Sport24
Pubblicità

Sport24

Formula 1, Leclerc torna competitivo in Austria, ma Verstappen è ancora molto avanti

di Alex D'Agosta

Immagine non disponibile
(REUTERS)

(REUTERS)

Segni di ripresa, finalmente, da Ferrari. Seconda e quarta, con Leclerc e Sainz, la monoposto di Maranello rialza un po’ la testa

2 luglio 2023
Pubblicità

4' di lettura

Vinto la gara sprint, messo le mani anche sulla “lunga”, che gli conta come successo numero 42 in carriera nel palmares dei Gran Prix assoluti nella Formula 1: Max Verstappen è ancora imprendibile, così come Sergio Perez ha fatto una grande gara; ma era partito quindicesimo e ha recuperato quasi tutti, finendo terzo.
Segni di ripresa, finalmente, da Ferrari. Seconda e quarta, con Leclerc e Sainz, la monoposto di Maranello rialza un po’ la testa rispetto ad alcuni risultati ben più modesti nella prima parte di stagione. Un podio non certo utile per aver quest’anno alcun “sogno mondiale”, ma sempre un risultato importante e incoraggiante per la squadra e, soprattutto, per Leclerc come pilota. Il monegasco c’è quando conta, quando la macchina inizia a fare il suo dovere, considerando il nome prestigioso che porta.

Formula 1, il Gran Premio d'Austria

31 foto

Max Verstappen (Red Bull) vince il Gran Premio d’Austria. (AP)
Max Verstappen su Red Bull vince il Gran Premio, secondo Charles Leclerc (Ferrari), terzo Sergio Perez (Red Bull). (AFP)
Max Verstappen (Red Bull), Charles Leclerc (Ferrari), Carlos Sainz Jr. (Ferrari) alla partenza del Gran Premio d’Austria. (Reuters)
(Reuters)
(AP Photo)
Sergio Perez (Red Bull). (AFP)
Charles Leclerc e Carlos Sainz (AP)
Max Verstappen (Red Bull) seguito da Carlos Sainz (Ferrari). (EPA)
Carlos Sainz (Ferrari) e Jr. e Lando Norris (McLaren). (Reuters)
(AP )
Charles Leclerc seguito da Carlos Sainz. (AP)
Charles Leclerc. (AP)
Carlos Sainz (Ferrari). (AP)
Max Verstappen. (AP)
Sergio Perez (Red Bull). (AP)
Carlos Sainz (Ferrari) ai box. (EPA)
Lewis Hamilton (Mercedes). (AP)
Carlos Sainz (Ferrari) seguito da Max Verstappen (Red Bull). (AP)
Kevin Magnussen (Haas) . (AP)
Max Verstappen (Red Bull), Charles Leclerc (Ferrari), Carlos Sainz (Ferrari). (AP)
Fernando Alonso (Aston Martin). (AP)
Il Pit Stop di Charles Leclerc (Ferrari). (AP)
Charles Leclerc (Ferrari). (AP)
Lando Norris (McLaren). (AP)
Lewis Hamilton (Mercedes). (AP)
Fernando Alonso (Aston Martin). (AP)
Lewis Hamilton (Mercedes). (AP)
Lance Stroll (Aston Martin). (AP)
Charles Leclerc (Ferrari) . (AP)
Il pit stop di Max Verstappen (Red Bull). (AP)
Max Verstappen (Red Bull) vince il Gran Premio d’Austria. (EPA)
Pubblicità

Immagine non disponibile

Max Verstappen su Red Bull Racing (EPA)

Meno monotona del solito

Certo, a guardare la prestazione di Verstappen, si può raccontare di aver visto la “solita fuga immediata e impietosa”, sin dallo scatto dalla pole position. Magari un filo più caritatevole di altre volte, perché, con il gioco dei cambi gomme, almeno la leadership per qualche giro è cambiato. Un’altalena utile per l’esposizione degli sponsor ma anche preziosa per il cuore dei tifosi: un Leclerc in testa, anche se si sapeva che non sarebbe potuto durare, è piaciuto e servito al morale di tanti. E anche ai fini dello spettacolo. Se tuttavia la leadership non è cambiata granché oltre a questo episodio, si può però dire che questo è stato un gran premio abbastanza movimentato, perché ci sono state diverse “lotte” nelle posizioni da podio. Dove, tolta la prima “intoccabile” piazza, per una volta ha avuto la meglio la Ferrari. A tal fine, lungimirante e apprezzabile la scelta del muretto rosso, durante lo svolgimento dei 71 giri, di non far attaccare Leclers da Sainz. Lo spagnolo, infatti, sul finale non ha saputo mantenere la sua terza posizione su Perez. Però, per alcune tornate, il tifo italico e ispanico un po’ ci aveva creduto. Ma quello che si è visto davvero in pista è che Sergio, partito dalla quindicesima posizione, ha fatto una delle rimonte più belle della sua carriera, pertanto non si può dire che non abbia meritato di finire terzo.

Immagine non disponibile

La Ferrari di Charles Leclerc e la Red Bull di Max Verstappen. (AFP)


Già prima di questa gara, Verstappen era in testa alla classifica con 70 punti di vantaggio: da oggi sono 77 i punti di vantaggio su Perez e 100 tondi su Alonso. Finendo in testa, naturalmente ha conquistato ancora più vantaggio su Checo, il primo degli inseguitori. Ma Max non è mai pago e, forse anche grazie al fatto di essere nato in Belgio, ha ereditato un po’ di atteggiamento dal “cannibale” più avido di risultati che si sia mai ricordato nello sport, Eddy Merckx: oggi infatti, per avidità, conti arretrati e forse un po’ di esibizionismo, sul finale il campione in carica ha preso un grosso rischio nel rientrare per il quarto pit stop a due giri dalla fine, restringendo il margine su Leclerc a meno di 4 secondi. Il tutto per poter staccare a fine gran premio, con quasi un quintale in meno di carburante rispetto alla partenza, il tempo più veloce della domenica, che gli vale in effetti un punto extra. Un azzardo che altri team, in altre situazioni, non è detto che avrebbero preso, se non in analoghe posizioni di ampio margine nella classifica piloti: queste cose si fanno solo se, in caso di imprevisti, non si perdono i vantaggi acquisiti.

Immagine non disponibile

Carlos Sainz su Ferrari seguito da Max Verstappen su Red Bull. (AP)

L’altro aggettivo calzante però è anche “egoista”: vista la netta superiorità dell’auto, sinceramente poteva cedere questo privilegio, qualora gli fosse riuscito, a Perez. Ma niente: Max vuole dimostrare continuamente di essere forte e di avere il pieno controllo della situazione.Altra musica per le rosse, ma il bicchiere questa settimana, almeno, è mezzo pieno.Peccato però per le scelte più conservative: un pit stop in meno è stato più prudente, perché farne quattro con i tempi che staccava oggi sarebbe rientrato in una casistica più rara e potenzialmente a grande rischio di brutte sorprese. Comunque la giornata in rosso è stata la seconda più positiva fra i team inseguitori.

Immagine non disponibile

La Red Bull di Sergio Perez. (AFP)

Non può dire lo stesso la Aston Martin, che si è dimostrata anche questa domenica ancora in leggera perdita di competitività rispetto alle gare precedenti. Eppure puntava a consolidarsi come la seconda forza del campionato. Il team sta costruendo tantissimo e Dan Fallows, cinquant’enne già “delfino” di Adrian Newey, ne detiene una grossa parte di merito. Ma con la Mc Laren fra i piedi e una Ferrari in crescita, oggi, Alonso si è ritrovato “solo” sesto. Per sua fortuna però il quarto posto della ranking provvisoria non è ancora a rischio perché entrambe le Mercedes gli sono arrivate dietro. Ma con un punticino solo portato a casa da Stroll, la prospettiva a lungo termine della Aston Martin non è più forse tanto rosea come appariva a inizio anno: tant’è che ora la classifica costruttori vede le Mercedes al secondo posto, con sei punti di vantaggio sui “verdoni”. Perché, pur arrivando dietro, almeno sono due i piloti a comportarsi quasi sempre bene! In prospettiva delle prossime tre gare, insomma, qualche equilibrio potrà cambiare, perché se Alonso ha sofferto troppo, con la Ferrari e la McLaren in crescita, tutti i team “diversi” dalla Red Bull potranno senz’altro dare sempre più spettacolo a ogni domenica.

Immagine non disponibile

Fernando Alonso su Aston Martin (AP)

Riproduzione riservata ©
Pubblicità
Visualizza su ilsole24ore.com

P.I. 00777910159   Dati societari
© Copyright Il Sole 24 Ore Tutti i diritti riservati
Per la tua pubblicità sul sito: 24 Ore System
Informativa sui cookie  Privacy policy