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Burocrazia e permessi rischiano di bloccare il Farm Cultural Park di Favara

di Donata Marrazzo

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8 agosto 2017
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2' di lettura

La rigenerazione urbana, l’arte contemporanea, l’architettura insegnata ai bambini. L’uomo, la natura, la tecnologia, la local revolution. Il Farm Cultural Park a Favara, a pochi chilometri da Agrigento, ha dato una nuova identità a un territorio a rischio di spopolamento e degrado edilizio, proprio a due passi dalla Valle dei Templi. Ora una serie di questioni burocratiche pregiudica le sue attività. I vigili urbani hanno apposto i sigilli a due strutture in legno del centro culturale favarese avendo riscontrato «occupazione abusiva di suolo pubblico». Si tratta delle installazioni Butterfly Home ed Equilatera che dovranno essere rimosse entro 90 giorni.

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Inaugurato nel 2010, Farm rappresenta oggi una delle più significative operazioni di riqualificazione urbana in Europa, creata da Andrea Bartoli e Florinda Saieva, marito e moglie, lui notaio lei avvocata. Costata 20 milioni, richiama 120mila visitatori all’anno con installazioni, murales, festival, performance, produzioni sonore e video mapping.
L’ordinanza emessa il 24 luglio è la conseguenza di una serie di ritardi nelle comunicazioni e nell’adozione di provvedimenti definitivi, di iter farraginosi (richiesta di possibilità di sbigliettamento, progetti e nulla osta, denunce di occupazione di aree pubbliche e pagamento di relativi bollettini – rigettati perché «non conformi al regolamento Tosap»).

«I pubblici ufficiali hanno agito esercitando le proprie funzioni nel pieno rispetto delle leggi e dei regolamenti in vigore», ha dichiarato la sindaca Anna Alba (M5S) in una nota pubblicata sul sito del Comune.
«Siamo davanti al più limpido esercizio di burocrazia ostruttiva – replica Andrea Bartoli – alla lignea identità di questi dipendenti comunali che con solerzia impareggiabile ritengono di provvedere al rispetto della legge intimando all’arte di farsi da parte».

A Favara una realtà unica tra arte e riqualificazione

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Della vicenda si è tempestivamente interessata anche la VII Commissione Cultura della Camera. E Florinda Saieva ha anche tirato un sospiro di sollievo partecipando venerdì a un tavolo di confronto con il Comune: gli uffici si sono impegnati alla revoca dell’ordinanza di ripristino dei luoghi «previa presentazione di Farm di tutta la documentazione utile al superamento delle criticità presenti». È stato annunciato inoltre un provvedimento di Giunta per il riconoscimento di Farm Cultural Park come luogo di interesse pubblico.

Prevedendo la sottoscrizione di una convenzione per la gestione dei 7 cortili. «Ci sarà permesso di sbigliettare, destinando una percentuale degli ingressi al Comune», ha spiegato dopo la riunione l’imprenditrice siciliana.
Ma i fatti si sono subito complicati: «I vigili urbani, dopo la mancata notifica entro i termini, sabato sono tornati con Polizia e Carabinieri a porre i sigilli alle strutture di Farm» afferma Florinda Saieva.
La sindaca, raggiunta al telefono, ha preferito non rispondere. E l’atteso riconoscimento di Farm come luogo di interesse pubblico annunciato per lunedì è al momento rinviato.

Intanto si mobilitano università, collettivi, le officine culturali, gruppi di intellettuali (Trans Europe Halles, Federculture con Claudio Bocci, Fondazione Matera-Basilicata 2019, Base Milano) con una petizione che chiede l’immediato ritiro dell’ordinanza del Comune.

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