di Mariolina Sesto
(Ansa)
2' di lettura
Ultimi sondaggi prima dello stop pre-elettorale (a 15 giorni dalle urne). A seconda dell’Istituto cambiano un po’ le percentuali ma i trend sembrano univoci: aumentano i consensi per Fdi e M5s, diminuiscono per Lega e Pd. Il terzo polo sembra stabile intorno al 7 per cento.
L’Istituto Noto nell’ultima rilevazione dà il Partito democratico al 19,5%, in calo di mezzo punto rispetto alla settimana precedente. Stesso trend per la Lega: anche il partito di Salvini perde mezzo punto nell’ultima settimana e si attesta al 13 per cento. Anche Fi risulta essere in calo: per Noto scende dal 7,5 al 6,9 per cento in una settimana. Al contrario M5s raggiunge il 13,5% guadagnando un punto. La stessa quota di consensi (1 punto percentuale) acquista anche Fdi posizionandosi al 24,5 percento.
Cosa succede al terzo polo? Anche qui i vari sondaggi convergono nel rilevare che la situazione è stabile. Il listone centrista di Azione e Italia viva ha, nel corso delle settimane, ha aumentato i propri consensi dall’iniziale 5% a circa il 7% ma nell’ultima settimana si è stabilizzato intorno a questa quota e non ha fatto ulteriori progressi. L’istituto Piepoli lo dà al 6,5%, mentre per Noto sondaggi è al 7,7 percento. Tutti gli istituti concordano nel dire che i centristi stanno drenando voti dal Pd e non più da Forza Italia.
Quanto alle coalizioni, secondo Livio Gigliuto, vicepresidente dell’Istituto Piepoli, la situazione è tale che il centrodestra (nettamente avanti) potrebbe ancora arrivare a raggiungere i due terzi dei seggi. La maggioranza qualificata è di 267 alla Camera e 133 al Senato: dipenderà dai risultati negli uninominali.
Per l’Istituto Piepoli l’astensione è al momento al 31%. L’affluenza sarebbe quindi al 69 per cento, sotto la soglia psicologica del 70 per cento. Se così fosse davvero, sarebbe l’affluenza più bassa in assoluto di tutta la storia repubblicana. E in discesa di 4 punti rispetto all’ultima tornata delle politiche, quella del 2018. Gli indecisi (cioè coloro che andranno a votare ma non hanno ancora deciso per chi) sono invece al 40 per cento.
«Metà dell’elettorato che oggi vota Fdi aveva votato Lega negli anni precedenti» sottolinea Antonio Noto che conferma inoltre il travaso di voti dal Pd. «La discesa del Pd è dovuta alla cessione di voti sia verso il Terzo Polo che verso M5s». Quanto ai territori, i sondaggi di Noto rilevano che la marcata crescita di Fdi al Nord potrebbe portare il partito di Meloni a superare la Lega nelle tre principali regioni settentrionali: Lombardia, Veneto e Piemonte.
Mariolina Sesto
vice capo servizio
P.I. 00777910159 Dati societari
© Copyright Il Sole 24 Ore Tutti i diritti riservati
Per la tua pubblicità sul sito: 24 Ore System
Informativa sui cookie Privacy policy