di Paolo Paronetto
La Borsa, gli indici del 7 dicembre 2022
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(Il Sole 24 Ore Radiocor ) - Seduta ingessata per le Borse europee, che continuano a interrogarsi sulla traiettoria dei tassi di interesse Fed e fanno i conti con le prospettive di rallentamento dell'economia globale il prossimo anno. Avvertimenti sulla recessione in arrivo sono stati ribaditi da alcuni top banker Usa, mentre gli investitori temono che dopo i recenti dati macro positivo la banca centrale Usa mantenga inalterato il ritmo della stretta di politica monetaria. A Piazza Affari il FTSE MIB ha chiuso a -0,1%, limitando i danni grazie agli acquisti su pharma e utility. Bene Amplifon , Hera e Diasorin, deboli invece Saipem e Tenaris, sotto pressione con il petrolio ai minimi da un anno.
Nel resto del listino Brunello Cucinelli ha chiuso di slancio grazie alla revisione al rialzo delle stime sul 2022. Ancora in rosso la Juventus Fc, mentre si attende di capire quali potranno essere le conseguenze sportive delle vicende giudiziarie che hanno colpito il club bianconero. Male anche Technoprobe, penalizzata dalla guidance più cauta sui prossimi mesi. Le indicazioni della società attiva nei semiconduttori e nella microelettronica frenano anche Stmicroelectronics, già penalizzata insieme a tutto il settore tech europeo dal taglio delle stime di consegne di iPhone operato dagli analisti di Morgan Stanley. Oltre oceano, Wall Street chiude debole: Dow Jones invariato a 33.596,87 punti, il Nasdaq perde lo 0,51% a 10.958,55 punti mentre lo S&P 500 cede lo 0,19% a 3.933,78 punti.
Il nervosismo degli investitori per le prossime mosse delle banche centrali - l'appuntamento chiave è quello della Federal Reserve della prossima settimana - si accompagna al timore per la recessione in arrivo come pronosticato dai leader di due grandi gruppi bancari Usa, il ceo di JpMorgan Jamie Dimon, quello di Bank of America Brian Moynihan e quello di Goldman Sachs David Salomon. In Asia il sollievo per le riaperture della Cina è stato compensato dai negativi dati sugli scambi commerciali di novembre. Gli occhi degli investitori sono puntati su due date: il 13 e il 14 dicembre. La prima (martedì prossimo) è quella in cui negli Stati Uniti uscirà il nuovo dato sull’inflazione. La seconda, cioè mercoledì 14, è la giornata in cui si riunisce la Federal Reserve, la banca centrale americana. Se è dato quasi per scontato che alzerà i tassi d’interesse di 50 punti base (dunque meno dei 75 delle ultime riunioni), l’incognita maggiore che tiene i mercati sulle spine è un’altra: cosa farà la Fed nel 2023? Fin dove porterà i tassi d’interesse? Questo ha tenuto i mercati sulle spine lunedì e martedì, e verosimilmente li terrà in ansia fino a mercoledì prossimo.
Sul fronte macro, la Cina chiude il mese di novembre con un surplus commerciale di 69,84 miliardi di dollari, circa 10 in meno rispetto alle previsioni degli analisti, scontando l’indebolimento della domanda esterna e i lockdown anti-Covid sul fronte interno che hanno colpito i consumi interni. Secondo i dati diffusi dalle Dogane cinesi, l’export ha registrato un tonfo annuo dell’8,7% (contro stime a -3,5%), mentre l’import uno del 10,6% (contro il -6%).
A Piazza Affari come detto hanno sofferto i petroliferi (Tenaris, Enii e Saipem) con il prezzo del petrolio ai minimi da un anno, in calo Iveco Group mentre continua la fase negativa di Nexi. In evidenza invece le utility con Italgas, Hera e Enel tra le migliori di giornata. Fuori dal Ftse Mib scivola ancora Juventus Fc nella bufera sui bilanci degli ultimi anni nel mirino di Procura di Torino e Consob; sale Brunello Cucinelli grazie all'outlook sul 2022 mentre nel comparto lusso, a Hong Kong, Prada ha perso il 4% all'indomani dell'annuncio sull'arrivo del nuovo ceo Andrea Guerra. Exploit di Finlogic grazie all'opa annunciata da Credem Private Equity.
Nel resto d'Europa da segnalare il balzo dei gruppi farmaceutici Sanofi (a Parigi) e Gsk (a Londra) dopo che una corte Usa ha respinto le prove relative agli effetti cancerogeni del farmaco Zantac.
Sul mercato valutario, l'euro è appena sotto quota 1,05 dollari, a 1,0496 da 1,0521 ieri alla chiusura dei mercati continentali. Euro/yen a 143,47 (143,58), dollaro/yen a 136,73 (136,48). Debole il petrolio, che resta sui minimi da quasi un anno, nonostante il calo superiore alle attese delle riserve Usa: il Wti per gennaio è trattato a 72,45 dollari al barile (-2,42%), il Brent febbraio a 77,84 dollari (-1,9%). Gas naturale in rialzo: +7% a 148 euro al megawattora ad Amsterdam.
Sull'obbligazionario, chiusura in calo per lo spread BTp-Bund in un contesto positivo per il reddito fisso europeo. A fine seduta il differenziale di rendimento tra il BTp benchmark decennale italiano e il pari scadenza tedesco è indicato a 182 punti, in ribasso rispetto ai 186 punti del closing di ieri. Flette anche il rendimento del BTp decennale benchmark che a fine seduta si porta sui minimi dallo scorso agosto al 3,61% dal 3,66% del riferimento della vigilia.
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Paolo Paronetto
Redattore Radiocor
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