di Stefano Biolchini
2' di lettura
La definiscono mostra diffusa, ma è riduttivo. Perché quel che Procida ha ottenuto con Panorama, l’esposizione curata da Vincenzo de Bellis, è molto di più. La definirei una passeggiata nella bellezza, fatta di scorci, di panorami mozzafiato, di mare e di sculture. Una continua mise en abyme di un paesaggio che si fa scenario d’arte, per dirla con Gide.
E’ questo solo il primo progetto del consorzio Italics, nato da un’idea di Lorenzo Fiaschi (Galleria Continua) e Pepi Marchetti Franchi (Gagosian) e che riunisce per la prima volta in Italia oltre sessanta tra le più autorevoli gallerie d'arte antica, moderna e contemporanea attive su tutta la Penisola. Questo di Procida è il primo appuntamento espositivo che, sempre con il titolo di Panorama, con cadenza annuale, incastonerà alcune tra le località più affascinanti del paesaggio italiano, sviluppando percorsi d'arte che proseguono nel mondo reale, continuando così lo straordinario viaggio iniziato a ottobre 2020 tra le pagine web della piattaforma Italics.art.
18 foto
Un percorso quello nella Capitale Italiana della Cultura 2022 che abbraccia con studiata leggerezza cinque secoli di storia dell'arte, dall'antichità al contemporaneo, con grande attenzione alla produzione italiana e un focus specifico sul contesto napoletano, e riunisce oltre cinquanta opere di artisti affermati, che in un confronto serrato e aereo, pur nella straordinaria varietà di stili e materiali, di soluzioni compositive e traduzioni formali, hanno caratterizzato la creatività di ogni tempo. Ed è così che “La fine di Dio. Concetto spaziale (1963-1964)” di Lucio Fontana si ritrova inaspettatamente - in maniera sublime - a dialogare con “Adorazione dei pastori” di Matthias Stomer (1600,Amersfoort, Paesi Bassi – 1650, Sicilia), all’interno della cappella di Santa Maria Regina della Purità nel complesso dell'ex Conservatorio delle Orfane a Terra Murata.
Tra le opere e gli artisti, non potendoli elencare tutti, si segnalano i 7 ritratti di Silvia Piscitelli, I “Silver Plated” di Falvio Favelli, la scultura “Artaud” di Nicola Samorì, di Marinella Senatore la rivisitazione delle luminarie “Remeber the first timeyou saw your name” del 2020, il quanto mai sempre attuale e splendidamente colorato “memento” per i mari inquinati di Christian Holstadt “Consider yourself a Guest (Cornucopia)”. E ancora fra gli altri i lavori di Marisa Albanese, Salvatore Arancio, con le sue argille refrattarie “A Soft Land no Longer Distant”, 2017, Gianni Asdrubali, Rosa Barba, Noah Barker, “La Kraft box“ di Walead Beshty, la “Tarantella” del 1918 di Fortunato Depero, Luigi Ontani con il suo omaggio all’Alighieri “DantElegia”, “Untitled”, 2016, di Mimmo Paladino, Giulio Paolini, Francesco Pedraglio, Giulia Piscitelli, Tomás Saraceno, Fredrik Værslev, Andy Warhol, Heimo Zobernig, Damon Zucconi.
Il percorso espositivo ha coinvolto a lungo diversi siti espositivi diffusi sull'isola, tra architetture pubbliche e private, chiese, palazzi storici e aree popolari, dal porto Marina Grande sino all'antico borgo fortificato di Terra Murata, dominato da Palazzo d'Avalos (1563) un tempo cittadella carceraria.
P.I. 00777910159 Dati societari
© Copyright Il Sole 24 Ore Tutti i diritti riservati
Per la tua pubblicità sul sito: 24 Ore System
Informativa sui cookie Privacy policy