di Isabella Della Valle
(Andrey Popov - Fotolia)
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Assogestioni ha diffuso i dati definitivi relativi alla raccolta e al patrimonio dell’industria del risparmio gestito nel quarto trimestre 2021. Dati che confermano la buona impostazione del settore con un saldo netto complessivo pari a 23,2 miliardi (che porta così il risultato annuale a oltre 93 miliardi). Nuovo record, inoltre, per il patrimonio gestito, salito a 2.594 miliardi, riconducibili per il 52% alle gestioni collettive (che nell’ultimo trimestre del 2021 hanno rastrellato 16,2 miliardi, mentre nello stesso periodo quelle di portafoglio si sono fermate a poco meno di 7 miliardi). L’industria del risparmio in Italia conta complessivamente 202 società e 58 gruppi.
È questo il segmento che ha tirato la volata all’intero settore, come dimostrano gli oltre 65 miliardi incassati nel 2021, dei quali 32,4 sono arrivati dagli azionari, 23,5 dai bilanciati e 11,3 dagli obbligazionari (rispettivamente 6,9, 5 e 2,1 miliardi nell’ultimo trimestre dell’anno scorso). Nonostante il colpo di reni nella parte conclusiva dell’anno (2 miliardi), hanno chiuso in territorio negativo i flessibili (-847 milioni nel 2021) e i monetari (-307 milioni), che invece nell’ultimo trimestre hanno peggiorato le posizioni con un saldo negativo per oltre 3 miliardi.
il quarto trimestre si è rivelato particolarmente positivo per Intesa Sanpaolo che ha incassato oltre 5 miliardi, seguito a brevissima distanza da Amundi con un saldo di 4,9 miliardi e un po’ più a distanza da Anima Holding (3,6 miliardi) e da Poste Italiane (2,3 miliardi). Le ormai consuete operazioni infragruppo hanno invece portato il risultato di Generali a chiudere il quarto trimestre con i conti in rosso per 2,8 miliardi.
Con le statistiche trimestrali sono arrivati anche i dati ufficiali dei Pir censiti da Assogestioni che, grazie a una raccolta positiva per 379,5 milioni negli ultimi tre mesi, hanno portato il saldo annuale a 323 milioni, compensando abbondantemente il risultato negativo dei primi tre mesi dell’anno (-316 milioni). In crescita anche il patrimonio dei piani individuali di risparmio che ha archiviato il 2021 con 21,2 miliardi e un incremento del 19% rispetto alla fine di dicembre del 2020.
Tra le società che gestiscono i Pir, in termini patrimoniali ai vertici della graduatoria ci sono Mediolanum, Intesa e Amundi, ma in termini di raccolta nell’ultimo trimestre si sono messe in evidenza Intesa con un saldo di 78,4 milioni, Amundi nelle cui casse sono entrati 70 milioni, Arca con 68 milioni e Anima con 55. Mediolanum ha incassato 37 milioni e Poste Italiane 36. Particolarmente negativo, infine, il risultato di Bnp Paribas (-17,7 milioni).
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