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La corsa del Covid in Cina: nell’Henan infettato il 90%

di Rita Fatiguso

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In movimento. In CIna sono iniziate le vacanze del Capodanno Lunare, le prime senza restrizioni dal 2020

In movimento. In CIna sono iniziate le vacanze del Capodanno Lunare, le prime senza restrizioni dal 2020

11 gennaio 2023
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2' di lettura

Wang Xiao trascorrerà il Capodanno lunare iniziato sabato scorso, a Pechino dove lavora, da solo e, per il quarto anno consecutivo, festeggerà con i suoi anziani genitori rimasti a Zhengzhou, capitale della provincia dell’Henan, a distanza, su Wechat.

Troppo rischioso mettersi in marcia verso casa, per sè e per gli anziani genitori: nell’Henan circa 88,5 milioni di persone su una popolazione di 99,4 potrebbero essere state infettate. Così, l’epicentro delle rivolte scoppiate nella mega fabbrica di telefonini Apple a causa dei ferrei lockdown, è già schizzato in cima alle classifiche del contagio, che galoppa, con il 90% della popolazione ammalato.

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La conferma è ufficiale, Kan Quancheng, direttore della commissione sanitaria per la provincia centrale dell’Henan, ha detto che «al 6 gennaio 2023, il tasso di infezione da Covid della provincia era dell’89%». Per questo Wang Xiao - nome fittizio, situazione, per sua sfortuna, drammaticamente vera, conferma al Sole 24 Ore che «non se la sente di partire», al contrario dei 34,7 milioni di cinesi - un terzo in più dell’anno scorso - che sabato scorso, data di inizio del Capodanno, avevano valigia pronta e biglietto di ritorno a casa.

Flight Master ha censito domenica un totale di 245 voli cinesi internazionali, rispetto ai 2.546 del 2021, con un calo del 91 per cento. Ancora pochi rispetto allo standard pre-pandemico, ma sufficienti a ridare speranza al turismo interno cinese che dovrebbe recuperare al 70-75% i livelli pre-Covid. Dopo il via libera del Governo a partire dal weekend a qualsiasi tipo di spostamento dentro e fuori la Cina, moltissimi cinesi si sono rimessi in marcia assaporando una ritrovata libertà dopo tre anni di quarantena.

I media ufficiali di Pechino smorzano la portata del cambio di marcia, ma alla conferenza stampa del Gruppo di intervento per il controllo della pandemìa molte domande sono rimaste inevase: che succede se arrivano le nuove varianti? E che vaccinazioni saranno disponibili?

La parola d’ordine è rassicurare gli animi. A nulla serve che l’Organizzazione mondiale della Sanità stimi in un milione di persone le possibili morti da varianti Covid-19 entro l’anno. Ufficialmente, la Cina ha riportato solo 5.272 decessi dall’inizio della pandemìa a oggi.

Così c’è chi non vede l’ora di riassaporare i ravioli della terra di origine e chi ha già il passaporto o il visto pronto per l’espatrio destinazione Asia o, in certi casi, mete più lontane, in Occidente.

La Thailandia, rimasta a bocca asciutta per troppo tempo, è pronta ma chiede ai turisti cinesi un test negativo all’arrivo. Come la Corea del Sud, i cui voli sono praticamente esauriti: senza test anti-Covid chi arriva da Cina, Macao e Hong Kong torna a casa. L’atteggiamento dei Paesi europei e degli Usa è altrettanto chiaro.

Domenica sono state rimosse anche le quarantene per i viaggiatori stranieri, e chi può parte. Un manager italiano a Shanghai che in questi tre anni non ha mai lasciato la sede di lavoro dice di avere «un’agenda molto piena». «Non sono l’unico - dice al Sole 24 ore - qui il cambio di marcia è partito da un po’. Tornerò, con calma, ma solo tra qualche settimana».

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