di Andrea Carli
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Il “dossier crediti” legato al Superbonus, che ha registrato la levata di scudi dei costruttori e distanze considerevoli all’interno della maggioranza all’indomani del via libera del Consiglio dei ministri al decreto che ha bloccato la cessione dei crediti e lo sconto in fattura (dl 11/2023), è anche e soprattutto una questione di numeri: 15 miliardi, due miliardi, 50,9 miliardi, 120 miliardi, 372.000, 100.000 e, infine, tanto per completare il quadro di riferimento, 2.700 miliardi.
Lunedì 20 febbraio il Governo incontra l’Associazione delle banche, Cdp, Sace e le varie categorie del mondo dell’edilizia. All’incontro partecipano, per l’esecutivo, il sottosegretario Alfredo Mantovano, i ministri Giancarlo Giorgetti, Adolfo Urso e Gilberto Pichetto Fratin. Il governo potrebbe mettere sul tavolo due soluzioni: la cartolarizzazione o le compensazioni tramite i modelli F24 presentati in banca. La prima, al momento, sembra più complicata della seconda. L’esigenza immediata è la crisi di liquidità che interessa migliaia di imprese. Eventuali modifiche potrebbero scattare durante la conversione parlamentare del provvedimento.
Partiamo dal primo numero. L’Ance, l’Associazione nazionale dei costruttori, ha stimato che i crediti di imposta incagliati nell’ambito dei bonus immobiliari ammontano a 15 miliardi.
La premier Giorgia Meloni ha spiegato che «il Superbonus è costato a ogni singolo italiano circa 2mila euro, anche a un neonato o a chi una casa non ce l’ha. Non era gratuito, il debitore è il contribuente italiano». A inizio febbraio in audizione in commissione, il direttore generale delle Finanze del Mef, Giovanni Spalletta, aveva indicato in 110 miliardi il costo dei bonus, 37,7 miliardi più delle previsioni. Stima che salirebbe a 120 miliardi con gli ultimi dati. Da qui il costo medio pro-capite citato da Meloni.
Nel 2022 il solo Superbonus del 110% ha cumulato 50,9 miliardi di detrazioni contro i 17,8 dell’anno precedente. A gennaio 2023 ammontavano a 71,7 miliardi.
Come si scriveva, il valore delle detrazioni accumulato fino a oggi va poco oltre i 120 miliardi di euro. Il 60% di questo ammontare è stato generato dal Superbonus, il 19% dal bonus facciate e il rimanente dagli altri sconti edilizi.
Al 31 gennaio gli immobili interessati dal superbonus sono circa 372mila (372.303; fonte Enea).
Secondo FenealUil, Filca Cisl e Fillea Cgil, il blocco improvviso della cessione del credito e dello sconto in fattura mette a rischio il futuro di circa 100mila lavoratori.
La montagna del debito pubblico italiano tocca i 2.700 miliardi.
Andrea Carli
Redattore
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