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Venezia esclusa dagli itinerari delle crociere

di Raoul de Forcade

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Federagenti: «Le principali compagnie rinunciano a far scalo nella città della laguna»

27 aprile 2022
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2' di lettura

Il porto di Venezia, dopo anni di incertezze sull’ingresso delle navi da crociera, resta escluso dai principali itinerari delle compagnie cruise. A denunciare la situazione, dal Seatrade di Miami, è Alessandro Santi, presidente di Federagenti, l’associazione che raggruppa gli agenti marittimi italiani.

I segnali, afferma, sono inequivocabili: «Il mercato crocieristico, nonostante la perdurante situazione di incertezza, guarda al futuro con grande fiducia e lo fa in particolare in Mediterraneo; ma, per la prima volta negli ultimi decenni, lo fa con un convitato di pietra.Il Porto di Venezia».

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Venezia fuori gioco

Secondo Santi, infatti, le indicazioni che stanno trapelando dal Seatrade Cruise, in corso a Miami, generalmente positive, forniscono la conferma di un’esclusione, ormai in atto di Venezia, dagli itinerari delle principali compagnie crocieristiche. Una situazione che rischia di avere conseguenze sul sistema di tutto l’Adriatico nei prossimi anni.

«Con Venezia - sottolinea Santi - scompare l’home port iconico e più importante del Mediterraneo. Come era annunciato, la fase transitoria indicata dal dl 103/2021, che prevedeva azioni a favore della salvaguardia di Venezia e del lavoro non ha prodotto nulla di concreto».

Turismo mordi e fuggi

La città, prosegue, «è assalita dal turismo mordi e fuggi e la qualità e il valore aggiunto dei crocieristi organizzati e altospendenti è stato rapidamente sostituito, con fattori moltiplicativi enormi, da visitatori giornalieri, da addii al nubilato e celibato e raid alcolici. Con la conseguenza evidente di centinaia di lavoratori che attendono, da mesi, sostegni e le compagnie legittimamente in fuga».

Poco importa, dice Santi, «di chi sia la responsabilità del ritardo ma, se ad agosto dell’anno passato si fa una legge con tale nome e dopo otto mesi nulla si è mosso, qualcosa evidentemente non va. La programmazione su Venezia oggi la si riesce a fare di mese in mese e le navi, con i loro passeggeri, non possono aspettare la burocrazia italiana».

Futuro del porto incerto

Analogo destino, «ovvero un nulla di fatto - evidenzia Santi - per il disegno di legge che, attraverso un concorso di idee, avrebbe dovuto fornire delle certezze sul futuro del porto crocieristico e container di Venezia. L’iter si è bruscamente bloccato, con perdita di tempo e denaro».

Questo, conclude il presidente di Federagenti, «conferma i tanti dubbi che erano stati sollevati sulla modalità del procedimento, che aveva trascurato colpevolmente anni di studi e di confronti tecnici avanzati, e purtroppo sancisce un’ulteriore perdita di credibilità del sistema Paese».

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