di Federica Micardi
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Le comunicazioni trimestrali delle liquidazioni Iva non saranno penalizzate dall'impossibilità del ravvedimento. La notizia è stata data ieri dal componente della commissione Finanze della Camera Michele Pelillo nel suo intervento al VI meeting nazionale dell'Aidc, l'Associazione italiana dottori commercialisti, che si è svolto ieri a Lecce. Notizia confermata dal viceministro all'Economia Luigi Casero: «Siamo intervenuti sullo spesometro e ora stiamo predisponendo un'azione per superare le anomalie di questa procedura».
È chiara l’intenzione di correre ai ripari. Se le sanzioni saranno sospese, come per lo spesometro, oppure se sarà possibile ricorrere al ravvedimento operoso ancora non è stato deciso, ma è chiara la volontà del governo di correzioni.
La vicenda riguarda l'obbligo della comunicazione delle liquidazioni periodiche Iva trimestrali. Ai contribuenti che non avevano eseguito il pagamento o lo avevano eseguito in misura inferiore a quanto dovuto, l'agenzia delle Entrate, nel mese di luglio ha inviato un avviso bonario, per invitare il contribuente a ravvedersi e beneficiare della riduzione delle sanzioni. A distanza di circa due mesi, in mancanza di ravvedimento, l'agenzia delle Entrate ha inviato ai contribuenti inadempienti una seconda lettera che indicava altre anomalie ma in pratica impediva il ravvedimento.
Il viceministro Casero, sullo spesometro nuova versione, dà per definiti alcuni punti: sanzioni sospese e accorpamento delle fatture di piccolo importo. Sulla periodicità non si è ancora deciso se sarà annuale, come chiedono i commercialisti, o semestrale come vorrebbero le Entrate.
Gli interventi normativi necessari entreranno nella legge di Bilancio ma per la semplificazione dello spesometro la norma già c'è: «La legge- sottolinea Casero -parla di dati fondamentali, che sono cinque: la data della fattura, la partita Iva di chi la emette e di chi la riceve, l‘imponibile e l'Iva applicabile; e sono questi i dati che saranno richiesti».
Il meeting Aidc è stata l'occasione per un confronto tra politici, studiosi e professionisti. Andrea Ferrari, presidente Aidc, ha parlato della necessità che il sistema tributario si smarchi dalle esigenze di cassa per fare una programmazione economica per il Paese, e suggerisce di tornare ad avere un ministero dell'Economia separato da quello delle Finanze. Un'idea che non dispiace a Michele Pelillo: «Un unico ministero - afferma - ha spostato l'asse sul mondo tributario» e aggiunge: «un segnale importante arrivato di recente è stato togliere la guida dell'agenzia delle Entrate a un burocrate per darla a un avvocato tributarista, un passo in avanti verso un rapporto di compliance tra fisco e contribuente».
Ieri a Lecce si è molto parlato della necessità di un dialogo produttivo tra il legislatore e i soggetti interessati e coinvolti negli interventi normativi; il confronto c'è, e lo dimostrano i tanti tavoli tecnici e le numerose audizioni presso le commissioni parlamentari, ma di quanto viene detto solo una minima parte viene poi ripresa da chi scrive le norme.
La difficoltà di parlarsi e di capirsi non riguarda solo mondi diversi, come ha ricordato Andrea Ferrari: questa incomprensione c'è anche tra le associazioni e il Consiglio nazionale.
Si è anche discusso su cosa fare per aiutare la ripresa dell'economia e Andrea Ferrari da una parte ha sottolineato l'effetto demotivante per l'imprenditoria della scelta di sospendere l'Iri per esigenze di cassa, e dall'altra ha messo sul tavolo un'azione concreta di stimolo alla nuova imprenditoria, chiamata Smart up now: «A febbraio ci sarà un giorno che dobbiamo stabilire - racconta Ferrari - dove gli iscritti Aidc che decideranno di aderire forniranno consulenza gratuita a chi vorrebbe fare impresa». Un aiuto a fare il primo passo.
Federica Micardi
Redattore
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