di Marco Rogari
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Definire la composizione della manovrina da 0,2 punti di Pil sciogliendo definitivamente il nodo dell’aumento delle accise sui tabacchi e dare l’ok ai decreti attuativi dell’Ape per evitare che l’Anticipo pensionistico slitti rispetto al termine del 1° maggio fissato dall’ultima legge di bilancio. La prossima sarà una settimana decisiva per i tecnici del Governo, chiamati anche ad affinare le linee guida del prossimo Def. In agenda ci sono diversi incontri tra gli staff di palazzo Chigi, del ministero dell’Economia e degli altri ministeri.
Il Governo intende procedere con un’operazione in due tappe: aggiustamento dei conti, con tanto di sforbiciata alle spese dei ministeri, e prime misure per la crescita con la manovra correttiva (si veda Il Sole 24 Ore di ieri) da varare contestualmente al Def o subito dopo la sua presentazione attesa entro il 10 aprile; interventi più strutturali a ottobre con la legge di bilancio, a partire da quelli sulla riduzione del costo del lavoro, sulle agevolazioni fiscali per favorire l’occupazione femminile, sul piano casa Italia e sulla “fase 3” della revisione della spesa.
Anche per le pensioni si profila un percorso in due tappe. Si parte la prossima settimana con il varo dei Dpcm sull’Ape per poi far leva sulla prossima legge di bilancio per introdurre eventuali correttivi all’Anticipo pensionistico (ad esempio quello sull’ampliamento della platea per l’accesso al prestito “sociale”degli ex lavoratori con contratto a termine) e le misure sulla “fase 2 previdenziale”: pensione minima di garanzia e riforma della previdenza integrativa.
La manovrina sarà dunque una sorta di antipasto della legge di Bilancio. E servirà anche per mantenere viva la trattativa con la Commissione Ue su eventuali nuovi spazi di flessibilità da utilizzare per la legge di Bilancio. Per Bruxelles non ci sono più margini. Ma il Governo, rispettando l’impegno dell’aggiustamento contabile per il 2017 e alimentando il piano di riforme anche con nuove misure per la crescita, spera (anche se in via ufficiale non ci sono conferme) di far salire dagli 0,4 agli 0,6 punti percentuali l’asticella del deficit per il 2018 posta nelle attuali previsioni a quota 1,2 per cento. Allo stesso tempo l’impatto della manovra autunnale, che allo stato attuale si aggirerebbe attorno ai 25 miliardi considerando gli oltre 19 miliardi di clausole Iva da sterilizzare, verrebbe mitigato da una previsione di crescita per quest’anno leggermente più alta di quella stimata finora: 1,1% o 1,2% anziché l’1 per cento.
Resta però da sciogliere definitivamente il nodo delle clausole fiscali da disinnescare, visto che tra le ipotesi al vaglio dei tecnici del ministero dell’Economia c’è anche quella di una sterilizzazione solo parziale, che si scontra però con il rigido stop di Matteo Renzi. Che resta contrario anche ad aumenti delle accise per la manovrina. Il conto ufficiale dell’aggiustamento di primavera indica 3,4 miliardi ma secondo i tecnici giocando sui decimali la correzione potrebbe scendere di qualche centinaio di milioni.
Bloccata l’opzione “carburanti” su cui contava il Mef per coprire quasi un terzo dell’aggiustamento contabile, il Pd vorrebbe evitare anche un rialzo delle accise sui tabacchi e, forse, sugli alcolici. Una doppia misura che garantirebbe non più di 3-400 milioni, ma senza la quale potrebbe diventare complicato completare la manovra correttiva. Al Mef sono state comunque messe a punto diverse opzioni alternative. Che vanno da un rafforzamento dei tagli semi-lineari alla spesa, facendoli salire da 900 milioni a 1,3-1,4 miliardi, all’innalzamento da 1 miliardo a 1,3-1,4 miliardi della dote attesa dall’estensione dello split payment Iva alle società pubbliche. Un’opzione, quest’ultima, che con il trascorrere delle ore diventa sempre più gettonata.
Un ricorso più massiccio ai tagli di quello già previsto per la manovrina non sembra invece convincere troppo i tecnici del Mef, che punta a dare spinta alla spending review soprattutto con la prossima legge di bilancio. Complessivamente tra l’aggiustamento di aprile e la manovra autunnale la spesa dovrebbe essere ridotta di 5-6 miliardi.
Marco Rogari
vicecaporedattore
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