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Tessile-moda: 2023 di crescita ma più lenta. E il driver rimane sempre l’estero

di Marta Casadei

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I dati presentati all’Assemblea annuale dei soci di Sistema moda italia fotografano la piena ripresa post Covid a livello di ricavi e valore della produzione più alto degli ultimi 6 anni. Per il primo semestre 2023 atteso un rallentamento: +9,4% sul 2022

30 giugno 2023
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3' di lettura

L’export continua a trainare i ricavi del settore tessile moda. Un settore che, secondo quanto detto ieri all’Assemblea annuale dei soci Smi, ha davanti due sfide importanti: digitalizzazione e sostenibilità.

Ricavi 2022 a 62,5 miliardi oltre i livelli pre Covid

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I numeri del bilancio settoriale, elaborato dal centro studi di Confindustria moda per Smi, fotografano un 2022 all’insegna del pieno recupero pre Covid con fatturato a 62,5 miliardi di euro (+17,8% sul 2021 e in aumento di oltre sei miliardi sul 2019) ed export a 38,5 miliardi (+18,9%). Nel dettaglio, il monte della filiera performa meglio del valle: i ricavi del tessile sono saliti del 19,3% mentre la parte finale della filiera ha messo a segno un +17,1 per cento. Segnali positivi arrivano dal valore della produzione salito oltre i 36,5 miliardi dell’11,8% rispetto al 2021: si tratta del valore più alto dal 2016, complici da un lato i prezzi alla produzione che l’anno scorso sono schizzati alle stelle e dall’altro anche una quota di produzione che è tornata nel nostro Paese. Risultano invece in calo il saldo commerciale, sceso sotto i 10miliardi, e il numero delle imprese (41.380) mentre sono stabili gli addetti (372.600, +0,5%).

Primo semestre 2023 atteso a +9,4%

Le previsioni per il 2023 sono di crescita, seppure più lenta: i ricavi del tessile moda nel primo semestre dovrebbero chiudersi a +9,4 per cento. Nel dettaglio, nel primo trimestre 2023 il fatturato del settore è in salita del 12,9% rispetto ai primi tre mesi 2022, mentre le aspettative degli imprenditori riguardo al secondo trimestre fanno prevedere un rallentamento dei ricavi, che dovrebbero salire del 5,9% sullo stesso periodo dello scorso anno, che era stato un momento di forte recupero. A trainare i conti saranno sempre le esportazioni:  nei primi tre mesi dall’anno il primo cliente del Tessile-Abbigliamento è stato la Francia, che assorbe il 11,5% delle vendite totali, e ha registrato un +18,2%; al secondo posto ci sono Germania (+11,6%), e Usa (+14,9%) che assorbono il 7,1% del totale delle esportazioni. In calo, invece, le vendite verso la Cina (-1,7%) e stabili quelle verso la Svizzera, hub logistico dei principali poli del lusso.

Ci sono dati positivi anche riguardo al mercato interno: nel 2022 la variabile “consumo apparente” (che intercetta sia la domanda intermedia intra-filiera sia il consumo finale delle famiglie italiane) ha registrato un +21,7%. Se si focalizza l’attenzione sul solo sell-out
all'interno del mercato italiano, secondo le rilevazioni effettuate da Sita Ricerca, la spesa corrente destinata dagli italiani al Tessile-Abbigliamento presenta un aumento pari al +8,2% nell’anno solare.

Digitalizzazione e sostenibilità pilastri dell’evoluzione

Alla luce di questo quadro positivo il presidente di Smi ha voluto sottolineare le sfide che il settore si trova di fronte: «Digitalizzazione e intelligenza artificiale e sostenibilità sono le parole chiave di un cambiamento che il settore deve fare - ha detto Sergio Tamborini -. Il capitalismo ha imposto un modello di consumo per cui si vogliono cose nuove anche prima che quelle vecchie siano consumate del tutto: il mondo della moda mette sul mercato 150-180 miliardi di capi di abbigliamento all’anno, circa 50 pezzi a testa in media all’anno. Questo modello sta andando in crisi e non solo per via del cambiamento climatico, ma il capitalismo ha anche mostrato nel tempo di sapersi rigenerare». L’idea, dunque, è di mettere in atto una transizione ragionata e «da fare in un tempo corretto: il 15% dei lavoratori nel mondo sono occupati nel settore tessile-moda».

In occasione dell’Assemblea annuale è stato presentato anche un accordo con Unicredit per sostenere le imprese italiane nella crescita, fornendo strumenti e competenze per migliorare la sostenibilità e l’innovazione.

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