 1° gennaio 2023 circa il 74,3% delle pensioni di “anzianità/anticipate” prettamente previdenziali sia erogato a soggetti di sesso maschile.

L'asticella si abbassa al 37,6% per gli assegni di vecchiaia. Le percentuali di prestazioni destinate a uomini cambiano sensibilmente nel caso delle nuove pensioni liquidate nel solo 2022: 64,8% per gli «anticipi» e 53,1% per la «vecchiaia».

Ancora quasi 190mila baby pensioni

Tridico, nel libro dal titolo “Il lavoro di oggi la pensione di domani”, ricorda che l'Inps attualmente eroga 189mila baby-pensioni.

La spesa annuale è di circa 2,9 miliardi. Di questi trattamenti circa 149mila sono versati a donne, che mediamente usufruiscono di questo assegno da 36 anni, mentre per gli uomini la durata media del beneficio è di 35 anni.


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