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Tod’s illumina l’Hangar Bicocca, Gucci fa sfilare 68 coppie di gemelli

di Angelo Flaccavento

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Gucci (foto: Matteo Canestraro)

Gucci (foto: Matteo Canestraro)

Milano emoziona con la riflessione sull’identità firmata da Alessandro Michele. I debutti di Marco De Vincenzo da Etro e di Filippo Grazioli da Missoni, interessanti inizi da esplorare

24 settembre 2022
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3' di lettura

Giunti al terzo giorno di sfilate, Milano finalmente emoziona. «Sempre più lavoriamo come a teatro», racconta Alessandro Michele a conclusione dello show Gucci, commovente esplorazione del topos del doppio e della gemellitudine. Capita di rado che la moda tocchi in maniera così puntuale un nodo tanto intimo e profondo. Bastano sessantotto coppie di gemelli identici, e un colpo d’occhio straordinario. Il meccanismo narrativo è rivelato nel finale, accompagnato da una struggente composizione per archi – realizzata di proposito, proprio come a teatro – quando si solleva la cortina che divide per lungo la passerella e i modelli escono dalle due aperture della quinta di fondo, si prendono per mano e, percorsa tutta la pedana, si separano.

La collezione Gucci per la PE 2023

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Altri designer in passato hanno toccato il tema del doppio: Marc Jacobs da Louis Vuitton, Jun Takahashi da Undercover, ma questa volta è diverso. La reazione del pubblico è gutturale: groppo in gola e lacrime. Simile a un rito iniziatico di ricongiungimento con l’altra metà a lungo cercata, l’usuale camminata in passerella innesca pensieri che da sempre percorrono la mente umana. Pensieri che Alessandro Michele, figlio di una madre gemella che condivideva la casa con la sorella identica e la di lei famiglia, sollecita con sentimento e intensità, e una verve teatrale sintetica piuttosto che ridondante.

«La moda che faccio, invece è chiara da leggere: mi piace citare, con una evidenza quasi pornografica», spiega a proposito della collezione. A questo giro sono gli anni 80 dei club e i tardi 70 del folk lisergico, inframezzati da esplorazioni grafiche di silhouette ad alto tasso di sensualità. Il corpo è il centro dell’attenzione, intensificato dal doppio, ma a questo giro, consapevolmente, tutto passa in secondo piano rispetto alla messa in scena, perché oggi è solo il racconto che conta.

Il tema del twinning è nell’aria, e nel giro di un’ora torna da Sunnei, dove però è pretesto per una differente e non meno pregnante riflessione: la capacità della moda di mutare la percezione della persona. In borghese o nella moda ludica di Sunnei, i gemelli sono uguali nella sostanza, ma appaiono diversi.

Da Tod’s non si rischia, ma non è nemmeno il luogo. Walter Chiapponi, capace direttore creativo, crea un guardaroba perfettamente normale di pezzi intonsi, liquidi, realizzati in materie d’eccezione. Abiti che non fanno spettacolo ma si vogliono mettere, e spettacolare è comunque la location, l’austero ma vivo Hangar Bicocca.

La collezione Tod’s per la PE 2023

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Ad eccezione delle sorprese “gemellari”, e di Versace, la cui scorrazzata nel gotico chiesastico è estrema per carica erotica e capacità di giocare con la moda e le sue iconografie, anche trite, la temperatura della fashion week milanese è alquanto tiepida, nonostante i numerosi debutti al timone di maison storiche, e l’implicita speranza della tanto agognata disruption – ma forse il termine non è più del momento.

La collezione Versace per la PE 2023

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La designer italian Donatella Versace al termine della sfilata. (Photo by Miguel Medina / AFP)

Da Missoni, Filippo Grazioli riparte dalla fisicità, da zig zag e fiammati, dal bianco e nero e dai colori primari. Convince la scelta di un linguaggio più teso e muscolare, il registro sensuale, ma la prova appare ripetitiva. Però è un inizio, da valutare con tutta l’indulgenza del caso, e di certo c’è un punto di vista.

La collezione Missoni per la PE 2023

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Ha un punto di vista preciso anche Marco De Vincenzo, che da Etro porta il suo gusto per la psichedelia e i pattern ipnotici, e fa fuori i sentori hippie o bohemien a favore di un velato clubbing. Ma l’omicidio non riesce del tutto: De Vincenzo osa in modo frenato, scopre le proprie carte senza cassare il passato, e alla fine il segno non è incisivo come avrebbe potuto essere. L’invito, per lui e per gli altri, e per i ceo che li dirigono, è a mollare gli ormeggi: il rischio paga. Da Sportmax, ad esempio, l’esplosione di fluorescenze e bulbi, al netto dell’ hommage a Margiela e Comme des Garçons, è energizzante.

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