(Afp)
«Ho conferito il titolo di Eroe dell’Ucraina a Oleksandr Matsiyevsky. Un guerriero ucraino. Un uomo che sarà conosciuto e ricordato per sempre. Per il suo coraggio, per la sua fiducia nell’Ucraina e per il suo ’Slava Ukraini!’. Gloria all’Eroe! Gloria agli Eroi! Gloria all’Ucraina!». Lo scrive su Twitter il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, postando un ritratto stilizzato del soldato con la sigaretta ucciso a sangue freddo dai russi dopo che aveva pronunciato la frase ’Slava Ukraini’. Il video shock della sua uccisione ha fatto il giro del mondo.
La decisione di Zelensky sembra porre fine alla disputa tra due famiglie che rivendicavano il legame con il soldato: quella di Tymofiy Mykolayovych Shadura, agricoltore di 41 anni, e quella appunto di Oleksandr Matsiyevsky, elettricista di 42 anni.
L’ex presidente della Georgia Mikheil Saakashvili ha detto a Sky News di essere «vicino alla morte» nell’ospedale in cui è stato trasferito dal carcere. L’ex leader sostiene di essere stato avvelenato in prigione, tesi negata dall’attuale governo georgiano, secondo cui le condizioni di salute di Saakashvili sarebbero dovute al fatto che non si è nutrito a sufficienza. «Inizialmente pesavo 120 chilogrammi, ora ne ho 64, se scendo sotto ai 60 i medici prevedono insufficienze multiorgano», ha detto Saakashvili.
I combattenti ucraini affermano che corpi dei civili giacciono per le strade di Bakhmut, non potendo recuperarli a causa dell’intensità della battaglia che infuria nella città. Parlando a Sky News, Khalid Makiazho, parte di un battaglione ceceno che sostiene l’Ucraina, ha descritto un paesaggio di totale devastazione, continue raffiche di artiglieria e “bombardamenti caotici”. Secondo Makiazho, i civili rimasti si rifugiano negli scantinati. “Ci sono ancora persone in città, alcune sono molto anziane, ci sono anche cadaveri di civili, stiamo cercando di recuperare i corpi ma non c’è modo di raggiungerli”.
La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha attaccato oggi il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba per dichiarazioni riportate nei giorni scorsi da La Repubblica e La Stampa in cui ha criticato gli italiani che chiedono una fine negoziata del conflitto con la cessione di territori ucraini.
In particolare, Zakharova sottolinea una frase in cui Kuleba chiede se gli italiani sarebbero pronti a cedere la Calabria, la Sardegna, il Piemonte o l’Alto Adige. «È un peccato - scrive la portavoce russa sul suo canale Telegram - che il rappresentante del comico (il presidente Volodymyr Zelensky, ndr) non precisi che gli italiani non hanno messo in ginocchio le legittime autorità di quelle regioni, non abbiano mandato carri armati in Piemonte e in Alto Adige e non abbiano espulso dalle loro terre gli abitanti di Sardegna e Calabria».
Quasi 1.100 soldati russi sono stati uccisi dalle forze ucraine nelle ultime 24 ore, secondo il ministero della Difesa di Kiev, che conferma così l’elevato bilancio delle vittime da entrambe le parti negli ultimi giorni mentre infuria la battaglia per la città di Bakhmut. Secondo quanto riferito dal ministero su Twitter, nelle ultime 24 ore sono stati uccisi 1.090 membri del personale russo, portando a 159.090 il numero di soldati di Mosca morti dal 24 febbraio 2022.
Oltre 50 persone sono state fermate oggi dalla polizia a Chisinau durante scontri tra la polizia e migliaia di manifestanti anti-governativi che gridavano slogan per le dimissioni della presidente filo-occidentale Maia Sandu. Lo riferisce sul suo canale Telegram la polizia moldava, citata dalle agenzie russe. Marina Tauber, vice capo del partito di opposizione Sor, ha detto che tra i fermati vi è il presidente onorario del partito, Valery Klimenko.
«Dobbiamo tutti fare pressione sul Comitato olimpico internazionale per impedire a russi e bielorussi di competere sotto una bandiera neutrale o qualsiasi altra bandiera>. Ad affermarlo è Vadym Guttsait, ministro della Gioventù e dello Sport e presidente del Comitato Olimpico Nazionale dell’Ucraina, citato da Ukrinform. Commentando il boicottaggio dei Giochi Olimpici da parte dell’Ucraina nel caso in cui gli atleti russi e bielorussi tornassero alle competizioni internazionali, Guttsait ha affermato che si tratterebbe di una misura estrema. «Questa è una questione difficile, ma col tempo dovremo decidere se partecipare o meno», ha detto il ministro.
Le rotte logistiche in entrata e in uscita da Bakhmut sono ancora funzionanti, il che significa che «la fornitura di munizioni» alla città assediata è possibile. A riferirlo è un comandante dell’esercito ucraino citato dalla Cnn. «Il meteo impone le sue restrizioni. Ma al momento le rotte logistiche funzionano. La fornitura di munizioni è possibile, sebbene sia difficile. L’evacuazione dei feriti è possibile. È possibile anche la fornitura di rinforzi», ha detto alla televisione locale Mykola Volokhov, capo dell’unità di ricognizione aerea “Terra” dell’Ucraina.
Bakhmut ha importanti collegamenti stradali con altre parti della regione di Donetsk; a est fino al confine con Lugansk, a nord-ovest fino a Sloviansk ea sud-ovest fino a Kostiantynivka. Tuttavia una conquista russa avrebbe un significato più simbolico che militare.
Soltanto nelle ultime 24 ore la Russia ha lanciato 48 attacchi contro civili nella regione del Donetsk, secondo la polizia nazionale ucraina. Lo riporta Ukrinform. Stando a quanto sostiene il Kyiv Independent, la polizia ha detto che sono state attaccate 15 città, tra cui Bakhmut, Kostjantynivka e Avdiivka. Da Mosca avrebbero utilizzato missili S-300, aerei, lanciarazzi multipli Grad e Uragan, artiglieria, mortai e carri armati. Il governatore della regione di Donetsk, Pavlo Kyrylenko, ha dichiarato nel suo briefing quotidiano che due civili sono stati uccisi e quattro sono rimasti feriti nell’ultimo giorno.
La Svizzera sta smantellando un vecchio sistema anti missile che potrebbe invece essere usato in Ucraina per abbattere missili russi a bassa quota. Lo rivela il quotidiano elvetico Neue Zuercher Zeitung, (Nzz) citando un portavoce di Armasuisse, l’ufficio federale per gli armamenti. Si tratta del sistema Rapier con missili anti aerei a corto raggio, che era stato sviluppato originariamente per l’esercito britannico. Tutti i Rapier in possesso della Svizzera verranno ora smantellati in una decisione, scrive la Nzz, che ha provocato proteste di alcuni politici elvetici.
Come paese neutrale, la Svizzera non fornisce armi a paesi in conflitto. Malgrado una commissione parlamentare avesse dato favorevole alla riesportazione di armi all’Ucraina in quanto paese aggredito, il governo ha recentemente ribadito il suo parere negativo. Berna ha finora respinto le richieste di Spagna, Danimarca e Germania di trasferire in Ucraina armi acquistate dalla Svizzera.
La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha respinto come un “falso” le dichiarazioni attribuitele dal think tank Usa Institute for the Study of War (Isw), secondo il quale avrebbe parlato di “scontri tra élite” russe nel corso di un seminario.
La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, in una foto del 2018 .(ANSA/MAXIM SHIPENKOV)
La polizia moldava ha reso noto oggi di aver arrestato membri di una rete “orchestrata da Mosca” nel tentativo di destabilizzare il piccolo Paese ex sovietico prima di una protesta antigovernativa. Dopo le perquisizioni della notte scorsa, 25 uomini sono stati interrogati e sette di loro sono stati arrestati, ha detto ai media il capo della polizia, Viorel Cernauteanu. Un agente è riuscito a infiltrarsi nel gruppo guidato da un moldavo-russo, ha detto Cernauteanu, aggiungendo che sono state registrate 10 ore di video e audio. “Le persone sono arrivate dalla Russia con un addestramento molto specifico”, ha aggiunto il funzionario. Le autorità moldave hanno affermato di aver agito dopo aver “ricevuto informazioni sull’organizzazione da parte dei servizi speciali russi di azioni destabilizzanti sul nostro territorio tramite manifestazioni”. Il partito dell’oligarca filo-russo in fuga Ilhan Shor si è nuovamente mobilitato nelle ultime settimane contro il governo filo-europeo, tra le crescenti tensioni tra Mosca e Chisinau. Ha organizzato diverse manifestazioni per le quali è sospettato di aver pagato i partecipanti. Venerdì la Casa Bianca ha accusato la Russia di cercare di destabilizzare il paese di lingua rumena di 2,6 milioni di persone al confine con l’Ucraina con l’obiettivo di insediare un governo filo-russo. Gli Stati Uniti hanno affermato di aver intensificato la condivisione delle informazioni con i leader moldavi “in modo che possano indagare ulteriormente” e “sventare i piani russi”. La Moldavia, un tempo parte della sfera di influenza della Russia, è ora governata da autorità fortemente orientate all’integrazione europea. Tuttavia, Chisinau deve fare i conti con la regione separatista della Transnistria, dove le autorità hanno convocato giovedì le Nazioni Unite per indagare su un piano per attaccare diversi alti funzionari incolpati di Kiev.
Cinque squadre ucraine di sabotaggio e ricognizione ucraine sono state “annientate” nelle ultime 24 ore nella regione di Lugansk e nella regione di Kharkiv, mentre altre tre sono state eliminate nella regione di Donetsk e in quella di Zaporizhzhia. Lo riporta Interfax citando il portavoce del ministero della Difesa russo, Igor Konashenkov. Nel settore di Kupyansk, le forze armate russe avrebbero inflitto danni alle unità dell’esercito ucraino vicino agli insediamenti di Masyutovka, Dvurechnoye, Pershotravnevoye nella regione di Kharkiv e Novosyolovskoye nella regione di Lugansk. “Il nemico ha perso fino a 45 militari ucraini, due veicoli corazzati da combattimento e quattro auto in questo settore nelle ultime 24 ore”, ha detto Konashenkov. “Nel settore di Donetsk, oltre 200 militari ucraini sono stati uccisi e un veicolo da combattimento di fanteria, tre veicoli corazzati da combattimento, sette auto e un obice D-30 sono stati distrutti a seguito di intense azioni di unità supportate dal gruppo di forze meridionali vicino gli insediamenti di Zaliznyanskoye, Krasnoye e Tonenkoye”, ha concluso il portavoce russo.
Tre civili sono stati uccisi e nove sono rimasti feriti a causa del bombardamento ucraino di una stazione degli autobus a Perevalsk, nella regione del Lugansk. Lo riporta Ria Novosti citando l’ ufficio di rappresentanza presso il Centro congiunto per il controllo e il coordinamento (Jccc) delle questioni relative ai crimini di guerra dell’Ucraina. “Secondo le informazioni preliminari, a seguito del bombardamento della stazione degli autobus Alchevsk AS-1 nella città di Perevalsk, tre civili sono stati uccisi e nove persone sono rimaste coinvolte con ferite di varia entità”, ha concluso l’ufficio di rappresentanza
Proteste antigovernative del partito filo russo Shor sono in corso a Chisinau, capitale della Moldova. Lo riferisce l’emittente Nexta, parlando anche di scontri fra manifestanti e polizia. Sia la presidente moldava Maia Sandu, che i servizi ucraini e americani hanno denunciato piani di Mosca per destabilizzare la Moldova e instaurare un governo filo russo. Piccolo paese stretto fra Romania e Ucraina, la Moldova è candidata ad entrare nell’Ue. All’interno del suo territorio vi è una piccola autoproclamata repubblica filorussa, la Transnistria, dove sono dispiegate truppe di Mosca.
L’esercito ucraino ha respinto oltre 90 assalti russi in cinque aree nell’ultimo giorno. Lo ha riferito lo Stato maggiore delle forze armate ucraine nel suo briefing mattutino, citato dal Kyiv Independent. Secondo il rapporto, le forze russe stanno concentrando i loro sforzi sulla conduzione di offensive contro Lyman, Bakhmut, Avdiivka, Mariinka e Shakhtarsk, nell’oblast di Donetsk.
Diverse mogli e madri russe si sono unite per chiedere al presidente Vladimir Putin di smettere di mandare i loro mariti e figli “al massacro” costringendoli a unirsi a gruppi d’assalto senza un addestramento o rifornimenti adeguati. Lo scrive Cnn online citando un video condiviso dal canale indipendente russo Telegram SOTA, in cui le donne affermano che i loro figli o mariti sono stati “costretti a unirsi a gruppi d’assalto” all’inizio di marzo dopo appena quattro giorni di addestramento. Il video mostra le donne con in mano un cartello con scritto in russo “580 Separate Howitzer Artillery Division”, datato 11 marzo 2023. “Mio marito... si trova sulla linea di contatto con il nemico”, dice una donna nella registrazione, aggiungendo che “i nostri mobilitati vengono inviati come agnelli al macello per assaltare le aree fortificate, cinque alla volta, contro 100 uomini nemici pesantemente armati”, pertanto “vi chiediamo di ritirare i nostri uomini dalla linea di contatto e di fornire agli artiglieri armi e munizioni”, riferisce ancora la Cnn, precisando di non aver potuto verificare in modo indipendente le affermazioni fatte dal gruppo di donne nel video.
La portavoce del ministero degli Esteri russo Marai Zacharova ha di fatto “confermato che vi sono lotte intestine nei circoli del Cremlino, che il Cremlino ha ceduto il controllo dello spazio informativo russo e che il presidente russo Vladimir Putin apparentemente non riesce a risolvere tutto ciò”. E’ quanto si legge nel bollettino giornaliero del think tank americano Institute for the Study of War (Isw). L’analisi prende spunto da un intervento di Zacharova ad un forum ieri a Mosca su “aspetti pratici e tecnologici dell’informazione e la guerra cognitiva nella guerra moderna”. In questa occasione la portavoce degli Esteri ha detto che il Cremlino non può riproporre l’appoccio stalinista di controllo centrale dell’informazione interna russa a causa di non meglio specificate lotte fra le “elite” del Cremlino. Secondo Isw queste dichiarazioni sostengono alcune valutazioni dello stesso think tank sul deterioramento del regime russo e le dinamiche del controllo dello spazio informativo. Ovvero che vi siano “lotte intestine fra membri chiave del circolo ristretto di Putin; che Putin abbia ceduto lo spazio informativo ad una varietà di attori quasi indipendenti; che Putin sia apparentemente incapace di intraprendere un’azione decisiva per riprendere il controllo dello spazio informativo”. Secondo l’Isw, non è chiaro perché Zacharova si sia spinta a fare queste affermazioni, ma è possibile che abbia voluto “ridurre le aspettative dei blogger militari nazionalisti sulle capacità del Cremlino di dare coerenza ad una narrativa unica e forse anche una politica unificata”.
“Non abbiamo mai parlato di mandare tuppe a Kiev. L’altro giorno c’è stato il G7 con Blinken e non si è mai parlato dell’invio di truppe”: così ha risposto il ministro degli Esteri Tajani ad una domanda di Maria Latella alla trasmissione Il Caffè della domenica su Radio24 sulla recente dichiarazione di Orban secondo cui l’Occidente avrebbe valutato l’invio di proprie truppe in Ucraina. Il ministro ha poi ricordato che “l’Italia vuole essere protagonista della ricostruzione dell’Ucraina, Paese che è candidato a fare parte dell’Unione europea. Il 26 di aprile come ministero degli Esteri organizzeremo a Roma un grande evento proprio per parlare della partecipazione italiana alla ricostruzione del Paese”. Il ruolo possibile dell’Italia?: “Puntiamo a settori di alta tecnologia come quello della realizzazione delle infrastrutture, dell’high tech nei quali possiamo dare un contributo importante all’Ucraina”, ha risposto Tajani.
Nella regione di Kharkiv, ieri, l’esercito russo ha bombardato le zone di confine dei distretti di Kharkiv, Chuguyiv e Kupyan, danneggiando edifici residenziali privati. Lo riferisce Ukrinform citando un post su Telegram di Oleg Sinegubov, capo dell’Amministrazione militare regionale di Kharkiv. “Il nemico continua a bombardare gli insediamenti dei distretti di Kharkiv, Chuguyiv e Kupyan della regione di Kharkiv, che si trovano non lontano dalla linea di contatto e dal confine con la Federazione Russa”, si legge nel messaggio. Secondo Synegubov, la scorsa notte le aree di Chervona Zorya, Krasne, Ohirtseve, Novomlynsk, Dvorichna, Zapadne, Hryanikyvka e altre erano sotto colpi di mortaio e artiglieria.
Nella sola giornata di ieri sarebbero stati uccisi 1090 soldati russi, portando a 159.090 il totale dei morti dall’inizio dell’invasione. Lo afferma il bollettino giornaliero dello stato maggiore di Kiev, aggiungendo che ieri sono stati distrutti 8 tank, 7 veicoli corazzati e 4 sistemi d’artiglieria dell’esercito russo.
L’augurio per il futuro è “la pace”: “La pace nella martoriata Ucraina e in tutti gli altri Paesi che soffrono l’orrore della guerra”, dice il Papa in un’intervista al Fatto Quotidiano nei 10 anni del suo pontificato: “Una cosa che mi fa soffrire molto è la globalizzazione dell’indifferenza, girare la faccia dall’altra parte e dire” e “pensare che se non si facessero armi per un anno, finirebbe la fame”. Francesco parla poi della corruzione, che “fa imputridire l’anima”: “Nella Chiesa, come nella politica e nella società in generale, dobbiamo sempre mettere in guardia dal grave pericolo della corruzione”. E della mafia: “i mafiosi sono scomunicati: hanno le mani sporche di soldi insanguinati. Fanno affari con le armi e la droga. Uccidono i giovani e la società. Uccidono il futuro. Bisogna essere chiari: nella Chiesa non c’è posto per i mafiosi!”
L’impatto sociale delle altissime perdite subite dall’esercito e dalle milizie russe in Ucraina varia molto in Russia: scarso nella grandi città come Mosca e San Pietroburgo e soprattutto fra le classi abbienti, molto più intenso nell’est rurale e in particolare fra le minoranze etniche: lo scrive nel suo report quotidiano dell’intelligence, il ministero della Difesa britannico, citato dal Guardian. Secondo il bollettino, nelle regioni orientali della Russia l’impatto è fino a 30 volte maggiore che a Mosca e, secondo Londra, il 75% delle perdite proviene da minoranze, più povere, come quelle dei Tatari o dei Kazaki. Il ministero della Difesa di Mosca, aggiunge il bollettino, probabilmente continuerà a tenere lontano dalla linea di primo impatto del fronte gli elementi più benestanti e influenti della società russa, aggiungendo che nella foto in occasione del discorso alla nazione fatto da Putin il 21 febbraio scorso, nelle prime file della platea, composta dalle élites russe, non si discerne nessuno che abbia figli o parenti al fronte in Ucraina.
L’Ucraina continuerà a difendere Bakhmut. Lo ha affermato il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba. “Se ci ritirassimo da Bakhmut, cosa cambierebbe? La Russia prenderebbe Bakhmut e poi continuerebbe la sua offensiva contro Chasiv Yar, quindi ogni città dietro Bakhmut potrebbe subire la stessa sorte”, ha detto Kuleba
L’Occidente e in particolare la Germania dovrebbero iniziare ad addestrare i piloti ucraini a pilotare moderni aerei da combattimento, anche se la consegna di jet avanzati occidentali non è imminente: lo ha dichiarato il ministro degli Esteri dell’Ucraina, Dmytro Kuleba, in un’intervista al tabloid domenicale tedesco Bild am Sonntag, nella quale ha anche sollecitato i produttori tedeschi ad accelerare la consegna di munizioni all’esercito di Kiev, perché, ha detto, la scarsità di munizioni è al momento il “problema numero uno” nella difesa dall’invasione russa. Kuleba ha detto che alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco di febbraio i produttori di armi tedeschi lo hanno rassicurato che le consegne erano pronte, in attesa della firma dei contratti da parte del governo.
Dall’inizio dell’anno, oltre 40 missili hanno colpito la città ucraina settentrionale di Kharkiv, secondo quanto ha dichiarato il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky in un discorso fatto durante la notte.
Due bambini sono rimasti feriti nella regione di Zaporizhia a causa dello scoppio di una granata anticarro che avevano trovato per strada e portato a casa. Lo riferisce l’agenzia Unian citando fonti della polizia locale. I bambini, nati nel 2012 e nel 2019, sono rimasti feriti in una abitazione del villaggio di Novoivanivka. Poco prima avevano portato a casa un oggetto cilindrico allungato sconosciuto, trovato per strada, che è esploso mentre giocavano. “Dopo aver ispezionato la scena e i resti dell’oggetto esplosivo, le forze dell’ordine hanno preliminarmente determinato che si tratta dell’impugnatura di una granata anticarro Rkg-3”, si legge nel rapporto. I due bambini hanno riportato lesioni di varia gravità e sono stati portati in ospedale: il più piccolo è stato dimesso mentre il più grande è stato ricoverato.
Razzi russi nella notte sulla città di Ochakiv (20.000 abitanti), situata a 60 chilometri a sud-ovest di Mykolaiv. Lo riferisce su Telegram - come riportato dal Kyiv Independent - il capo della polizia di Mykolaiv, Serhii Shaikhet. Le forze russe hanno utilizzato vari lanciarazzi per colpire la città. I proiettili hanno incendiato alcune auto ma non sono segnalate vittime. I servizi di emergenza stanno lavorando sul luogo dell’attacco.
I mercenari russi della Wagner sono sottoposti a un vero e proprio ’tiro al bersaglio’ degli ucraini mentre avanzano verso Bakhmut. Le notizie, pubblicate dal Guardian, arrivano da fonti di intelligence britanniche, citate dal ministero della Difesa di Londra, secondo le quali i russi avrebbero subito perdite ingentissime, pari a oltre 30mila soldati. Il fondatore della Wagner, Prigozhin, ha affermato tuttavia che le forze russe avanzano e si trovano a 1,2 chilometri dal centro della città. Il presidente ucraino Zelensky, intanto, propone di tornare a chiamare la Russia con il nome del principato medievale, prima dell’Impero, Moscovia. Medvedev replica: ’Noi vi chiameremo sudicio Reich di Bandera’
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