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Variante delta, il piano del Veneto: scatta il «contact tracing» nel condominio

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L’obiettivo, tra l’altro, è convincere chi non lo ha ancora fatto a vaccinarsi

1 agosto 2021
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2' di lettura

Anche il condominio e il quartiere saranno d’ora in poi il campo sul quale si attiverà la sanità pubblica del Veneto sul fronte della lotta al Covid. Con l’obiettivo, tra l’altro, di rintracciare i non vaccinati. E convincerli a cambiare idea. Il nuovo piano si chiama “Strategia per il rafforzamento dell’offerta vaccinale nel contesto dei focolai causati da variant of concern (voc) di Sars-CoV-2”, ed è un aggiornamento del Piano di Sanità pubblica della Regione, dopo l’avvento della pericolosa variante delta. Mutazione, sottolinea la delibera, pubblicata nel Bur, caratterizzata da possibile elevata trasmissibilità, con insorgenza di forme severe di malattia, e conseguenti ospedalizzazione e aumento di decessi, specie nelle fasce di popolazione più a rischio.

Contact tracing in condominio

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Per questo il piano prevede che, nel caso di scoperta di un nuovo positivo alla variante delta del Covid, sia attivato e un piano stringente di “contact tracing” che potrà coinvolgere gli altri inquilini del palazzo in cui il paziente vive, il suo quartiere, o il distretto di residenza. Questo delicato compito spetterà al Servizio Igiene e Sanità Pubblica.

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Vaccinazione proposta al termine della quarantena

Le indicazioni operative del piano - appena pubblicato nel Bur - sono queste: «per tutti i contatti identificati valutare lo stato vaccinale; proporre attivamente la vaccinazione ai non vaccinati (nel caso di mancata adesione indagare le motivazioni, registrare eventuali esclusioni, proporre eventuale counseling breve); - proporre attivamente la vaccinazione a tutti i contatti al termine della quarantena. Ciò per individuare soggetti ancora non vaccinati, proponendo, nel rispetto della privacy, di sottoporsi all’immunizzazione».

Variante delta al 97% in Veneto

L’obiettivo, sottolinea l’Assessorato regionale alla sanità e la Direzione Prevenzione, è proteggere «le persone esposte ad un rischio maggiore di forme gravi di malattia», tramite l’individuazione dell’ambito territoriale dove si è verificata la positività, per costruire «un’area geografica di protezione vaccinale», ovvero «un ambiente di vita Covid-free». Del resto, i dati sulle sequenziazioni eseguite dall’Istituto Zooprofilattico delle Venezia hanno confermato che la Delta rappresenta ormai il 97,2% delle infezioni in regione.

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