Usa, Biden rilancia l'Obamacare per "riparare i danni di Trump"
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La Corte suprema Usa ha respinto giovedì un ricorso presentato dai Repubblicani, e sostenuto dall’ex amministrazione Trump, contro il cosiddetto Obamacare: la legge che ha permesso di allargare la copertura sanitaria a milioni di statunitensi, osteggiata dalla destra perché accusata di «socializzare» l’assistenza ai cittadini. La Corte ha ritenuto che l’Affordable care act, come è chiamato formalmente il testo, non presenti i profili di incostituzionalità e possa restare in vigore.
Il ricorso, avanzato dal Texas e altri 16 stati a guida repubblicana, contestava soprattutto il cosiddetto «mandato individuale» della legge: una disposizione che impone ai cittadini di sottoscrivere una copertura sanitaria o pagare una multa. Il verdetto, a cura del giudice Stephen Breyer, ha ritenuto che il provvedimento non fosse in conflitto con il dettato costituzionale. È la terza volta in poco più di un decennio che la Corte salva una delle leggi più significative (e controverse) dell’era Obama, già finita nel mirino di ricorsi nel 2012 e 2015. Se l’Obamacare venisse soppressa, ricorda l’agenzia Reuters, un totale di 20 milioni di americani perderebbero la propria copertura e gli assicuratori privati potrebbero tornare a respingere assistenza ai cittadini che soffrono di patologie pregresse. Nel 2017, l’amministrazione Trump aveva firmato una legge che eliminava la sanzione in caso di mancata stipula dell’assicurazione, spianando la strada al ricorso sfociato nella sentenza - negativa - della Corte.
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