di Ilaria Vesentini
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È stato firmato ieri e oggi sarà discusso dai lavoratori in presidio ininterrotto da 96 giorni davanti alla fabbrica di Gaggio Montano, l’ipotesi di accordo per la reindustrializzazione dello stabilimento ex Saga Coffee, sull’Appenino bolognese, presentato da Tecnostamp Triulzi Group e Minifaber. Le due aziende meccaniche lombarde hanno presentato il progetto di una newco da loro partecipata con un piano di investimenti da 25 milioni di euro e sottoscritto l’impegno a riassorbire almeno 137 laboratori dei 220 lasciati a spasso lo scorso novembre dalla multinazionale Evoca (vending machine), che ha annunciato di delocalizzare la produzione in Romania, dopo solo tre anni dall'acquisizione dell’ex stabilimento Saeco-Gaggia.
«È stato determinate il ruolo di mediazione svolto dall’assessore alle Attività produttive Vincenzo Colla, che ha anche confermato il sostegno della Regione con gli strumenti della Legge 14 (strumento per attrarre e sostenere investimenti sul territorio, ndr)», sottolineano i sindacati, che oggi spiegheranno il pre-accordo ai lavoratori di Saga Coffee, per poi metterlo al voto referendario lunedì e martedì prossimo, con l’obiettivo di arrivare alla firma ufficiale il 24 febbraio.
L’intesa prevede la riqualificazione industriale del sito e la successiva cessione alla newco – che sarà costituita da Tecnostamp e Minifaber – del ramo d’azienda dedicato all’assemblaggio di macchine per il caffè professionali e alla lavorazione di lamiera e verniciatura a polvere, con la riassunzione di almeno 137 lavoratori (fino a un massimo di 150, se Invitalia entrerà effettivamente come partner nella newco). Per tutti i lavoratori partirà da marzo la Cig straordinaria per 12 mesi, per dare il tempo di completare gli interventi di modernizzazione e riconversione industriale: la fabbrica di Gaggio Montano, infatti, allargherà l'attività rispetto alle macchine da caffè e si occuperà di lavorazione lamiere, stampaggio di materie plastiche e materiali compositi per inserirsi nel filone dell’economia circolare, nel ruolo di contoterzista.
Oltre agli ammortizzatori sociali è prevista una integrazione giornaliera alla Cigs di 20 euro lordi e incentivi all’esodo fino a 85mila euro (differenziati per pensionandi e non, con una tutela particolare per i part-time, poiché la fabbrica occupa per l’80% personale femminile ed è un pilastro del fragile equilibrio sociale in Appennino). «Quello di oggi è il migliore accordo possibile. C'è la consapevolezza di aver fatto un buon lavoro, grazie alla grande responsabilità di tutte le parti coinvolte», commenta a caldo l'assessore Colla.
Ilaria Vesentini
corrispondente Emilia-Romagna
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