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«Crimes of the Future», l'attesissimo ritorno di Cronenberg al Festival di Cannes

di Andrea Chimento

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Crimes of the Future

Crimes of the Future

In concorso sulla Croisette il nuovo film del regista canadese. In lizza per la Palma d'oro anche «Les amandiers» di Valeria Bruni Tedeschi

24 maggio 2022
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3' di lettura

Il ritorno più atteso: al Festival di Cannes è arrivato il giorno di David Cronenberg. Il regista canadese ha presentato in concorso il suo nuovo lungometraggio «Crimes of the Future», che vede protagonisti Viggo Mortensen, Kristen Stewart e Léa Seydoux.
Otto anni dopo «Maps to the Stars», il grande autore è tornato dietro la macchina da presa per una pellicola che s'intitola come uno dei suoi primissimi lavori, datato 1970, senza però esserne un remake.

Ambientato in un futuro non troppo lontano, «Crimes of the Future» mostra un'umanità che sta imparando ad adattarsi a un ambiente sintetico e a una serie di mutazioni e metamorfosi che alterano la loro stessa composizione biologica.Mentre l’evoluzione accelerata si diffonde rapidamente, le persone si dividono tra chi si lascia andare al transumanesimo senza opporre resistenza o limiti e chi, invece, prova a controllarlo. Basta la sinossi per capire quanto questo per Cronenberg sia (anche) un ritorno a quella poetica sul rapporto tra il corpo e le tecnologie che l'aveva reso grande in passato: vengono in mente film notevoli come «Videodrome», «La mosca» o «eXistenZ» di fronte a un prodotto in cui il regista mette da parte il “realismo” delle sue pellicole più recenti per abbracciare totalmente il body-horror.

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Crimes of the Future

Un'affascinante performance audiovisiva

Se tra i personaggi c'è un noto artista performativo, che mostra pubblicamente in alcune esibizioni i cambiamenti che avvengono negli organi interni del suo corpo, anche l'intero film sembra una grande performance audiovisiva, valorizzata da un'estetica elegante e da una colonna sonora suggestiva, con riferimenti che vanno a diversi body artist come Stelarc e Orlan. Coinvolgente nella prima parte, il film si perde un po' troppo col passare dei minuti, a causa di una serie di sequenze eccessivamente verbose e di personaggi di contorno ben poco rilevanti.Come anticipato dallo stesso regista, «Crimes of the Future» è un film durissimo e che non fa sconti (Cronenberg aveva dichiarato che molti sarebbero usciti dalla sala già dopo pochi minuti), ma se si ha un po' di stomaco forte si assiste a una pellicola imperfetta ma molto interessante, in grado di sviluppare interpretazioni di vario genere su moltissimi elementi simbolici.

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Les amandiers

Les amandiers

In concorso ha trovato spazio anche «Les amandiers», il nuovo film di Valeria Bruni Tedeschi.Ambientato negli anni ’80, racconta la storia di un gruppo di ventenni – tra cui la protagonista Stella – che si ritrova a condividere la straordinaria esperienza di poter far parte della prestigiosa scuola di recitazione diretta da Patrice Chéreau. Tra esuberanza e paura verso un futuro incerto, capiranno cosa significhi diventare adulti.Valeria Bruni Tedeschi torna alla sua giovinezza e racconta con notevole trasporto emotivo un'operazione fortemente nostalgica e sentita.Se i suoi lungometraggi precedenti (ne è un esempio «Un castello in Italia») lasciavano a desiderare in termini di messinscena e scrittura, ne «Les amandiers» il livello è decisamente superiore e gli eccessi stilistici sono qui più funzionali poiché legati alla finzione scenica. Molto incisivo nella prima parte, il film cala un po' alla distanza quando la spensieratezza lascia spazio a una disillusione troppo telefonata e costruita a tavolino.Le idee migliori si esauriscono, così, all'inizio e col passare dei minuti il film gioca di maniera, pur rimanendo una visione sempre intensa e risultando l'esito più efficace della carriera di Valeria Bruni Tedeschi dietro la macchina da presa.Da segnalare che Luis Garrel interpreta il noto regista Patrice Chéreau, mentre Stella ha il volto della brava Nadia Tereszkiewicz, attrice da tenere sicuramente in considerazione per il futuro.


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