Mondo
Pubblicità

Mondo

Germania, 200 miliardi per le bollette. Draghi: «Non dividiamo l’Europa»

di Isabella Bufacchi

Germania annuncia pacchetto 200 mld euro contro caro energia

Grazie ai margini di bilancio, il Fondo per la stabilizzazione creato per l'emergenza Covid verrà riattivato per fronteggiare i rincari e l'inflazione record di settembre (+10%). Il premier: «La Ue deve essere compatta»

30 settembre 2022
Pubblicità

4' di lettura

Un maxi-scudo da 200 miliardi proteggerà la Germania «contro la guerra energetica» ma anche contro la recessione data per certa tra fine 2022 e inizio 2023 e contro l’inflazione che a settembre è arrivata al 10% (10,9% secondo l’indice armonizzato con gli altri Paesi Ue), per la prima volta a due cifre da 70 anni, dalla guerra di Corea a inizio anni 50.

Il governo della coalizione semaforo Spd-Verdi-Fdp ha annunciato giovedì a sorpresa che il Fondo per la stabilizzazione dell’economia (Wirtschaftsstabilisierungsfonds WSF) creato nel marzo 2020 per la pandemia e utilizzato fino a giugno di quest’anno verrà riattivato nelle prossime settimane per essere usato nuovamente, in via straordinaria, come «scudo difensivo contro la guerra energetica» fino al marzo/aprile 2024 con una dote da 200 miliardi pari a circa il 5% del Pil. Il WSF consentirà allo Stato federale di farsi carico in gran parte del caro bollette. Servirà ad alleggerire l’onere dell’alto prezzo del gas per imprese, Pmi, artigiani, famiglie e pensionati, compensando direttamente i produttori/distributori e riducendo la forchetta tra i prezzi di mercato e i prezzi di vendita alla clientela.

Pubblicità
Read more!

I dettagli del funzionamento del Fondo, che equivale in definitiva a un tetto al prezzo del gas a livello nazionale, non sono stati annunciati: il prossimo mese spetterà a una nuova commissione ad hoc stabilire le modalità dello scudo, che dovrebbe tra l’altro incentivare privati e imprese a risparmiare sul consumo di elettricità e gas, muovendo l’asticella del tetto in base ai consumi, premiando chi risparmia di più. Un obiettivo primario per il ministro verde dell’Economia e del Clima Robert Habeck.

Questo intervento “big bang” fino a 200 miliardi (ma potrebbe essere usato per meno) non è stato presentato dal ministro delle Finanze liberale Christian Lindner come una misura espansiva che aumenta le pressioni inflazionistiche. «Non è come la manovra del Regno Unito», ha detto. Il Fondo dovrebbe avere l’effetto di calmierare i prezzi e far scendere l’inflazione. Nel pacchetto di misure annunciate c’è anche il taglio dell’IVA al 7% sul gas (dal 19%) fino alla primavera 2024 e un freno sui prezzi dell’elettricità per imprese e famiglie con prelievi sugli extra-profitti dei produttori.

L’inflazione in settembre è schizzata al 10% (dal 7,9% in agosto) contro il 9,4% atteso: ha contribuito a questo salto (mese su mese mai così alto dal 1948) la fine del biglietto da 9 euro sui trasporti pubblici (durato tre mesi) e dei sussidi statali sulla benzina. Il maxi-scudo da 200 miliardi inoltre dovrà aiutare le imprese a superare i costi stratosferici della crisi energetica, evitando le chiusure delle fabbriche, le perdite di posti di lavoro e quindi attenuando la gravità e la durata della recessione in arrivo: per i principali istituti economici tedeschi il Pil si contrarrà dello 0,4% nel 2023.

L’iniziativa di Berlino è una fuga in avanti della Germania, che ha voluto dimostrare nelle parole di Lindner di essere «forte», per permettersi un maxi-scudo con conti pubblici in ordine. «Davanti alle minacce comuni dei nostri tempi, non possiamo dividerci a seconda dello spazio nei nostri bilanci nazionali. Nei prossimi Consigli Europei dobbiamo mostrarci compatti, determinati, solidali - proprio come lo siamo stati nel sostenere l’Ucraina», ha dichiarato ieri il presidente del Consiglio Mario Draghi, come in risposta alla Germania. «La crisi energetica richiede da parte dell’Europa una risposta che permetta di ridurre i costi per famiglie e imprese, di limitare i guadagni eccezionali fatti da produttori e importatori, di evitare pericolose e ingiustificate distorsioni del mercato interno e di tenere ancora una volta unita l’Europa di fronte all’emergenza», ha affermato Draghi che sul caso tedesco ha avuto anche un colloquio telefonico con Giorgia Meloni.

Lo spazio in bilancio della Germania resta elevato, nonostante la crisi della pandemia. Il Fondo di stabilizzazione dell’economia per il Covid aveva inizialmente una potenza di fuoco da 600 miliardi, ma è stato usato per 200. Il debito/Pil tedesco ha toccato un picco poco sopra l’80% con la Grande Crisi Finanziaria del 2008-2012 ma è tornato al 58,9% nel quarto trimestre 2019, prima dello scoppio della pandemia. La lotta contro Covid ha riportato il debito-Pil tedesco al 68% circa.

Finora quest’anno il governo guidato dal cancelliere socialdemocratico Olaf Scholz ha annunciato tre pacchetti di misure di sostegno a imprese e famiglie contro la crisi scaturita dalla guerra in Ucraina per un totale di 95 miliardi; altri 100 miliardi extra-bilancio sono nel nuovo Fondo per la Difesa e il riarmo dell’esercito. Ora questi 200 miliardi in teoria portano il totale di spesa per l’emergenza 2022 a circa 400 miliardi, il 10% del Pil. Il freno sul debito in Germania è stato sospeso per la pandemia fino a quest’anno. Lindner ha deciso di ripristinare il Schuldenbremse, lo zero nero, dal 2023: il ritorno alla disciplina di bilancio per ora è possibile in quanto i 200 miliardi del Fondo di stabilizzazione concorreranno al debito e al deficit di Maastricht ma non nel calcolo del freno sul debito che scatterà dall'anno prossimo.

Riproduzione riservata ©
Pubblicità
Visualizza su ilsole24ore.com

P.I. 00777910159   Dati societari
© Copyright Il Sole 24 Ore Tutti i diritti riservati
Per la tua pubblicità sul sito: 24 Ore System
Informativa sui cookie  Privacy policy