Eurovision, sul palco gli artisti ucraini parlano della guerra
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La Svezia con la cantante Loreen e il brano Tattoo vince la 67esima edizione dell'Eurovision Song Contest. E' la seconda affermazione per l'artista quarantenne che nel 2012 sbaragliò la concorrenza con la canzone Euphoria. Al secondo posto la Finlandia con il cantante Käärijä e il brano Cha Cha Cha. Terzo Israele con Noa Kirel e Unicorn. Marco Mengoni si è piazzato appena fuori dal podio, al quarto posto, con la sua Due Vite, brano che si è aggiudicato il premio per la miglior composizione. Si tratta del secondo riconoscimento per l'Italia dopo quello del 2019 di Mahmood, che nel 2019 lo aveva vinto con il brano 'Soldi'.
Mengoni è stato tra i protagonisti della serata finale anche perché ha voluto portare sul palco, insieme al tricolore, la bandiera Lgbtqi disegnata dal graphic designer Daniel Quasar per rendere la celebre Rainbow Flag ancora più inclusiva. Cinque colori in più, il bianco, il rosa, l'azzurro, il marrone e il nero, posizionati a lato. Le nuove strisce colorate sono dedicate alla comunità di colore, a quella transgender, ai malati di Hiv e a chi è morto per portare avanti la battaglia dei diritti.
Marco Mengoni durante la finale dell’Eurovision Song Contest a Liverpool. (AP Photo/Martin Meissner)
La serata si è aperta nel segno dell'Ucraina, che dopo la vittoria lo scorso anno a Torino della Kalusch Orchestra, avrebbe dovuto ospitare la manifestazione. Ma la situazione attuale del Paese, ancora in guerra, non lo ha permesso. E così, in un ideale collegamento tra Kiev e Liverpool, scelta come sede alternativa della manifestazione, proprio la Kalush Orchestra, portavoce del dramma ucraino, ha aperto la finale con Stefania, il brano che un anno fa li portò alla vittoria, e con un filmato al quale hanno partecipato artisti britannici del calibro di Andrew Lloyd Webber e Joss Stone. Cameo anche della principessa del Galles Kate Middleton al pianoforte. A sostegno dell'Ucraina anche la Repubblica Ceca con le Vesna, con il brano My sister's crown, inno femminista che invita a non arrendersi mai, ma anche brano a sfondo politico con un messaggio umanitario di sostegno alla popolazione ucraina, sottolineato dal ritornello cantato in ucraino.
L’Eurovision ha poi omaggiato la città che lo ha ospitato con il Liverpool Songbook, durante la quale alcuni artisti che sono stati protagonisti nelle edizioni passate hanno ripercorso la storia della musica della città. Tra questi anche un emozionato Mahmood che si è esibito in una versione rivisitata di Imagine, il grande classico di John Lennon. L'artista, alla sua terza presenza all'Eurovision dopo aver rappresentato l'Italia a Tel Aviv 2019 arrivando secondo con Soldi a Torino lo scorso anno insieme a Blanco con un sesto posto grazie a Brividi, è il primo italiano ad essere invitato come ospite fuori concorso in un'edizione all'estero.
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