di Sara Monaci
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La decisione verrà presa entro fine marzo, probabilmente già tra due settimane: il Milan realizzerà il suo stadio nell’area più periferica di La Maura, vicino al quartiere dell’Ippodromo, zona che mette la squadra al riparo da un iter complicato e che dovrebbe permettere un investimento tra i 600 e i 700 milioni entro il 2028. È questa la data che i vertici della società si sono prefissati per realizzare la nuova struttura, che avrà una capienza di 70mila posti circa.
I progetti visti in passato non esistono più, così come risulta ormai inutile il dibattito pubblico su San Siro. Verrebbe così superato anche il problema di un possibile, anche se incerto, vincolo della sovrintendenza sui beni architettonici a partire dal 2025 su San Siro. Sono tutti forse che hanno rallentato il percorso, quindi il Milan cambia pagina.
Ora si procede così: a metà marzo i tecnici del Milan incontreranno i vertici comunali per chiedere la possibilità di avviare il nuovo progetto in quest’area da 750mila metri quadrati. Il terreno doveva essere ceduto da Snaitech all’imprenditore Federico Consolandi, per realizzare un investimento immobiliare; tuttavia quest’ultimo sarebbe già pronto a cederlo al Milan. La facilitazione deriva dal fatto che il terreno ha già una finalità sportiva, quindi al momento non sembra debba esserci una complicata variante al Pgt (il piano urbanistico del Comune).
Nessuna variante dunque, ma un accordo di programma tra Regione Lombardia, Comune di Milano e squadra interessata, che dovrà passare dal voto del consiglio comunale come un piano urbanistico attuativo. Ma l’assenza di modifiche alle finalità del terreno mette al riparo, almeno in teoria, da tempi eccessivamente lunghi.
La trattativa per l’acquisizione delle aree è in corso, si tratta di un accordo tra privati, e anche questo snellisce la procedura. Adesso il progetto andrà rifatto e non c’è più l’obbligo di realizzare spazi residenziali e verdi, anche se evidentemente il Milan punta ad un progetto sostenibile.
Per quanto riguarda l’Inter invece, il piano B ancora non esiste, anche se lo sta cercando. Altrimenti rimarrà a San Siro, con l'aspettativa che il Comune riveda il canone annuale da circa 10 milioni, finora diviso con il Milan.
Questa soluzione alla fine accontenterebbe tutti: il Milan farà il suo stadio e San Siro sarà salvo. Almeno per ora. A meno che non dovessimo scoprire, come ha già detto il sindaco Giuseppe Sala, che le squadre il vecchio stadio non lo vogliono più. E allora rimarrebbe solo un simbolo della memoria di Milano.
Sara Monaci
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