di Francesco Prisco
Un altro trionfo per i Maneskin: miglior rock band agli Mtv Ema
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Il glam era Sound and vision, suono e visione, musica e immagine. La musica ce la mettavano David Bowie, Marc Bolan, i Queen. L’immagine, spesso e volentieri, era compito di Mick Rock, meglio noto come «The Man who shot Seventies», l’uomo che fotografò gli anni Settanta. È morto a 72 anni, affidando l’annuncio - sacrale e ironico al tempo stesso, come nel suo stile - al profilo Twitter: «È con il più pesante dei cuori - si legge - che condividiamo con voi che il nostro amato, rinnegato, psichedelico Mick Rock ha fatto il viaggio junghiano verso l’altro lato».
Nativo di Hammersmith, Nordovest di Londra, tra il 1972 e il 1979 ha documentato una rivoluzione (musicale, culturale, sessuale e di costume) attraverso le icone rock da lui ritratte. Era un ragazzo di ottime letture, laureato a Cambridge in poesia medievale, grande passione per i decadenti francesi e si lasciò folgorare dalla parabola della psichedelia che, proprio dalla città universitaria inglese, aveva illuminato il mondo: nel 1969 scatta a Syd Barrett le fotografie che lo studio Hipgnosis utilizzerà per The Madcap Laughs (1970), esordio solista del fondatore dei Pink Floyd. La psichedelia sfocerà nel glam, quest’ultimo - nei traffici tra le due coste dell’Atlantico - si «sporcherà» di punk e quella copertina «post-floydiana» sarà per Rock un formidabile lasciapassare per i coloratissimi mondi musicali dei Seventies.
Suoi, per esempio, gli scatti per le copertine di Transformer di Lou Reed (1972), Raw Power degli Stooges (1973), Queen II (1974), ma ancora di più quello che finirà sulla copertina di Rolling Stone del novembre 1972, con Bowie immortalato come una diva del cinema muto, sotto il titolo beffardo: «Siete abbastanza uomini per David Bowie?». Con la superstar di Hunky Dory il sodalizio è intenso e proficuo: Rock nel 1973 dirige per esempio anche il video di Life on Mars?, quella specie di My Way acida sull’importanza di essere alieni. Di Reed e Bowie, dioscuri del trasformismo glam, dirà: «Hanno dato un contributo importante allo sviluppo della mia sensibilità».
Una sensibilità che Mick Rock avrà modo di spendere sui set più disparati dei decenni successivi, ritraendo Madonna e Debbie Harry, Snoop Dogg e Lady Gaga. Da fotografo e regista di video, detestava le iper-produzioni. «Forse deriva dal fatto che sono un fotografo di fotografie», spiegava. «Sono interessato a mantenere le cose semplici con l’illuminazione, le texture, l’atmosfera, piuttosto che essere interessato agli effetti speciali. Forse perché sono figlio dell’epoca del low budget». Uno così, si trova a suo agio in qualsiasi epoca.
Francesco Prisco
Redattore
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