Food
Pubblicità

Food

Con l’inflazione meno spreco di cibo: crescono del 50% gli utenti di «Too good to go»

di Emiliano Sgambato

Sulle date di scadenza ora arriva la scritta «Spesso buono oltre»

La app che propone «bag» a sorpresa con cibo e pasti in scadenza a prezzi ribassati: tra le cause dell’aumento dei download anche l’effetto del caro prezzi sul potere d’acquisto degli italiani

9 marzo 2023
Pubblicità

3' di lettura

Nel 2022 gli utenti di “Too good to go” e le aziende associate sono aumentati rispettivamente del 50 e del 40%. Così sono stati salvati il 32% di pasti in più rispetto al 2021. Tra le cause, oltre la maggior consapevolezza sul tema del “no waste”, secondo l’app nata per limitare lo spreco ci cibo c’è senz’altro il cambio di abitudini di consumo dovuto all’impennata dei prezzi e alla crisi che morde il poter d’acquisto delle famiglie. Il fenomeno si registra maggiormente nelle grandi città: secondo To Good to go «nel 2022 a Milano e a Roma sono stati salvati quasi un milione di pasti».

A supporto del trend l’app riporta le rilevazioni di Confesercenti secondo cui un italiano su due spera di mantenere stabili le proprie spese anche nel corso del 2023, anche se il 32% teme di dover spendere di più per cibo e bevande. E quelli dell'Osservatorio Inflazione di Ipsos, secondo il quale l'86% dei consumatori intervistati ha riscontrato dei rincari nel settore dell'alimentare.

Pubblicità

Con l’aumento del caro prezzi, Too Good To Go ha registrato «un importante incremento dell'utilizzo dell'app da parte degli utenti», arrivati a quasi 6 milioni con un incremento dei download del 51%. Questi «trovano nella piattaforma la garanzia di consumare cibo di qualità ad un costo vantaggioso, un terzo del prezzo al dettaglio, riducendo allo stesso tempo gli sprechi alimentari lungo la filiera».

«Dai nostri ultimi dati abbiamo rilevato una maggiore frequenza e rapidità, da parte degli utenti, nell’acquisto della loro prima Surprise Bag su Too Good To Go e spesso non si limitano a farlo una volta sola – afferma Mirco Cerisola, Country director per l'Italia di Too Good To Go – . Chiaramente non esiste una motivazione univoca ma variano da un utente all’altro. Alcuni vogliono contribuire a ridurre gli sprechi alimentari, altri la considerano un'opportunità per provare prodotti nuovi dei commercianti locali, così come sono motivati anche dall'indubbio risparmio economico, che per molti gioca un ruolo sempre più nevralgico, specialmente oggi. Il nostro obiettivo è essere sempre più di supporto per i consumatori e per il nostro Pianeta, cercando di ispirare e responsabilizzare tutti a ridurre insieme lo spreco alimentare, invertendo la tendenza che vede ancora il 40% del cibo prodotto totalmente sprecato. Dalla creazione di Too Good To Go abbiamo impiegato 6 anni per raggiungere i primi 100 milioni di pasti salvati. I successivi 100 milioni di pasti sono stati risparmiati in meno di un anno e mezzo; ogni singolo gesto che contrasta lo spreco alimentare contribuisce a salvaguardare il nostro Pianeta».

Per migliorare ancora i risultati raggiunti Too Good To Go, che ha anche ricevuto certificazione B Corp, «una nuova Brand Positioning e Brand Identity», che si aggiunge alla comunicazione che fino a oggi si è concentrata sui «benefici funzionali e ambientali». L’obiettivo dichiarato è «raggiungere quante più persone possibili e creare un legame sempre più indissolubile con le comunità». Una novità che arriva proprio nel giorno in cui dall’Europa arriva la notizia del possibile via libera all’indicazione di scadenza “spesso buono prima”, che potrebbe andare ad affiancare il “da consumarsi entro il” e “preferibilmente entro il”.

Too good to go è nata nel 2015 in Danimarca e oggi è presente in 15 Paesi d'Europa, negli Stati Uniti e in Canada, contando oltre 62 milioni di utenti. La sua formula permette a bar, ristoranti, forni, pasticcerie, supermercati ed hotel di recuperare e vendere online a prezzi ribassati il cibo invenduto “troppo buono per essere buttato” grazie alle Surprise Bags, che attraverso la geolocalizzazione propone agli utenti più vicini prodotti e piatti freschi che non possono essere rimessi in vendita il giorno successivo». In Italia la app è presente in oltre 600 comuni e «ha permesso di salvare più di 12 milioni di pasti, evitando così di vanificare l'emissione di oltre 22.500 tonnellate di CO2e impiegate per la produzione degli alimenti».


Riproduzione riservata ©
Pubblicità
Visualizza su ilsole24ore.com

P.I. 00777910159   Dati societari
© Copyright Il Sole 24 Ore Tutti i diritti riservati
Per la tua pubblicità sul sito: 24 Ore System
Informativa sui cookie  Privacy policy