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Niente ergastolo a Cospito, 23 anni per l’attentato alla caserma dei carabinieri

"A Cospito niente sconti", pg Torino chiede l'ergastolo

La procura generale aveva chiesto il carcere a vita. In primo grado e in appello l’anarchico era stato condannato a 20 anni.

26 giugno 2023
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3' di lettura

Niente ergastolo per Alfredo Cospito. La corte di assise di appello di Torino rimodula in 23 anni di reclusione (tre in più) la pena complessiva inflitta all’anarchico nel maxi processo “Scripta Manent” per le attività dell’organizzazione terroristica Fai-Fri. In primo grado e in appello era stato condannato a 20 anni. La procura generale aveva chiesto il carcere a vita. L’appuntamento a Palazzo di giustizia era dedicato al calcolo della condanna per uno solo degli episodi contestati, l’attentato del 2 giugno 2006 alla scuola allievi carabinieri di Fossano (Cuneo), classificato dalla Cassazione come ’strage politica’. I giudici, come volevano gli avvocati difensori Flavio Rossi Albertini e Gianluca Vitale, hanno applicato l’attenuante del “fatto lieve”. «Non ci sono stati morti e anche i danni furono minimi», avevano sottolineato in aula i due legali: a parere di entrambi la sentenza «ristabilisce l’equilibrio e la ragionevolezza».

Cospito: nessuna prova contro noi anarchici

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Oggi, per la prima volta dall’apertura di Scripta Manent, Cospito, 57 anni, ha preso nettamente le distanze dalle accuse e ha parlato di “accanimento”, “forzature” e “stranezze”. «Niente - ha spiegato - dimostra che siamo stati noi a piazzare gli ordigni a Fossano. La perizia sul documento di rivendicazione è inattendibile ed è surreale la tesi secondo cui abbiamo ricalcato la nostra stessa grafia. Questo è un processo alle idee. In 20 anni di attentati non c’è stato nemmeno un morto: erano solo atti dimostrativi per richiamare l’attenzione sull’esistenza di strutture liberticide come i Cie. Nel 2006 nessuno diede importanza all’episodio di Fossano: evidentemente, essendo molto confuso, dava all’accusa molto margine di manovra. Oggi è definito strage. Ma gli anarchici non fanno stragi indiscriminate: gli anarchici non sono lo Stato». Cospito ha seguito l’udienza in video collegamento dal carcere di Sassari, dove è detenuto in regime di 41 bis.

Nei mesi scorsi, quando sostenne un lunghissimo sciopero della fame, le varie anime della galassia anarchica si unirono per una massiccia campagna di solidarietà su cui si sono appuntate le attenzioni di investigatori e magistrati. Oltre alla procura di Bologna, dove è stato aperto un fascicolo per associazione sovversiva con una mezza dozzina di indagati, si è mossa quella di Milano, che in relazione ad episodi avvenuti lo scorso 11 febbraio durante un corteo nel capoluogo lombardo ha ottenuto sei misure restrittive (fra divieti e obblighi di dimora), una delle quali a carico di un cittadino svizzero. Secondo il gip Guido Salvini i manifestanti impiegarono “vere e proprie tecniche di guerriglia urbana” per “destabilizzare l’ordine pubblico

Procura generale Torino ha chiesto ergastolo per Cospito

Per l’attentato alla scuola Carabinieri di Fossano la procura generale nel processo d’appello bis, aveva chiesto l’ergastolo per Cospito per le azioni della presunta organizzazione terroristica Fai-Fri. Il processo d’appello bis è ripreso il 19 giugno dopo la pronuncia con cui la Corte Costituzionale, sdoganando la possibilità di spalmare l’attenuante del “fatto lieve” anche sul reato di strage politica, ha permesso in teoria ai giudici di infliggere una pena diversa da quella del carcere a vita. «Noi - avea detto in aula il pg Francesco Saluzzo, che ha rappresentato l’accusa assieme a Paolo Scafi - non siamo obbligati a fare sconti che non siano dovuti. E Cospito non merita nulla».

Lo sciopero della fame

Cospito si sta riprendendo dalle conseguenze del lungo sciopero della fame dei mesi scorsi ma patisce ancora una grave menomazione a un piede. La campagna di solidarietà della galassia anarchica produsse una sventagliata di attacchi in diversi Paesi del mondo. Ora, sulla scorta di un’indagine dei carabinieri del Ros, la procura di Bologna ha aperto un fascicolo per una catena di azioni portate a segno nel territorio di propria competenza negli ultimi mesi del 2022. Una mezza dozzina gli indagati sparsi tra l’Emilia Romagna e il Trentino. Reato ipotizzato: associazione a fini di eversione dell’ordinamento democratico.


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