dal nostro inviato a Kiev Barbara Fiammeri
Giorgia Meloni a Kiev, l'arrivo in treno
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«Ho ribadito il pieno sostegno dell’Italia di fronte all’aggressione Russa, l’Italia non intende tentennare e non lo farà. È passato quasi un anno dal giorno che ha riportato le lancette della storia indietro di qualche decennio, l’invasione sarebbe dovuta durare qualche giorno ma non è andata così perché è stata sottovalutata l’eroica reazione di una nazione disposta a tutto per difendere la sua libertà, identità e sovranità». Così la premier Giorgia Meloni dopo l’incontro a Kiev con il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky. E ha aggiunto: «Al cospetto del mondo l’Ucraina ha già vinto la sua battaglia per affermare la sua identità». Non solo. «L’Italia darà ogni possibile assistenza perché si creino le condizioni di un negoziato, ma fino ad allora darà ogni genere di supporto militare, finanziario, civile. Chi sostiene anche militarmente l’Ucraina è chi lavora per la pace».
L’appoggio dell’Italia a Kiev è stato confermato da una dichiarazione congiunta del presidente ucraino e della premier, pubblicata sul sito della presidenza ucraina. «L’Ucraina è pronta a riconoscere l’importante ruolo dell’Italia nella ricostruzione e nella rapida ripresa del Paese», si legge. «Concordiamo sull’opportunità di organizzare in Italia una Conferenza Italia-Ucraina per discutere il tipo di supporto e le collaborazioni che possiamo sviluppare per quanto riguarda la ricostruzione», si legge ancora nella dichiarazione congiunta. «La Repubblica italiana esprime la sua disponibilità a svolgere un ruolo chiave nella ricostruzione dell’Ucraina - in particolare attraverso la piattaforma multi-agenzia di coordinamento dei donatori concordata tra Ucraina, G7, le organizzazioni finanziarie internazionali e altri partner chiave - anche attraverso la significativa e riconosciuta esperienza dei suoi aziende in settori cruciali e collaborando per garantire un processo trasparente, inclusivo e orientato alle riforme».
Dopo l’incontro con Zelensky, Meloni ha spiegato: «Quando c’è un aggredito tutte le armi sono difensive. Al momento non c’è sul tavolo l’invio di aerei, è una decisione da prendere con i partner internazionali. Ci siamo concentrati su sistemi di difesa antiaerea, Samp-T, Spada, Skyguard. La priorità è difendere infrastrutture e cittadini» ha sottolineato Meloni
Il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky e la premier italiana Giorgia Meloni alla conferenza stampa comune
A proposito delle dichiarazioni di Berlusconi ostili al leader ucraino («Non lo incontrerei»), Meloni ha ribadito: «Per me valgono i fatti e qualsiasi cosa il Parlamento è stato chiamato a votare a sostegno dell’Ucraina i partiti che fanno parte della maggioranza l’hanno votata. Al di là di alcune dichiarazioni, nei fatti la maggioranza è sempre stata compatta. C’è un programma chiaramente schierato, è sempre stato rispettato da tutti e confido che sarà ancora così».
Su questo punto però è stato molto duro l’attacco lanciato da Zelensky a Berlusconi: «Diversi leader hanno diritto di pensiero, il vero problema è l’approccio della società italiana che a quel leader ha dato un mandato. Io credo che la casa di Berlusconi non sia mai stata bombardata, mai siano arrivati con i carri armati nel suo giardino, nessuno ha ammazzato i suoi parenti, non ha mai dovuto fare la valigia alle 3 di notte per scappare e tutto questo grazie all’amore fraterno della Russia». E ancora: «Io auguro pace a tutte le famiglie italiane, anche a chi non ci sostiene, ma la nostra è una grande tragedia che va capita. Voglio che vengano qui a vedere con i propri occhi la scia di sangue che hanno lasciato»
Il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky e la premier italiana Giorgia Meloni alla conferenza stampa comune
La premier italiana ha aggiunto che uno dei temi al centro dell’incontro è stato quello della ricostruzione. E ha annunciato che «l’Italia lavora ad una conferenza sulla ricostruzione da tenersi in aprile. Serve un cambio di passo, bisogna lavorare da adesso, penso che l’Italia possa recitare un ruolo da protagonista con le sue eccellenze strategiche»
Per la premier qualcuno ha «sottovalutato l’eroica reazione di un popolo disposto a fare tutto ciò che va fatto per difendere la sua libertà, la sua sovranità e la sua identità. Mi ha ricordato la nascita dello Stato italiano: c’era un tempo in cui si diceva che l’Italia fosse solo un’espressione geografica. Ma col Risorgimento ha dimostrato di essere una nazione. Qualcuno diceva che era facile piegare l’Ucraina perché non era una nazione. Ma con la vostra capacità di combattere avete dimostrato di essere una straordinaria nazione» ha scandito la presidente del Consiglio.
Giorgia Meloni è arrivata in mattinata a Kiev. La premier partita attorno all'una di notte dal confine ucraino ha viaggiato sugli stessi binari che lunedì ha percorso Joe Biden per incontrare Volodymyr Zelensky. Proprio l’incrocio con il ritorno del presidente statunitense ha provocato un ritardo sul programma iniziale. La delegazione italiana è rimasta ferma sulla pista dell’aeroporto di Razov per oltre un’ora in attesa del decollo dell’Air Force One ed è probabilmente in quei 60 minuti che si è tenuta la telefonata tra Biden e Meloni.
L’arrivo a Kiev è avvenuto attorno alle 10,15. «Emozionata? Sono curiosa, determinata a capire quello di cui questo popolo ha bisogno. Credo sia doveroso essere qua per ribadire la posizione del governo italiano». Così la premier Giorgia Meloni, scendendo dal treno a bordo del quale è giunta a Kiev: «È sempre diverso vedere con i propri occhi - ha aggiunto - credo che aiuti anche gli italiani a capire»
Meloni si commuove davanti alle foto del massacro di Bucha
Prima di recarsi al palazzo presidenziale la presidente del Consiglio ha visitato alcuni luoghi simbolo della resistenza ucraina e degli orrori commessi dai soldati russi sulla popolazione civile di Bucha e Irpin. Bucha è uno dei luoghi dei massacri di civili perpetrati a marzo dello scorso anno da parte dell’esercito russo in Ucraina. La premier ha visitato la chiesa ortodossa di Sant’Andrea e ha depositato una corona di fiori per le vittime nelle fosse comuni. Tutto quasi in contemporanea con il discorso di Vladimir Putin sullo stato della Nazione all’assemblea federale russa. Un altro incrocio di questo viaggio.
A tratti commossa, nella sua visita a Bucha la premier Giorgia Meloni ha ascoltato da varie autorità ucraine i racconti delle tragedie causate in questi luoghi dall’aggressione russa. Dopo aver passato in rassegna anche una piccola mostra fotografica con le immagini degli orrori, la presidente del Consiglio ha chiesto all’interprete di tradurre un messaggio ai suoi interlocutori: «Non siete soli».
«Quello che abbiamo sentito stamattina è stata una propaganda che già conosciamo, i fatti sono diversi». Così la premier Giorgia Meloni, a Irpin ha commentato il discorso del presidente russo Vladimir Putin
«Combatteremo per voi e la vostra libertà» ha detto la presente del consiglio Giorgia Meloni alle autorità locali ucraine, a conclusione della visita sui luoghi dei massacri di Bucha.
La Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, con il Procuratore Generale ucraino, Andrii Kostin
La presidente del Consiglio dopo Bucha ha visitato Irpin, che ha subito pesanti bombardamenti nelle fasi iniziali della guerra. A Irpin, tappa lo scorso anno anche della visita di Mario Draghi con il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz, la premier ha consegnato alle autorità locali due generatori a supporto delle infrastrutture critiche, che sono parte di un lotto di 52, per oltre 660mila euro donati dal governo italiano all’Ucraina. Alla cerimonia simbolica, accanto a due dei 45 mezzi dei vigili del fuoco donati sempre dagli italiani, sono presenti associazioni italiane attive a Kiev
«È diverso parlare di numeri o vedere a caldo la vita della gente distrutta senza che ci sia una ragione, abbiamo visto fiori e peluche: è diverso, vale la pena di vederlo». Così la premier Giorgia Meloni, prima di lasciare Irpin per tornare a Kiev, dove incontrerà il presidente ucraino Volodymir Zelensky.
Dopo l'incontro con Zelensky, Meloni ha lasciato Kiev nel tardo pomeriggio per intrapredere il lungo viaggio di ritorno verso il confine polacco e il decollo dell’aereo presidenziale verso Roma.
Barbara Fiammeri
Inviata parlamentare
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