“Secondo quanto comunicato dal ministero è previsto il 18 febbraio l'arrivo in Italia di Evusheld, un nuovo anticorpo monoclonale per il Covid-19, che verrà consegnato alle regioni entro la fine del mese”. Lo rende noto Regione Liguria precisando che secondo Alisa, l'azienda sanitaria regionale, si tratta di un farmaco da affiancare al vaccino e da utilizzare in profilassi pre-esposizione del coronavirus negli adulti e nei soggetti pediatrici di età superiore ai 12 anni o di peso superiore ai 40 chili.
Il farmaco, spiegano ancora dall'azienda, è indicato per i pazienti che hanno una compromissione immunitaria da moderata a grave o che ricevono trattamenti immunosoppressivi e che potrebbero non avere una adeguata risposta immunitaria alla vaccinazione oppure per i pazienti per i quali la vaccinazione non è raccomandata per reazioni avverse ai componenti.
Ancora nessuna novità invece per quanto riguarda Novavax: secondo quanto comunicato dalla Struttura commissariale al momento non risultano nuove date di consegna.
Il prossimo 1 marzo verrà pubblicato sul sito della Regione siciliana l'avviso per l'accesso allo strumento finanziario 'La Sicilia riparte-Fondo Emergenza Imprese Sicilia', realizzato dalla Regione con la Banca Europea per gli investimenti rivolto a Pmi che hanno sede in Sicilia e gestito da Iccrea Banca. Il 50 per cento delle risorse è riservato alle imprese del settore turistico. Sono previsti finanziamenti da 500mila a 5 milioni di euro. Secondo il quadro temporaneo di aiuti i finanziamenti fino a 2,3 milioni di euro saranno erogati a tasso zero, la parte eccedente sarà erogata a tassi di mercato. Le Pmi devono essere costituite nella forma di società di capitali e devono aver registrato una diminuzione del fatturato a partire dal 30 per cento, per imprese costituite fino al 2018, o devono aver chiuso l'attività secondo le indicazioni dei Dpcm emanati durante il periodo di pandemia per Pmi che sono state costituite a partire dal 2019. La durata massima del finanziamento è di 20 anni.
Via libera alla Camera al voto di fiducia sul dl proroga dello stato di emergenza. I sì sono stati 452, i voti contrari 53.
Nelle ultime 24 ore, in Gran Bretagna si sono registrati 54.218 nuovi contagi e 199 morti per il covid-19. Mercoledì della settimana scorsa, ricorda il Guardian, i contagi erano 68.214 e i decessi 276.
Dopo un’analoga decisione presa nei giorni scorsi in Scozia e Galles, il governo di Londra ha annunciato che i bambini fra i 5 e gli 11 anni potranno vaccinarsi contro il covid in Inghilterra. Anche l'Irlanda del Nord, riferisce il Guardian, sta per dare l'autorizzazione. L'avvio della vaccinazione per questa fascia d'età - già in corso negli Usa, l'Ue, Israele e altri paesi - è stato deciso su raccomandazione del Comitato congiunto per la vaccinazione e l'immunizzazione (Jcvi), dopo una valutazione dei rischi e i benefici. La vaccinazione “non urgente” verrà effettuata attraverso i servizi sanitari scolastici con il preparato Pfizer BioNTech.
È fissata per il prossimo 25 febbraio una riunione straordinaria della commissione tecnico scientifica dell’Aifa e, secondo quanto si apprende, in quella occasione dovrebbe essere esaminata la possibilità di autorizzare la quarta dose del vaccino anti Covid ai soggetti fragili. L’esame dei dati sarà avviato in seguito alla richiesta del ministero della Salute. Alcune regioni, come il Piemonte, avevano già posto la questione al ministero.
È stato chiuso, e in queste ore verrà sanificato per riaprire venerdì prossimo come reparto normale, il reparto covid di Codogno (Lodi). Era stato riaperto il 10 gennaio scorso dopo l’ultimo aumento di malati. È quindi la seconda chiusura nella città simbolo dello scoppio della pandemia in Italia. Il reparto era stato aperto con la scoperta del cosiddetto “paziente 1 italiano” ed era stato chiuso già una prima volta il 4 giugno 2021. «Speriamo si tratti dell’ultima, definitiva chiusura di questo repartino» sottolinea Paolo Bernocchi direttore sanitario dell’Asst di Lodi. «L’ormai ex area covid, da venerdì, quindi - conclude Bernocchi - tornerà a essere dedicata ai pazienti di chirurgia, medicina e riabilitazione cardio-pneumologica».
In Lombardia il trend delle misure restrittive è in netta riduzione in tutti i cicli scolastici, con picchi superiori al 90% nei nidi e nelle scuole primarie. E’ quanto evidenzia il nuovo report di monitoraggio diffuso dall’Assessorato al Welfare. Tra il 7 e il 13 febbraio gli alunni lombardi in quarantena in quanto contatti di caso Covid scendono a 9.341 (erano 43.000 la settimana prima), per un totale di 854 classi, mentre sono 38 gli operatori scolastici isolati. In calo anche l’andamento dei contagi in tutta la popolazione scolastica (0-18 anni), che rispetto alla settimana precedente passano da 24.398 a 14.246 (-41,6%).
Sono 59.749 i nuovi contagi da Covid nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri erano stati 70.852. Le vittime sono invece 278, in calo rispetto a ieri quando erano state 388. Il tasso di positività si attesta al 10,7%.
Nella somministrazione dei vaccini anti Covid, i medici, “sono tranquilli”, sul piano legale, tutelati “dal cosiddetto ’scudo penale’, il Dl 44 del 2021 convertito in legge in cui, per le conseguenze legate al vaccino che non dipendono dall’imperizia del medico, si sancisce che il professionista non è punibile. Credo che questa norma, che noi abbiamo fortemente richiesto e ottenuto nel 2021, abbia molto rassicurato i medici e anche gli altri operatori sanitari che ne hanno avuto beneficio. E ha consentito ai camici bianchi vaccinatori di poter aderire alla campagna vaccinale in modo assolutamente tranquillo”. Lo ha detto il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo), Filippo Anelli rilevando che “in una campagna in cui abbiamo somministrato oltre 132 milioni di dosi non sono emersi particolari problemi nella somministrazione”. “Lo scudo penale - aggiunge Anelli - consente di lavorare con maggiore serenità. Ed è giusto che sia così, perché anche gli eventuali effetti collaterali non dipendono dall’esercizio professionale ma sono reazioni intrinseche al vaccino”.
La punibilità dell’operatore sanitario, secondo la norma “è esclusa quando l'uso del vaccino è conforme alle indicazioni contenute nel provvedimento di autorizzazione all'immissione in commercio, emesso dalle competenti autorità, e alle circolari pubblicate sul sito istituzionale del ministero della Salute relative alle attività di vaccinazione”. “Ovviamente - conclude Anelli - nei casi gravi, come nei 22 decessi che l’Agenzia del farmaco riferisce come correlabili al vaccino anti Covid gli operatori sanitari che hanno eseguito il vaccino saranno coinvolti nell’eventuale azione legale ma non sono punibili”.
È il Green pass l'ennesimo fronte aperto all’interno del Movimento 5 Stelle: un M5S che, mentre in Aula alla Camera si discute la proroga dello stato di emergenza, si scopre spaccato sull’opportunità di confermare o meno lo strumento del certificato verde in chiave anti-Covid. Nel corso dell’assemblea dei gruppi con Giuseppe Conte, convocata sulla piattaforma Zoom di buon mattino, sono molte le voci critiche che si levano dalla compagine parlamentare stellata per chiedere lo stop alle misure restrittive.
Da Mauro Coltorti a Federica Dieni, da Gabriele Lorenzoni ad Antonella Papiro, passando per Davide Zanichelli, Marco Bella, Alberto Zolezzi e altri ’portavoce’ M5S: cresce nelle file del Movimento il pressing per allentare le maglie delle restrizioni e soprattutto per mandare in soffitta il Super Green pass.
“Siamo in uno stato di diritto dove non si può discriminare, abbiamo creato una tensione sociale infinita. Questa non è una battaglia che si può lasciare alla Lega”, attacca la vicepresidente del Copasir Dieni, dicendosi contraria al green pass rafforzato per il lavoro e per i mezzi pubblici. La discussione assume a tratti toni accesi. “Non posso accettare che la linea del M5S la decida il governo”, attacca per esempio la deputata Patrizia Terzoni. “Il M5S deve iniziare ad avere una linea politica chiara. Fuori dal palazzo dicono che siamo diventati gli zerbini del Pd e di Speranza. Perché Sileri va in tv a difendere la linea di Speranza? Ci vada Speranza a difenderla”.
Critiche al viceministro della Salute grillino arrivano anche dal collega senatore Pietro Lorefice: “Il 25 gennaio Sileri ha fatto una affermazione terribile: ’per tutelare gli italiani renderemo ai non vaccinati la vita difficile’. Non mi riconosco in queste affermazioni, disconosco tante dichiarazioni fatte da Sileri”. Un ’fuoco amico’ al quale lo stesso Pierpaolo Sileri è costretto a replicare: “Io in tv per difendere la linea di Speranza? La linea non è quella di Speranza ma quello del governo”, controbatte Sileri, che rispondendo a Lorefice poi prosegue: “Ha qualche problema nella comprensione di quello che ho detto... Non ho mai attaccato i non vaccinati, semmai i complottisti, quelli che minacciano di morte, quelli che pensano venga messo un microchip, quelli che mandano i proiettili alla collega immunologa...”. Lo sfogo del viceministro non si ferma qui: “Prima di parlare e di giocare sui numeri, attenzione. Perché ci sono persone titolate a farlo, alle quali noi ci rivolgiamo. Non credo che siamo migliori dell’Oms. Nel momento in cui pensiamo di essere migliori degli altri, facciamo una ca...”.
Il governo austriaco prevede di porre fine alle principali restrizioni Covid-19 il prossimo 5 marzo, anche se indossare maschere rimarrà obbligatorio in alcuni luoghi. Il cancelliere Karl Nehammer ha annunciato la decisione in una conferenza stampa a Vienna, sottolineando che la pandemia non è ancora finita ma la situazione consente all’Austria di procedere a una graduale riapertura. In una prima fase a partire da sabato 19 febbraio, non sarà più richiesta la prova della vaccinazione per partecipare a eventi, recarsi in ristoranti, bar o parrucchieri e varie altre attività. Per queste cose sarà sufficiente avere un test anti-Covid negativo. Dal 5 marzo, la maggior parte delle restrizioni verrà revocata, con la riapertura dei locali notturni e la fine delle restrizioni sugli orari di apertura di ristoranti e bar.
La Svizzera revoca la maggior parte delle misure anti covid. A partire da domani non saranno più necessari mascherina e green pass per accedere a negozi, ristoranti, istituzioni culturali, altre strutture aperte al pubblico e manifestazioni. Le misure sanitarie per l’ingresso in Svizzera saranno totalmente abolite. Rimangono in vigore fino a fine marzo l’uso obbligatorio di mascherine nei trasporti pubblici e nelle strutture sanitarie, così come l’isolamento dei positivi per cinque giorni. Cancellata anche la raccomandazione del telelavoro. Saranno le imprese a decidere se continuare a far lavorare i dipendenti da casa e imporre l’uso della mascherina nei loro locali visto che per legge sono tenute ad adottare le precauzioni necessarie per proteggere i lavoratori. Rimarranno in vigore fino a fine marzo invece le disposizioni per tutelare i dipendenti particolarmente a rischio. Inoltre non saranno più rilasciati i cosiddetti certificati Swiss Covid, introdotti dall’autunno 2021, ma solo certificati Covid riconosciuti dall’Ue. Il mandato della Task Force, che ha fornito gratuitamente consulenza dalla primavera del 2020, si concluderà alla fine di marzo. I singoli membri continueranno comunque ad essere a disposizione del Consiglio federale e dell’Amministrazione federale. La situazione epidemiologica è in continuo miglioramento e, grazie all’elevato grado di immunità nella popolazione, è improbabile che il sistema sanitario sia sovraccaricato nonostante il virus continui a circolare, precisa il comunicato che annuncia la revoca delle restrizioni.
Sono 5.181 i nuovi casi di contagio registrati in Veneto nelle ultime 24 ore. È quanto emerge dal bollettino della Regione Veneto sull’andamento della pandemia. Nella stessa giornata si registrano 30 decessi.
Il Covid? «Non credo dovremmo più vivere la situazione emergenziale che abbiamo vissuto in passato, almeno se rimane la variante Omicron. E non penso che possa arrivare a breve una variante più diffusiva di Omicron, è difficile ed è improbabile immaginarsela». Lo afferma l’immunologo e membro del Comitato tecnico scientifico (Cts), Sergio Abrignani, ospite di ’Un Giorno da Pecora’ su Rai Radio 1.
Il Covid non risparmia il Santuario mariano di Montevergine, in provincia di Avellino. Insieme al vescovo, monsignor Riccardo Guariglia, sono risultati positivi altri componenti della comunità monastica virginiana. In attesa dell’esito dei tamponi, il millenario santuario fondato da San Guglielmo da Vercelli resterà chiuso fino al prossimo 21 febbraio con la cessazione di tutte le connesse attività liturgiche. Stessa decisione per il Palazzo Abbaziale di Loreto, sede di residenza invernale della comunità monastica.
A metà marzo in Francia potrebbe essere revocato l’obbligo di usare le mascherine al chiuso, anche a bordo dei mezzi pubblici. Ad annunciarlo è stato il ministro della Salute, Olivier Véran. “Se si continua con questa dinamica, potremo uscire totalmente da questa ondata entro qualche settimana”, ha dichiarato. “Probabilmente a metà marzo, se ci sono le condizioni, potremo alleggerire nuovamente le restrizioni sanitarie”. A metà marzo “si potrebbe cominciare a porsi seriamente la questione dell’obbligo di indossare le mascherine all’interno, adulti e bambini. E si potrebbe cominciare ad alleggerire il Green Pass conservandolo nei luoghi molto a rischio, come ad esempio le discoteche”.
“Questo progetto fa parte di un’ambizione più ampia. Entro il 2040, l’Unione Africana vuole che il 60% dei vaccini utilizzati nel continente sia prodotto nel continente. L’Unione europea sostiene pienamente tale obiettivo. Insieme ai nostri Stati membri e alle istituzioni finanziarie, abbiamo impegnato oltre un miliardo di euro in finanziamenti. Rafforzare i quadri normativi e trasferire competenze e know-how. Perché le capacità regionali sono la pietra angolare della salute pubblica globale”. Così la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, intervenendo all’evento ‘Vaccine Equity for Africa’ organizzato da Biontech. “E il progetto va anche oltre la sanità pubblica. Costruire questa capacità tecnologica in Ghana, Ruanda, Senegal e Sud Africa, paesi che sono leader regionali nell’innovazione, rafforzerà l’ecosistema dell’innovazione nell’intero continent”, ha aggiunto.
Il Veneto registra 5.181 nuovi contagi Covid nelle ultime 24 ore, un dato che pare indicare una stabilizzazione della curva dei nuovi casi, dopo l’impennata di gennaio. Sono ancora molti però i decessi giornalieri, 30 ieri, che portano il totale delle vittime a 13.637. Lo rende noto il bollettino della Regione. L’incidenza dei contagi, sui 78.377 tamponi processati, è al 6,61%. Dall’inizio della crisi pandemica sono state 1.281.954 in regione le persone colpite dal virus. Continuano a scendono (- 9.438) gli attuali positivi, che ora sono 87.756. Flettono ancora i dati ospedalieri: i ricoverati con Covid sono 1.494 (-18) dei quali 1.371 (-13) in area medica, e 123 (-5), in terapia intensiva.
Il Brasile ha registrato per l’ottavo giorno consecutivo una media di decessi per coronavirus di oltre 800 ogni 24 ore, mentre il trend dei contagiati indica una curva al ribasso. Nella giornata di ieri sono state segnalate altre 909 vittime, portando il totale a 639.822 dall’inizio della pandemia. La media è stata di 847 morti giornalieri nell’ultima settimana, con un aumento del 30% rispetto alla media precedente. Per quanto riguarda i contagi, invece, il colosso latinoamericano ha raggiunto quota 27.664.958, compresi i 123.827 registrati ieri. La media dei casi è stata di 127,77 nuovi positivi giornalieri nell’ultima settimana, con un calo del 29% rispetto alla media precedente, secondo i dati delle 27 segreterie statali alla Salute pubblicati oggi dal quotidiano O Globo.
La curva dei ricoveri comincia a scendere rapidamente: in una settimana il numero dei pazienti Covid ricoverati è diminuito del 17%. Emerge dalla rilevazione Fiaso negli ospedali sentinella del 15 febbraio. Nei reparti ordinari la diminuzione dei pazienti, rispetto all’8 febbraio, si attesta al 16% mentre nelle intensive il calo arriva al 26%. La riduzione dei pazienti, tuttavia, procede a ritmi differenti: negli ospedali del Nord il calo dei ricoveri, sia nei reparti ordinari sia nelle rianimazioni, è stato del 29%. Nelle strutture del Centro i ricoveri sono scesi dell’11% mentre al Sud e isole i pazienti si sono ridotti dell’8%.
Il produttore tedesco di vaccini BioNTech ha annunciato i propri piani per aprire impianti di produzione in Africa, circostanza che aumenterebbe la disponibilità dei farmaci tanto necessari nel continente. Il design modulare presentato a una cerimonia a Marburg, in Germania, consiste in container di spedizione dotati dell’attrezzatura necessaria per produrre il vaccino a base di mRna dell’azienda dall’inizio alla fine, fatta eccezione per la fase finale di riempimento delle dosi nelle fiale. La prima struttura “chiavi in mano” sarà spedita in Senegal o in Ruanda nella seconda metà di quest’anno, ha riferito BioNTech, che mira ad avviare la produzione di un massimo di 50 milioni di dosi di vaccino all’anno entro 12 mesi, in attesa dell’approvazione delle autorità di regolamentazione locali.
Scendono a livello globale i nuovi casi, ma non calano i decessi. È quanto emerge dal report settimanale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). «Nella settimana dal 7 al 13 febbraio, il numero globale di nuovi casi di Covid-19 è diminuito del 19% rispetto al dato della settimana precedente. Mentre il numero dei decessi è rimasto simile a quello della settimana prima», si legge nel report. Nelle sei regioni dell’Oms sono stati registrati poco più di 16 milioni di nuovi casi e poco meno di 75 mila decessi. Al 13 febbraio sono stati segnalati oltre 409 milioni di casi confermati e oltre 5,8 milioni di decessi a livello globale.
Per l’amministratore delegato di Moderna Stephane Bancel è «ragionevole» supporre che potremmo essere vicini alle fasi finali della pandemia. «Penso che sia uno scenario ragionevole», ha detto a Squawk Box Asia della Cnbc. «C’è l’80% di possibilità che con l’evoluzione di Omicron o del virus SarsCov-2, vedremo virus sempre meno virulenti». Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ci sono stati 15,47 milioni di nuovi casi segnalati negli ultimi 7 giorni in tutto il mondo, e 73.162 morti nello stesso periodo.
Ieri in Cina continentale sono state segnalate 46 infezioni di Covid-19 a trasmissione locale. Lo ha reso noto oggi la Commissione Sanitaria Nazionale nel consueto bollettino quotidiano, specificando che dei nuovi casi locali 19 sono emersi nello Jiangsu, 15 nel Liaoning, 7 nella Mongolia Interna, 3 nel Guangdong e 2 nel Guangxi. La commissione ha anche riferito di 56 nuovi casi importati in 10 suddivisioni a livello provinciale, aggiungendo che non vi sono stati nuovi casi sospetti né ulteriori decessi correlati alla malattia. Sempre ieri sono emersi inoltre 28 asintomatici, 23 dei quali provenienti dall’esterno. Al 15 febbraio il totale dei contagi confermati di Covid-19 in Cina continentale, che comprende sia i casi locali che quelli importati, ha raggiunto quota 107.196 con 1.419 pazienti ancora in terapia, di cui 7 in condizioni gravi. Da inizio pandemia, in Cina continentale, sono 4.636 le persone che hanno perso la vita a causa del virus.
Nel quarto trimestre 2021 la produzione industriale lombarda cresce del +2,3% congiunturale e chiude così l'anno in rialzo sia rispetto al 2020 (+15,6% la crescita media annua) che al 2019 (+4,3%). Fanno da traino al recupero produttivo gli ordinativi: quelli domestici sono cresciuti dell'11,0% rispetto al 2019 e quelli esteri del +14,7%. Sono questi i dati emersi dalla consueta indagine congiunturale di Unioncamere Lombardia.
Scende verso quota mille l’incidenza di contagi ogni 100mila abitanti nelle Marche: nell’ultima giornata sono stati rilevati 2.204 positivi e l’incidenza è passata da 1.143,66, di ieri, all’attuale 1.089,65. Emerge dai dati comunicati dall’Osservatorio epidemiologico regionale. La provincia con più casi in un giorno è Ancona (676), seguita da Macerata (514), Pesaro Urbino (354), Ascoli Piceno (309) e Fermo (254); 97 i casi provenienti da fuori regione. Sono 402 le persone con sintomi; i casi comprendono 641 contatti stretti di positivi, 524 contatti domestici, 51 in ambiente scolastico/formativo, cinque in ambiente di vita/socialità, tre in ambiente lavorativo, un caso ciascuno in setting assistenziale e sanitario; su 554 contagi in corso un approfondimento epidemiologico. Tra le fasce d’età è ancora quella tra i 25 e i 44 anni più colpita con 618 casi di positività; a seguire persone di età 45-59 anni (452) e 6-10 anni (213). In totale eseguiti 7.659 tamponi (5.538 nel percorso diagnostico, con il 39,8% di positivi, e 2.121 nel percorso guariti). Sono 1.171 i contagi registrati tra i test antigenici (valore compreso nel totale dei positivi).
Continua a calare il numero degli israeliani contagiati dalla variante Omicron del coronavirus: ieri sono stati complessivamente 20.340, pari al 18,73% dei tamponi effettuati. In calo anche il numero dei malati gravi, che nell’ultima settimana sono scesi da circa 1.200 agli attuali 927. Ieri i decessi sono stati 29. Nell’ultima settimana sono stati 236 e complessivamente 9.651 dall’inizio della pandemia. Lo ha reso noto oggi il ministero della Sanità. La richiesta di vaccinazioni si è intanto pressochè azzerata. Ieri solo 249 israeliani hanno chiesto la prima dose di vaccino Pfizer, 730 la seconda dose e 875 la terza dose, ossia il ’booster’. In questo contesto spicca la continua richiesta della quarta dose (per chi abbia ricevuto la terza oltre cinque mesi fa) che ieri è stata somministrata a 3.727 persone.
I nuovi casi di Covid-19 registrati in Toscana nelle ultime 24 ore sono 3.328 su 32.077 test di cui 9.668 tamponi molecolari e 22.409 test rapidi. Lo comunica su Telegram il presidente della Regione Eugenio Giani. Il tasso dei nuovi positivi è 10,38% (56,2% sulle prime diagnosi).
Calano i positivi al Covid nelle Marche: sono 2.204 (ieri 2.881) i nuovi casi registrati oggi, a fronte di 7.659 tamponi processati, di cui 5.538 nel percorso diagnostico. Sale lievemente il tasso di positività, pari al 39,8% (ieri 38,1%) e diminuisce ancora quello di incidenza cumulativo ogni 100mila abitanti, che oggi si attesta a 1.089,65 (ieri 1.143, 66). Lo rende noto l’Osservatorio Epidemiologico della Regione Marche. Dei 2.204 contagi odierni, 402 sono soggetti sintomatici; 641 contatti stretti con casi positivi e 524 contatti domestici. Ancora, 51 positivi sono stati individuati in setting scolastico/formativo, 5 in ambienti di vita/socialità, 3 in setting lavorativo, 1 in setting assistenziale e 1 in ambito sanitario. Per 554 casi è in corso l’approfondimento epidemiologico, mentre 22 sono i casi extra regione.
La percentuale di posti letto in terapia intensiva occupati da pazienti con Covid-19 resta al 12% in Italia e, nell’arco di 24 ore, cresce solo in Liguria (13%), mentre cala in13 regioni: Abruzzo (al 13%), Basilicata (al 5%), Calabria (13%), Campania (8%), Emilia Romagna (12%), Friuli Venezia Giulia (17%), Marche (14%), Pa Bolzano (7%), PA Trento (14%), Sicilia(13%), Toscana (13%), Umbria (8%), Veneto (7%). Questi i dati dell’Agenzia Nazionale per i servizi sanitari regionali del 15 febbraio. Il tasso è stabile in 7 regioni: Lazio (19%), Lombardia (9%), Molise (13%), Puglia (13%), Sardegna (15%), Piemonte (12%) e Val d’Aosta (12%).
Nel quarto trimestre del 2021 il numero totale di registrazioni di nuove imprese segna un nuovo aumento congiunturale (+4,1%), dopo la lieve flessione del trimestre precedente (-0,9%). Lo rende noto l’Istat precisando che le registrazioni segnano un forte aumento congiunturale nel settore delle costruzioni (+20,2%) e nei trasporti (+9,4%), mentre si registra il secondo calo consecutivo nel commercio, con una diminuzione del 5,2%. Risultano in diminuzione anche negli esercizi ricettivi e di ristorazione (-1,5%) e si riducono del 4,4% nella manifattura, dopo due trimestri in decisa risalita.
Nella media del 2021, il numero di registrazioni (dato grezzo) è cresciuto del 14,6% rispetto all'anno precedente. L’Istat comunica, poi, che sia su base congiunturale che su base tendenziale, nell'ultimo trimestre del 2021, i fallimenti risultano marcatamente in calo in tutti i settori. Si registra una diminuzione complessiva del 18,6% rispetto al trimestre precedente e del 21,3% rispetto al quarto trimestre del 2020. Nel 2021 il numero totale di fallimenti (dato grezzo) è cresciuto del 18,5% rispetto al 2020 ma rimane al di sotto dei livelli osservati negli anni precedenti l'emergenza sanitaria.
«A febbraio, il Pil, stando alle nostre stime, ha consolidato la tendenza al rallentamento emersa nei mesi precedenti, con una riduzione dell'1,0% congiunturale. Nel confronto annuo la crescita si dovrebbe attestare al 4,2%, in forte calo, quindi, rispetto ai mesi precedenti». Lo si legge nella congiuntura di febbraio di Confcommercio. «Alle incertezze produttive - si legge ancora - si associano i timori degli effetti sui consumi derivanti dalla ripresa dell'inflazione. Nel mese di febbraio, la variazione annua dei prezzi al consumo dovrebbe attestarsi al 5,6%. Come paventato da alcuni mesi, le perduranti tensioni sui mercati internazionali e nelle catene di approvvigionamento cominciano a produrre rialzi anche in settori diversi dall'energetico».
Moderna, società di biotecnologie che operaanche nei settori delle terapie e nei vaccini a Rna messaggero (mRna), e Laboratorios Farmaceuticos Rovi, società farmaceutica paneuropea specializzata e impegnata nella ricerca, sviluppo, produzione a contratto e commercializzazione di piccole molecole e specialità biologiche, hanno annunciato una collaborazione a lungo termine per aumentare le capacità di compounding, riempimento asettico, ispezione, etichettatura e confezionamento degli stabilimenti Rovi, situati a Madrid, San Sebastian de los Reyes e Alcalá de Henares.
Questo accordo, che ha durata di dieci anni, include una serie di investimenti che dovrebbero consentire un aumento della capacità di produzione di Rovi a Madrid, in Spagna. Oltre a produrre il vaccino Covid-19 di Moderna, la piattaforma di Rovi potrebbe anche essere utilizzata per i futuri candidati al vaccino mRna di Moderna.
«Rovi è stato un partner fondamentale nel supportare la produzione del nostro vaccino mRna Covid-19 per i Paesi al di fuori degli Stati Uniti e questo accordo a lungo termine amplia la nostra partnership e consente un ulteriore ampliamento per i futuri farmaci mRna», ha affermato Juan Andres, Chief Technical Operations e Quality Officer di Moderna. Moderna e Rovi dovrebbero finalizzare i dettagli dell’accordo nel primo trimestre 2022.
Sono quasi 220.000 i nuovi casi di coronavirus confermati in Germania in 24 ore. Scende ancora il dato sull’incidenza settimanale dei contagi dopo i record dei giorni scorsi. L’Istituto Robert Koch segnala oggi 219.972 contagi e 247 decessi a fronte delle 159.217 infezioni comunicate ieri, quando il bollettino riportava 243 decessi. L’incidenza è pari a 1.401 casi positivi per 100.000 abitanti (ieri era a 1.437,5 e il giorno precedente a 1.459,8), con 1.164.984 contagi accertati negli ultimi sette giorni. I casi attivi sono circa 3.526.800. Dall’inizio della pandemia in Germania sono più di 12,8 milioni i casi di Covid-19 accertati con 120.467 decessi e circa 9.153.100 persone guarite dopo aver contratto l’infezione.
La Nuova Zelanda ha registrato 1.160 casi di coronavirus nelle ultime 24 ore, il livello più alto dall’inizio della pandemia: il nuovo record giunge mentre continuano nella capitale Wellington le proteste anti Covid, che da nove giorni bloccano le strade nella zona del Parlamento. Nelle ultime ore la polizia ha rinunciato a rimuovere le auto, i camion ed i camper che bloccano la circolazione, spingendo i dimostranti a cantare vittoria. Nella tarda serata di ieri infatti il capo della polizia, Andrew Coster, aveva detto che oggi avrebbe rimosso i veicoli con i carri attrezzi e l’aiuto dell’esercito, minacciando l’arresto di chiunque si fosse opposto all’”imminente” operazione. Tuttavia, alle 20:00 ora locale di oggi (le 8:00 in Italia) ne’ la polizia, ne’ l’esercito erano ancora intervenuti.
no 132.474.790 le somministrazioni di vaccino anti Covid effettuate in Italia secondo l’ultimo aggiornamento della struttura commissariale alle 6:25 di oggi. In dettaglio sono 49.212.974 per persone con almeno una dose, pari al 91,12 % della popolazione over 12, mentre sono 47.917.549 quelle che hanno completato il ciclo vaccinale, pari all’88,72 % della popolazione over 12: sono invece 1.396.284, cioè il 2,59 % della popolazione over 12 i guariti.
Adottare “tutte le misure necessarie” per contrastare la diffusione del coronavirus a Hong Kong, che combatte in questi giorni la sua battaglia più dura dall’inizio della pandemia. E’ quello che ha chiesto il leader cinese Xi Jinping, e - secondo media filo-Pechino a Hong Kong - il governo centrale verrebbe in aiuto dell’ex colonia britannica nel pieno della “quinta ondata” di Covid. Incaricato di trasmettere a Carrie Lam la preoccupazione di Pechino, il vice premier cinese, Han Zheng, responsabile del Partito comunista per Hong Kong, con sette milioni di abitanti e contagi a livelli record dopo due anni in cui avevano funzionato le misure decise per contenere la diffusione del coronavirus. Ma, nonostante la strategia ’zero Covid’, ieri l’ex colonia britannica, sempre più nell’orbita di Pechino, ha registrato più di 1.600 casi di coronavirus. Tra le vittime anche una bambina di tre anni. Secondo dichiarazioni pubblicate dal giornale Wen Wei Po, il leader cinese ha sottolineato che il governo di Hong Kong “deve mobilitare tutte le forze e le risorse a disposizione e adottare tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza e la salute della popolazione di Hong Kong e la stabilità generale della società”. Secondo la linea di Xi, i dipartimenti del governo centrale cinese e le autorità locali devono sostenere e aiutare il governo di Hong Kong a fare “un buon lavoro nel prevenire e combattere l’epidemia”. Stando alle notizie, Hong Kong avrebbe chiesto un rafforzamento del sistema di test e materiale sanitario oltre a sostegno per la realizzazione di strutture temporanee per l’isolamento e la cura dei pazienti Covid. Al governo centrale sarebbe stato anche chiesto di garantire forniture di cibo.
Sono due i nuovi casi di Covid-19 registrati nelle ultime 24 ore a Pechino, ai Giochi invernali. Nella giornata di martedì, a fronte di 31 nuovi arrivi. Il numero complessivo di positivi, dal 23 gennaio sale dunque a 435.
Il governo giapponese è pronto ad allentare le restrizioni anti-Covid alle frontiere per l’ingresso dei cittadini stranieri a partire dal prossimo mese. Lo anticipano fonti governative citate dai media nipponici, in attesa della conferenza del premier Fumio Kishida prevista per domani. In primo luogo l’esecutivo punta ad alzare le quote sugli ingressi giornalieri, dagli attuali 3.500 ai 5.000 che erano consentiti fino a prima di novembre. Con ogni probabilità verrà eliminato anche il periodo di quarantena di sette giorni per i non residenti, purché in possesso di un test Covid negativo, o per chi abbia fatto la terza dose del vaccino. Le misure, considerate tra le più severe tra le nazioni del G7, sono state criticate da numerose organizzazioni di categoria, dagli accademici e a livello internazionale. Secondo un’agenzia governativa, più di 150mila studenti in possesso di un regolare visto non sono stati autorizzati all’ingresso nel Paese alla fine del 2021. Il capo di gabinetto Hirokazu Matsuno ha ammesso che tra la fine di novembre e inizio febbraio il numero di pratiche accettate per l’ingresso è stato estremamente contenuto e che il governo si sta adoperando per presentare un piano per risolvere le attuali criticità. Il mese scorso l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha chiesto ai paesi di allentare le restrizioni introdotte sui viaggi a causa della pandemia, per via della loro inadeguatezza a contrastare la diffusione della variante Omicron.
Tamponi rapidi gratuiti nelle scuole e nelle case di cura a partire dalla prossima settimna in Corea del Sud dopo l’ondata di nuovi casi registrata a causa della variante Omicron.
Il Paese ha infatti visto il più alto aumento giornaliero di contagi Covid con 90.443 nuovi casi, battendo il precedente record stabilito martedì di oltre 33.000 casi. Secondo alcuni esperti si potrebbe arrivare a circa 200mila casi al giorno entro marzo.
Da qui la scelta del governo, presentata dal primo ministro Kim Boo-kyum, con i funzionari che inizieranno a distribuire kit di test rapidi gratuiti negli asili nido, nelle scuole elementari e nelle case di cura la prossima settimana per rafforzare la protezione dei bambini non vaccinati e dei gruppi ad alto rischio.
“Riaprire tutto, senza restrizioni, alla fine dello stato di emergenza” perché “dobbiamo approfittare ora della tregua che il Covid ci concede” ma prima “vanno aboliti i colori” che “sono solo un feticcio” e “distinti i ricoverati per Covid e con Covid per smontare le argomentazioni No Vax”. È il pensiero espresso dal governatore del Friuli Venezia Giulia e presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga in un’intervista a Repubblica.
In merito allo stato di emergenza “nessuno vuole una proroga a prescindere, né il governo né le Regioni. Dobbiamo superare questa fase, dati permettendo, andando comunque avanti con le vaccinazioni e la proroga dei contratti per rafforzare il sistema sanitario”.
La possibile eliminazione del green pass il 31 marzo «è uno scenario possibile» e se sarà completata la campagna vaccinale anti-Covid si potrà immaginare un «progressivo allentamento delle misure restrittive», afferma il sottosegretario Andrea Costa. Oggi alla Camera il voto di fiducia sul decreto per la proroga dello stato d’emergenza e sul green pass.
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